Chopin, George Sand e la cioccolata 4


chopinA cura di Augusto Benemeglio

1.La sua vera patria è… la poesia.
Il poeta tedesco Heinrich Heine, che ormai viveva stabilmente a Parigi “ travestito” da improbabile giornalista, non si perdeva neppure uno dei concerti di Chopin. Anzi, quando il musicista polacco suonava, con quel suo tocco inarrivabile, sfumato e dinamico, totalmente nuovo, intimo, vellutato, squisitamente romantico, Harry andava letteralmente in trance. E si vedeva, tant’è che la marchesa Minckiewicz gli disse sottovoce: “Chopin è davvero un virtuoso, lo fa cantare il pianoforte. Ci manda in estasi”. “Non è un virtuoso” , – replico con disprezzo Harry – “è un poeta…ed è per questo che nulla eguaglia il godimento che ci offre quando siede al suo pianoforte e improvvisa, allora egli non è né polacco né francese né tedesco : egli tradisce una nascita ben più illustre, egli proviene della terre di Mozart, di Raffaello, di Goethe: la sua vera patria è il regno incantato della poesia”.

2. George Sand l’amazzone
“Come la vostra poesia, del resto”, – disse con malagrazia, intromettendosi nella conversazione, George Sand , vestita con i soliti stivaloni da amazzone, i calzoni cremisi e il sigaro fra le labbra. ” Voi geni della poesia”, – proseguì col solito tono ironico – “vi atteggiate a grandi uomini, ma di uomo credo ci sia rimasto ben poco in voi…”, concluse con voluta malizia. “Che intendete dire, Signora?”, si rinzelò Heine, che era bellissimo, un vero e proprio efebo dagli occhi di fuoco e dai capelli nerissimi e duri come l’acciaio. “ Voglio dire questo, Signor Heine. Che sono ormai sette anni che, con lui, il poeta della musica, il genio del pianoforte, che fa tutti vibrare, per me non vibra più nulla… E non solo con lui, ahimè,”- sospirò George Sand- “ devo dire la stessa cosa anche di altri grandi pensatori e artisti che frequento assiduamente in tutti i salotti di Parigi … Io praticamente, da sette anni, vivo come una vergine”.

3. Più è disperato, più suona da dio.
“Voi come una vergine ?”, disse meravigliato Enrico. ”Francamente sono sorpreso, Aurore… Ma voi state scherzando, vero?” “Nient’affatto…Guardatemi, Enrico!…Sono invecchiata anzitempo e anche senza sforzo e sacrificio, a dirvi la verità, tanto ero stanca delle passioni e disillusa, e senza rimedio… So che molti di voi mi accusano: alcuni di averlo distrutto, il vostro grande, divino Chopin ….Ma sentite, sentite come suona!, da semidio, come si fa a dire che io l’ho distrutto?….E altri mi accusano di averlo portato alla disperazione con le mie sfuriate di gelosia…. A voi sembro una donna gelosa?…”, disse George Sand guardandolo in un certo modo. “Beh…direi di no.”, disse Enrico. “In realtà è vero che sono gelosa…sono una donna passionale…. E’ vero che l’ho portato alla disperazione….ma questo stato, come potete vedere , questo giova alla sua arte, più è disperato e più Federico compone e suona da dio….”
“ Sì, suona proprio da dio. Egli è un talento mostruoso, proprio perché è tutto intento a coltivare la disperazione e la passione per voi”, disse Enrico e la guardò con intenzione. Ma lei rideva sardonicamente. “…E tuttavia “, – continuò – “ non perde mai di vista la calma e la misura, senza cui non esiste un vero sentimento musicale…Federico è il re della poesia musicale e sentimentale… Guardatelo, egli non suona, egli canta, dipinge, danza, fa voli….”, disse con grande partecipazione Heine , mentre lei gli sbuffava boccate di fumo e saliva. “ Signora, io vi dico questo e lo sottoscrivo: Thalberg è grande, Liszt è Unico, ma Chopin rimane per me il solo uomo che metterei al di sopra di tutti…” “ Sarà come voi dite , del resto non discuto la sua grandezza di artista, è sotto gli occhi di tutti…ma è sull’uomo che ho da ridire , ma forse è meglio tacere…” “ Signora , non permetto a nessuno di offendere il mio amico Federico, neanche a voi…” disse indignato Heine.

