Uomini. Si parla sempre di loro, sui giornali, in televisione, per strada, tra amiche, in classe. Sempre questa fottuta ossessione. Due gambe, due braccia, quattro peli in testa, e orribili peli duri sulla faccia. E dimenticavo il pacco che si intravede dai pantaloni. Tutte parlano di loro. Di quanto le facciano soffrire, di quanto siano belli, di quanto siano bravi a letto. Per non parlare di quanto siano contorti nelle loro convinzioni. Puoi montare e poi smontare una navicella spaziale ma non riusciresti ad equiparare il loro cervello, nè capire cosa frulla dentro la loro testa. Dai numerosi film d’amore, e dagli innumerevoli articoli sui giornali, si evince che l’uomo ideale abbia determinate caratteristiche. Ovviamente ci sono incluse anche quelle dettatemi dalla zia Ferula, buon anima. Il principe azzurro deve essere tassativamente alto e in buona salute: si intende che non debba essere ne eccessivamente magro ne privo di forze. Deve avere una buona posizione sociale ed indipendenza economica (queste due caratteristiche prevalgono sulle prime). Deve avere una bella macchina e deve sapere guidare bene. Poi deve essere virile e deve proteggere sempre e comunque la propria donna. E non farla mai pagare. Deve essere un amico, un ottimo amante e, a volte, anche un padre. Deve saper leggere nel pensiero ed esaudire, come uno squattrinato Aladino, tutti i desideri della sua principessa sul pisello. Se poi è anche telecinetico, ancora meglio. Peccato che Superman non esista. Poi, se la sua amata cucina, il minimo che lui possa fare è sparecchiare e lavare i piatti per poi concederle un digestivo massaggio ai piedi. Con tanto di carezze alla panna e slinguazzate alla nutella. Da top manager a schiavo sessuale. Un appetitoso ammasso di muscoli nato per soddisfare le voglie più nascoste della sua signora. Un terremoto da camera da letto. Infine, dopo averla smontata e rimontata come la navicella spaziale di cui prima, recitarle frasi d’amore. Complimenti principalmente. Sui suoi cuscinetti adiposi che hai suoi occhi sono vastissime oasi in un arido deserto. Sulla sua cellulite che lo trasforma piacevolmente in un esploratore sulla luna.
E i suoi crateri.
Tante pretese, tanti miraggi, ma molte donne riescono davvero ad ammaestrare un uomo per farlo diventare il loro talent scout, psicologico e vibratore interattivo.
Scarpe sciolte è il romanzo d’esordio di Luigi Miceli di lui leggo (sulla quarta di copertina) avere una fervida immaginazione, ma la cosa che mi ha colpito profondamente è la capacità dell’autore di narrare una voce femminile senza cadere nel grottesco, visti gli argomenti trattati. Calarsi nei panni di una donna e raccontarne tutti i dolori, le emozioni provate in situazioni estreme, sviscerandone i tratti psicologici, e non solo, credo sia molto difficile, e Miceli riesce a catturare totalmente la mia attenzione anche quando non sto leggendo.
Rossella è una bambina come tante altre, si racconterà già da adulta e già segnata da tutto il suo vissuto che ha scalfito profondamente la sua anima.
Rossella cresce con i problemi di tutti gli adolescenti, ma le azioni e decisioni dei familiari la porteranno a cercare affetto altrove.
Il senso dell’abbandono forse è la più brutta sensazione che esiste. Paragonabile al soffocamento. Ti stringe così tanto lo stomaco che speri mille volte al secondo che la tua esistenza finisca li. Sei come un cane appena abbandonato che guarda la macchina del suo padrone allontanarsi, impotente e incapace di raggiungerlo mentre con tutte le forze corre disperato verso quel puntino che sparisce all’orizzonte. Quel padrone per cui provava un forte sentimento. Unilaterale. Un padrone anche incapace di odiare. Privo di sentimenti. Non so se anche mia madre ne fosse priva. Non credo. Quello di cui sono certa è che o si hanno emozioni bilanciate o una prevale sull’altra. Chi odia troppo non può amare troppo. Sono tutte cazzate le teorie dell’odio-amore. O si odia o si ama.
Basta poco per far cedere una ragazzina che sogna l’amore: una carezza, poche parole, la capacità di far sentire bella chi non si apprezzata. Basta poco per incontrare “l’amore” malato, quello che segnerà la tua vita per sempre, che ti porterà a delle scelte, che forse non si sarebbero fatte.
Rossella incontrerà le false amicizie, perderà ciò che è più simile all’amore in malo modo, farà uso di droghe per dimenticare, ma la sua fede, il suo credere la riporterà sempre a galla, anche se spesso è una mera illusione.
Mi sono trovata a pensare che forse l’autore avesse esagerato con Rossella, che è impossibile che tutta la tristezza e la sofferenza di questo mondo passi attraverso lei, ma poi riflettendo ti rendi conto che non ha esagerato in nulla.
