RecensioneTeatrale: Il canto di Natale, da Charles Dickens


Una meraviglia senza fine. Le scenografie, le musiche, i costumi, la storia e… le marionette dei Colla. Il Canto di Natale di Charles Dickens, un classico oltre le barriere del tempo, oltre i confini dell’occasione natalizia, cui peraltro magnificamente si presta, viene messo in scena dalla Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli (Produzione Associazione Grupporiani).
Sino al 7 gennaio, al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano (via Rivoli 6, M2 Lanza) ci si potrà perdere, adulti e bambini, in questa splendida immaginifica storia: l’avventura di una notte in cui il vecchio dai sentimenti incartapecoriti, il gretto Ebenezer Scrooge, ricco e avaro, chiuso ormai a ogni empito di bontà e a qualsivoglia forma di empatia, sarà fatto oggetto di visita dallo spirito del suo vecchio socio Jacob che gli annuncia la prossima visita di altri tre spiriti.
In una notte da tregenda l’avido e spento Ebenezer sarà costretto a rivisitare la propria vita, l’involuzione, la degenerazione e la sclerotizzazione della stessa, ma anche si riavvolgerà per lui il nastro dei ricordi più dolci, come la visione di coloro che la sua indifferente malevolenza ha trascurato, sino alle immagini del futuro, al cimitero e alla lapide che ne stigmatizzerà la pessima disposizione d’animo.
Lieto fine e morale garantita, ma senza moralismi d’accatto. Maestro Dickens docet. La riduzione per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla è perfetta: una voce fuori campo a tratti accompagna il dipanarsi della vicenda, i dialoghi sono perfetti, le musiche originali di Danilo Lorenzini un magistrale pendant, come le nuove sculture, scene e luci di Franco Citterio e i costumi di Maria Grazia Citterio e Cecilia Di Marco. Vanno davvero citati tutti coloro che hanno contribuito a un allestimento tanto raffinato e prezioso, sapendo suscitare un formidabile apparato di emozioni e coinvolgimento. Per concludere la lista, la direzione tecnica è di Tiziano Marcolegio e la regia di Franco Citterio e Giovanni Schiavolin.
75′ di magia pura, con la stupefacente e sempre sorprendente arte delle marionette a dispiegarsi grazie a… Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Michela Mantegazza, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette; alle voci recitanti… Loredana Alfieri, Marco Balbi, Maria Grazia Citterio,  Lorella De Luca, Carlo Decio, Lisa Mazzotti, Gianni Quillico, Riccardo Peroni, Franco Sangermano, Giovanni Schiavolin; ai musicisti… Mattia Bossio-pianoforte, Lorenza Merlini-viola, Antonio Papetti-violoncello, Rita Pepicelli-violino,  Fausto Polloni-fagotto, Carlotta Raponi-flauto e ottavino, Paolo Sartori-clarinetto in Sib; al canto di… Michela Mantegazza. Infine al coordinamento musicale Daniele Sozzani Desperati e alla direzione tecnica musicale di Luca Volontè. Non un mero e sterile elenco, bensì un giusto tributo a ogni singolo tecnico e artista, il complesso dei quali ha messo in scena un lavoro in cui la bocca degli spettatori si torce soavemente in un Oh di candido stupore.
“La realtà parallela e atemporale del mondo delle marionette, proprio come quella mostrata dallo “Spirito del Natale passato”, quello “presente” e quello “futuro” pensati da Dickens, accompagnano i protagonisti, come gli spettatori, in una sorta di camera degli specchi che permette di guardare e scrutare il proprio io per conquistare una presa di coscienza propedeutica e introspettiva. Anche in questo nuovo allestimento, ogni “carattere” diviene “maschera”, ogni ambiente, realistico od onirico che sia, diviene illusione e ogni situazione si sublima nell’incanto e nella “maraviglia” dell’oggetto inanimato che prende vita. […] Questa parabola narrativa descrive insieme le straordinarie “voci” che risuonano in questa particolare notte e gli effetti che queste possono avere sulla natura dell’essere umano e, quando ascoltate, possono condurre anche per il più terribile, cinico e avaro animo a una mutazione per essere migliori.”
E, particolare non trascurabile, attraverso il racconto, sebbene indirettamente, viene descritta con acutezza la società londinese del tempo.
Sono circa cento le “teste di legno” impiegate nella rappresentazione, quaranta delle quali realizzate ex novo, costumi compresi. Le scene dipinte ammontano addirittura a trecentosessanta metri quadri di superficie e raffigurano una ventina di diverse situazioni sceniche.
Un’ultima curiosità: la prima scena si apre in un’affollata piazza dove si esibisce un burattinaio. Metateatro? Semplicemente un altro colpo di genio.

Alberto Figliolia

Il canto di Natale, da Charles Dickens. Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli. Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, via Rivoli 6 (M2, Lanza). Sino al 7 gennaio 2024. Lunedì 1 gennaio riposo.
Info: www.piccoloteatro.org.
Biglietti: da 10 € a 25 €.

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