Recensione: Daniele Mencarelli – Fame d’aria


Dopo “Tutto chiede salvezza” torno ad ascoltare Daniele Mencarelli con “Fame d’aria” un romanzo che si svolge tra le pittoresche colline di pietra bianca, in un paesaggio che sembra essere sospeso nel tempo.
Già Il titolo stesso, analizzato con attenzione, rivela una profonda riflessione sul bisogno primordiale di nutrimento e sulla connessione vitale con l’elemento dell’aria.
La parola “Fame” evoca non solo il desiderio fisico di cibo, ma anche la ricerca di qualcosa che completi il nostro essere, che dia senso e significato alla nostra esistenza. Dall’altro lato, “Aria” non è solo essenziale per la nostra sopravvivenza fisica, ma assume anche un significato simbolico, legato alla libertà, alla leggerezza e all’apertura verso nuove esperienze.
Pietro e suo figlio Jacopo, sono in viaggio, ma questo prende una svolta inattesa quando la frizione della loro vecchia Golf li abbandona in mezzo al nulla, è in questo momento che incontrano Oliviero, un meccanico che li scorta fino a un piccolo paese.
Sant’Anna del Sannio si presenta come un luogo dimenticato dal mondo, con strade strette, case di pietra e persone che conducono una vita semplice. Agata, la proprietaria di un bar che un tempo fungeva anche da pensione, offre loro rifugio in una delle vecchie stanze: qui inizia il viaggio introspettivo di Pietro e Jacopo, ognuno con il proprio peso emotivo da portare.
L’autismo di Jacopo emerge attraverso dettagli eloquenti come il suo sguardo vuoto e il gesto ricorrente della mano sinistra che sfrega la gamba dei pantaloni. Questi segni distintivi offrono un’opportunità per esplorare la comprensione, l’accettazione e l’amore in un contesto familiare. La lotta di Pietro per comprendere e comunicare con suo figlio, e il modo in cui Sant’Anna del Sannio reagisce alla presenza di Jacopo, aggiungono uno strato profondo di emozione che si tramuta in pelle d’oca man mano che la storia va avanti.
La comunità rappresentata da Agata, Gaia e Oliviero diventa un rifugio di umanità e supporto, sottolineando l’importanza dell’accoglienza e della comprensione. La prosa evocativa e poetica di Mencarelli cattura le sfumature delle emozioni vissute dai personaggi, portando il lettore in un mondo in cui il tempo sembra rallentare, consentendo alle relazioni di fiorire e alle emozioni di emergere con intensità.
“Fame d’aria” diventa così non solo un’ode alla resilienza e alla bellezza delle piccole cose, ma anche un’importante riflessione sulla diversità e sull’amore incondizionato. Una lettura che va letta con il cuore aperto e la mente pronta ad abbracciare la complessità delle relazioni familiari e dell’esperienza umana quando ci sono patologie come l’autismo che abitano la nostra esistenza.

Titolo: Fame d’aria
Autore: Daniele Mencarelli
Prezzo copertina: € 19.00
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Data di Pubblicazione: 17 gennaio 2023
EAN: 9788804761280
ISBN: 8804761288
Pagine: 180

Citazioni tratte da: Fame d’aria di Daniele Mencarelli

I genitori dei figli sani non sanno niente.
Pietro sfila i pantaloni a Jacopo con un gesto secco, preciso, fa venire in mente quei giocolieri che tolgono la tovaglia dal tavolo lasciando sopra piatti e bicchieri, la perizia del gesto è frutto d’esperienza e continua pratica.

Jacopo si fissa su di lui per un momento più lungo del solito, sembra improvvisamente consapevole.
Il padre per tanto tempo ha vissuto questi suoi sguardi all’apparenza lucidi come la vigilia di un possibile risveglio, quello che lui ha desiderato per anni.
Lo ha desiderato come si può desiderare un miracolo.
Si è prosciugato gli occhi a forza di chiedere anche quello.
Un miracolo.
Un figlio normale.
Non un estraneo pure a se stesso.
Che vive e ama da animale, legato al proprio branco dall’odore, per istinto.
Ma l’amore degli uomini, persino l’amore, richiede un minimo di ragione, di intelletto.
Pietro su questo non ha più dubbi.
Lo Scrondo ama da bestia.
Non si stacca mai da chi lo ha generato.
Come un cucciolo di cane che segue passo passo chi lo alimenta e protegge, da sempre.
Il miracolo non è mai arrivato.
Come unica risposta, da est è spuntato l’odio.
Ha ricoperto tutto, i sani e i malati, la vita intera.
Per anni è stato così.
Poi pure l’odio è tramontato.
Resta la rabbia, quando esplode.

Il profumo. L’odore.
Si possono controllare, con più o meno finezza, i movimenti del corpo. Chiedere a un braccio di allungarsi, agli occhi di aprirsi, ma nulla è veramente nostro di quello che ci vive dentro.

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

*Nelle citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché ho ascoltato il libro su Audible.

 

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