«Precipitavo. La paura straziante dell’impatto prossimo mi stringeva i la gola. Ero incredula di ritornare al punto di partenza quando pochi istanti prima stavo risalendo la china. Era già capitato di cadere. Ma non ho mai demorso perché ho sempre cercato in tutti i modi, con le unghie e con i denti di lasciare quell’inferno al di sotto di me. Ogni caduta mi aveva lasciato grosse ferite che non potevano guarire. Sanguinavano ancora rimanendo aperte. E sapevo che non me ne sarei mai liberata. Semmai sarebbero diventate delle orribili cicatrici. Sapevo che quando sarei arrivata a terra non avrei forse potuto più rialzarmi a causa della collisione tra me e la delusione che bruciava come asfalto fresco sul suolo. Eppure credevo di essere una guerriera. Forte e caparbia. Ho sfidato il gelo dell’indifferenza. Il fuoco del rancore. Gli ostacoli superati sarebbero diventati la mia armatura per affrontare le continue tempeste che mi aspettavano sul mio cammino.
Scarpe sciolte è un libro che sviscera questa società malata, priva di affetto e troppo spesso alla ricerca di emozioni forti per sentirsi vivi.
Scarpe sciolte è sicuramente libro da leggere per non dimenticare, mai poi mai, che le donne vanno rispettate!
Luigi Miceli è una penna che ti entra nell’anima graffiando, non ha peli sulla lingua e non ha bisogno di orpelli per addolcire la pillola.
Gli argomenti trattati sono diversi, dai problemi alimentari, alle amicizie sbagliate o per comodo, dall’innamoramento all’amore malato e violento, dal non rispetto della donna come essere umano ai segreti che distruggono tutto, dall’abbandono all’elaborazione del lutto…
L’alcol che padroneggiava i riflessi. Eravamo schiavi, impietriti attorno a quel rituale che trascinava chi già c’era dentro, chi ci voleva entrare e chi aveva paura di farlo. Un atto così becero che metteva in ginocchio chiunque ne stava facendo parte. Le strisce, l’acquolina in bocca. L’irrefrenabile istinto di muoversi. Di camminare avanti e indietro prima di farlo. Le mani tra i capelli. Quel tuo stesso sguardo che avevi paura di incontrare allo specchio era li pronto a giudicarti mentre ti guardava arrotolare quella banconota da cinquanta «Tieni, la prima è tua»,disse uno dei due passandomela. La misi nel naso, e tenendomi chiusa una narice inspirai la riga volando in ascensore i di dieci piani.
Rossella è una bambina come tante che sognano il principe azzurro e un piccolo regno dove vivere come principessa, un sogno che non si realizza forse per scelte sbagliate o forse per scelte che non ci sono date.
Consiglio vivamente la lettura di Scarpe sciolte!
Vedi Luce, ad ogni essere umano, durante il suo cammini, prima o poi, gli si sciolgono i lacci delle scarpe e se non gli hanno insegnato ad allacciarle rischia di cadere e di farsi male se continua a camminare. Io non sapevo farlo e decideva lui quando fermarmi o quando farmi ripartire.
Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro
Titolo: Scarpe sciolte
Autore: Luigi Miceli
Prezzo copertina: € 18.00
Editore: Ass. Terre Sommerse
Collana: Prismi
Data di Pubblicazione: 2019
EAN: 9788869011016
ISBN: 8869011011
Pagine: 318
Un libro ben scritto, molta cura nella scelta del linguaggio e attenzione ai particolari. Scene descritte realisticamente a tratti in modo nudo e crudo senza lasciare spazio all’ immaginazione e ricco del senso dell’orrido.
I temi trattati sono concatenati tra loro,dalla violenza domestica,all’alcool,alla droga, dalla bulimia,alla morte,alla solitudine , al bullismo, dall’amore all’ odio , al gioco d’azzardo, alla religione,al coraggio che manca, ,dalla famiglia,all’amicizia,dalla genitorialita’ all’essere figlio/a si perché in questo libro è marcata la differenza di genere e tutto quello che ruota intorno ad essa in una società ancora troppo antica per “adattarsi” al cambiamento.
Un libro che non puoi leggere tutto d’un fiato perché hai bisogno di soffermarti e riflettere sul senso della vita , della morte e della famiglia e della società, un libro che vale la pena leggere per l’intensità mai banalità con cui il giovane autore Luigi Miceli fa vivere e rivivere attimi,momenti del personaggio principale e tutti coloro che per diritto o per piacere entrano nella sua vita fino a quando poi non si chiede ” non potevo credere a ne stessa. Cosa mi stavo facendo fare?” ….punto di svolta chissà!?
O quando la protagonista si chiede “perché non riuscivo a cambiarlo? ” parlando dell’uomo che la soggiogava.
Racconto di lunga e profonda riflessione,attuale e reale pieno di ricordi, si quelli che ti accompagnano nella vita soprattutto quando ti fermi per allacciare i lacci delle scarpe sciolte e ripetere a te stessa “Devi essere forte Rossella Devi andare avanti, può succedere ”
Buona lettura Antonella Maraio .