Citazioni: Kevin Brooks, Bunker Diary 1


Citazioni tratte da : Bunker Diary di Kevin Brooks

E’ strano come uno si possa abituare a qualcosa senza rendersi conto di quanto quel qualcosa sia bizzarro finché non ne parla

L’intelligenza sta tutto qui, nell’essere capaci di pensare.

Non vuol dire niente. I sogni non vogliono mai dire niente. Al limite questo ha voluto dire che tutto è sempre lo stesso. La scuola, la strada, i maniaci, i barboni, gli animali, io… siamo tutti uguali.
Siamo tutti intercambiabili.

Lo so che potrei morire qui. Ne sono ben consapevole. So che potresti uccidermi e anzi, probabilmente andrà proprio così. Ma non riuscirai a uccidere i miei pensieri. A loro non serve un corpo, non serve l’aria, non servono cibo, acqua o sangue. Quindi anche se mi uccidi, io continuerò a pensarti. Capisci? Ti penserò fino alla fine dei secoli. Te lo prometto.
Tu pensa a questo, nel frattempo. Pensa a questo.

È tutto un gioco. Lui fa il suo e noi il nostro. Il suo sta nel darci ciò che crediamo di volere, cioè i nostri vizi,
o ciò che lui pensa possa danneggiarci, cioè le nostre debolezze, per poi vedere cosa succede. È un po’ come
i simulatori di vita, quei videogiochi che ti permettono di fare Dio. Sì, me lo vedo che si diverte. Dev’essere per forza quel tipo di persona. Figlio unico, probabilmente. Uno che da bambino stava sempre da solo, a dare fuoco alle formiche e strappare le zampe ai ragni.
Sì, me lo vedo.

E se invece questa situazione finirà per uccidermi, perché devo preoccuparmi? Sarò morto, non ci sarà più niente da sopportare. A meno che non esista davvero un posto chiamato “inferno”, ovvio. Quello sì che mi spaventa.
Le fiamme eterne, la dannazione, i diavoli, i forconi, i carboni ardenti… ma ve lo immaginate? Passi la vita a ridere dell’idea, muori credendo che sia tutto finito, e invece no. L’inferno c’è davvero, guarda un po’. E ti ritrovi coi diavoli che ti bruciano e ti maledicono, con goblin urlanti che ti cavano gli occhi…
Sarebbe un gran fastidio, eh?
Ma ci dev’essere un altro lato da cui guardare la faccenda.

Ci sono il passato, il presente e il futuro, giusto? Dal punto di vista del tempo, non c’è altro. Allora, adesso e poi. Il passato non esiste più. Non si può più vivere nel passato, no? È svanito. Uno lo può ricordare, ma non può più viverci. E non si può vivere nemmeno nel futuro, perché non è ancora arrivato. Quindi resta solo il presente, ciò che succede adesso. Ma se ci fate caso, se vi chiedete che cos’è davvero il presente, quando è… cioè, quanto dura il presente? Quanto dura l’adesso? Questo momento, proprio questo, il momento in cui esistete. Quanto dura? Un secondo? Mezzo? Un quarto? Un ottavo? Potete dimezzare la durata all’infinito. Potete ridurlo a un periodo di tempo infinitesimamente piccolo, un impossibilesimo di nanosecondo e comunque riuscireste ancora a dimezzarlo. Com’è possibile esistere in un periodo talmente breve da non poter essere misurato? Non si può. Vero? È troppo piccolo da sperimentare. È trascorso ancora prima che uno se ne accorga.
Ma se uno non può esistere ora e neanche nel passato o nel futuro… quando esiste?
Il tempo…

… le piccolezze, perché non sono le cose grosse che ti stroncano, ma le piccolezze.

Penso a voi.
A te, e anche a te.
Penso a voi, tutti comodi nel vostro nulla. Non state facendo niente. Esistete soltanto e nel leggere questo mi uccidete. Non uscirò mai da qui. Non arriverò mai a bruciarvi. Allora vi metto davanti a ciò che siete.
E penso anche a te, di sopra.
Si fa quel che si deve. Si fa quel che si deve…
Promesse.
Corpo. Aria. Cibo. Acqua. Sangue.
Eternità.
Meditaci un po’ su.

Titolo: Bunker diary
Autore: Kevin Brooks
Prezzo copertina: € 9.90
Editore: Piemme
Collana: Pickwick
Traduttore: Livorati P. A.
Data di Pubblicazione: maggio 2017
EAN: 9788868369705
ISBN: 8868369702
Pagine: 277

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