Recensione: Hanya Yanagihara – Una vita come tante 1


“Una vita come tante” è un libro che mi ha lasciato senza parole, è un romanzo che ti squarcia l’anima, anche se poi ti chiedi: come è possibile che tutto il male del mondo accade a una sola persona?
Romanzo scritto da Hanya Yanagihara, è un’opera potente e struggente che affronta temi come l’amicizia, il dolore, la sofferenza e la resilienza umana. La narrazione si concentra sulla vita di quattro amici che si sono conosciuti al college: Willem, JB, Malcolm e Jude, tuttavia, è la storia di Jude ad essere al centro dell’attenzione.
La storia di Jude St. Francis e dei suoi amici è una delle storie più toccanti che io abbia mai letto, la relazione di amicizia tra i quattro è così forte e significativa che mi ha fatto desiderare di avere un gruppo di amici così nella mia vita.
La trama si sviluppa su un arco di tempo di quasi trent’anni, permettendo al lettore di seguire l’evoluzione dei personaggi e delle loro vite, Yanagihara riesce a dipingere un quadro sorprendentemente realistico delle relazioni, delle aspirazioni e dei loro conflitti interni.
Uno degli aspetti più notevoli di “Una vita come tante” è il modo in cui l’autrice affronta il tema della sofferenza umana, attraverso il personaggio di Jude, il lettore viene portato a confrontarsi con un dolore profondo e persistente, causato da un passato traumatico e da un presente segnato dalla lotta contro i fantasmi di quel passato. Il dolore fisico e psicologico di Jude è presentato in modo così dettagliato e viscerale che è quasi impossibile non provare empatia per lui.
“Una vita come tante” affronta in modo significativo il tema della malattia mentale, concentrandosi sulla sfida che Jude deve affrontare contro la depressione, l’ansia e l’autolesionismo, il libro esplora come queste malattie influenzino profondamente la sua vita e il suo percorso di guarigione. Jude è un personaggio che ha subito abusi fisici e sessuali quando era bambino, e questo ha avuto un impatto significativo sulla sua salute mentale. Il suo passato traumatico lo tormenta costantemente, e lo porta a provare sentimenti di colpa, vergogna e inadeguatezza.
Gli altri personaggi sono altrettanto ben realizzati e contribuiscono a creare un’atmosfera densa di emozioni: Willem, l’attore di successo, è il migliore amico di Jude e colui che cerca di sostenerlo nella lotta quotidiana. JB è un artista egocentrico e spesso insensibile, mentre Malcolm è un architetto di talento alle prese con il peso delle aspettative altrui; ognuno di loro ha le proprie debolezze e i propri desideri, rendendo il gruppo di amici un microcosmo della società in cui vivono.
Inoltre, il libro affronta anche il tema della morte e della perdita, e descrive in modo dettagliato il dolore e il lutto che i sopravvissuti devono affrontare dopo la scomparsa dei loro cari. L’autrice affronta l’idea che la morte possa essere vista come una liberazione dalla sofferenza e dal dolore, ma allo stesso tempo descrive il senso di vuoto e di perdita che si prova dopo la morte di una persona cara.
Lo stile narrativo di Yanagihara è fluido e coinvolgente, con una prosa ricca di dettagli e descrizioni che permettono al lettore di immergersi completamente nella storia. La scrittura è intensa e a tratti soffocante, proprio per trasmettere il peso delle emozioni e delle esperienze dei personaggi, tuttavia, questo stile può risultare eccessivamente prolisso in alcuni passaggi e potrebbe scoraggiare.
Per quanto mi riguarda, “Una vita come tante” è un’opera che difficilmente lascia indifferenti, la forza del libro, sta nella capacità di far riflettere sulle sfumature della condizione umana, sul significato dell’amicizia e sulla possibilità di trovare redenzione nel dolore. È un libro che esige tempo e dedizione, ma che ripaga con un’esperienza di lettura indimenticabile.

Titolo: Una vita come tante
Autore: Hanya Yanagihara
Prezzo copertina: € 24.00
Editore: Sellerio Editore Palermo
Collana: Il contesto
Traduttore: Briasco L.
Data di Pubblicazione: 10 novembre 2016
EAN: 9788838935688
ISBN: 8838935688
Pagine: 1094

Citazioni tratte da: Una vita come tante di Hanya Yanagihara

Ma che cos’era la felicità se non un eccesso, una condizione impossibile da mantenere, in parte perché era un concetto troppo difficile da esprimere? (pag143)

Le spiegazioni giuste sono spesso le più semplici (pag155)

Non far diventare il silenzio un’abitudine (pag 169)

Inoltre, sapeva fin troppo bene che la legge era un’arma di difesa poco efficace: per essere davvero al sicuro doveva diventare un tiratore scelto e guardare il mondo attraverso un mirino, o un chimico in un laboratorio con le sue pipette e i suoi veleni. (pag195)

La matematica, invece, non ha bisogno di essere conveniente, non ha fini prateci o manageriali – deve solo essere vera. (pag195)

…le cose si rompono, a volte si aggiustano, e ci rendiamo conto che, per quanti danni possiamo subire, la vita ci ricompensa quasi sempre, spesso in modo meraviglioso. (pag207)

Il tuo costante rifiuto di ascoltare chiunque si preoccupi per la tua salute e il tuo benessere è un caso patologico di personalità autodistruttiva o un gigantesco vaffanculo al resto del mondo. (pag 231)

… l’amore per un figlio sia una forma d’amore superiore, più importante, più nobile di tutte le altre. (…) Ma riconosco che è un amore singolare, un amore che non si fonde sull’attrazione fisica, sul piacere, sull’intelletto, ma sulla paura. Non conosci la paura finché non hai u figlio, e forse è questo che ce lo fa sembrare un amore così straordinario: perché la paura è straordinaria. Ogni giorno il tuo primo pensiero non è «gli voglio bene», ma «come sta?». (pag250)

La legge è semplice. Ha molte meno sfumature di quanto immagini. L’etica ez la morale hanno, in effetti, un loro ruolo nel diritto – ma non nella giurisprudenza. L’etica ci aiuta a fare le leggi, ma non ad applicarle. (pag257)

…in assenza di dettagli non sarò in grado di rassicurarti nello specifico, ma ti offrirò comunque il mio conforto perché ti avvolga come una coperta, nella speranza che ti fidi di me. (pag301)

L’impresa più difficile non è cercare la conoscenza. L’impresa più difficile è crederci. (pag302)

…l’unico segreto dell’amicizia, credo, è trovare persone migliori di te – non più furbe o più vincenti, ma più gentili, più generose, e più comprensive -, apprezzarle per ciò che possono insegnarti, cercare di ascoltarle quando ti dicono qualcosa su di te, bella o brutta che sia, e fidarti di loro, che è la parte più difficile di tutte. Ma anche la più importante. (pag 320)

Una società non funzionerà mai come dovrebbe, se chi ha il diritto nel sangue non se ne prende cura. (pag364)

…il successo rende le persone noiose. (pag402)

Era per questo, si diceva a volte, il motivo per cui gli piaceva così tanto sballarsi: non perché, come pensavano in molti, le droghe offrissero una via di fuga dalla vita di tutti giorni, ma perché rendeva la quotidianità meno scontata. (pag403)

I bambini sono una specie di cartografia, e la sola cosa che puoi fare è seguire la mappa che ti presentano il giorno stesso in cui nascono. (pag463)

La parte più difficile dell’essere genitore è la ricalibratura. Più bravo sei a ricalibrare, meglio andranno le cose. (pag515)

…ciò che conta non sono le aspettative che riponi in un figlio ma la gioia che sarà in grado di procurarti, in qualunque forma essa si manifesti, anche quando si tratta di una gioia non immediatamente riconoscibile – e, soprattutto la gioia che tu riuscirai a trasmettergli. (pag516)

La maggior parte delle persone funzionano in modo semplice: la loro infelicità è la nostra infelicità, le loro sofferenze sono comprensibili, il loro disprezzo per se stessi è passeggero e negoziabile. (pag536)

Un ricordo di scarsa portata potrebbe anche tenerlo a bada, con con il trascorrere dei giorni, si rese conto di avere a che fare con un’autentica anguilla, scivolosa e ingestibile, che gli penetrata dentro e si muove a scatti, frustando i suoi organi interni a colpi di coda: è un ricordo vivo e feroce, e lo sente sbattere contro gli intestini, il cuore, i polmoni. (pag758)

La cosa migliore delle partenze è il ritorno a casa. (pag773)

…provare a risolvere il mistero di una persona equivale sempre a ripararla: diagnosticare un problema e non cercare di sistemarlo sembrava un sintomo non solo di trascuratezza, ma di mancanza di senso morale. (pag778)

…la vita trovava sempre il modo di ricompensarti per quello che ti toglieva… (pag845)

…non è forse vero che tutti noi scegliamo sempre una persona, e una sola, alla quale raccontare veramente la nostra vita, in ogni aspetto? (pag1014)

Possibile che la determinazione di continuare a vivere non fosse tanto una scelta, quando una necessità evolutiva? C’era forse qualcosa nella mente stessa, una costellazione di neuroni induriti come tendini, che impediva agli esseri umani di fare ciò che la logica suggeriva? (pag1043)

Ma non riuscivo a smettere di pensare che bastasse continuare a vivere, per tenersi incatenati alla vita stessa. (pag1071)

Cucinare è una questione di chimica, non di filosofia. Non puoi imbrogliare sulle dosi e sperare che tutto venga come previsto. (pag1078)

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

 

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