4. Signora, voi mi avete rotto i corbelli!
Intanto Chopin continuava a suonare , ora rarefatto e struggente nella “Berceuse” trattenuta in una culla di dolcezza , tal altro come smaterializzato nei “Notturni”, o visionario nelle “Polacche” staccate con forza ardimentosa, laminato negli “ Studi”, frugati velocemente negli interstizi tecnici e subito rilanciati su dinamiche davvero immaginose nel ricco ventaglio di sfumature, con un timbro che era costantemente nuovo , fantasioso , una autentica invenzione o rivelazione del momento, un veicolo emotivo pieno di voli di fiumi e di colori…Ma alla fine anche il timido Federico non ne potè più e smise di suonare. Si alzò dallo sgabello, alto, magrissimo , pallidissimo in viso come la morte, si avvicinò a George Sand e a bassa voce gridò: “ Aurora, ora basta, vi proibisco di torturarmi così…Voi non siete gentile…Voi…mi avete rotto i corbelli!” E se ne andò dalla sala di corsa, furente, lasciando tutti costernati. Allora George Sand gettò il sigaro in terra, guardò Heine, che aveva udito tutto e gli disse incollerita, ma a viso asciutto:”Lo avete sentito?.. Lo vedete…lo vedete, come si comporta?… come un bambino….Lui si lamenta con me del fatto che io lo avrei ucciso con la privazione, mentre io avrei voluto ucciderlo agendo diversamente….”. Aveva gli occhi nerissimi e fiammeggianti, l’amazzone Aurora, il volto pallidissimo e il labbro inferiore carnoso e tremante d’ira … ” Aurora , voi mi fate impazzire “ – gli sussurrò appena Heine – siete una vera puttana!”

5. Era musica un po’ triste
E da quel momento George Sand passò dal suo letto vuoto a quello di Heine, che intanto si era lasciato con la sua Matilde, che si era fatta troppo insistente sul tema del matrimonio. Per Geroge Sand era un’altra preda da collezione dopo i tempestosi amori con Mérimée, Musset, Lizst, Mickiewicz, il tenore Nourrit che, da lei lasciato, si era suicidato a Napoli. E poi c’erano nel salotto parigino in lista d’attesa il vecchio Lamartine e via via Michelet, Saint Beuve, Leroux, Sue, Delacroix … Chopin l’aveva conosciuto una sera in cui si era vestita con i colori della Polonia (era solo una coincidenza folkloristica ?) e non l’aveva certamente conquistato subito. Anzi, il giovanissimo Federico era un timido moralista e guardava con sospetto a quella donna-maschio che dava del tu agli uomini, sbandierando le sue idee socialiste; che fumava ostentatamente il sigaro in pubblico, raccontando dei suoi amanti illustri. “ Folle di uomini maleducati l’adorano in ginocchio, tra sbuffi di tabacco e getti di saliva!” , annotò con disgusto sul suo diario la poetessa Elizabeth Barrett Browning. Ma Chopin, – con lei tutta imbevuta della causa polacca; con lei che vanta lontane parentele con i re di Polonia; con lei che si appoggia al pianoforte in un certo modo e lo inonda con i suoi sguardi brucianti, – al terzo incontro è già preso dai suoi lacci , è divenuto sua preda. “ Mi guardava profondamente negli occhi “, dirà. “ Era musica un po’ triste in cui c’erano tutte le leggende del Danubio. Il mio cuore danzava con lei, il mio cuore era al mio paese”. Certo, c’è anche la componente patriottico-sentimentale , ma ormai Federico è nella tela di ragno. Balzac, il confidente della Sand , che dava molto ai nervi a Chopin, dirà che Aurore scrisse a Federico una lettera di cinquemila parole ed esercitò tutte le seduzioni possibili per farlo finalmente suo.

6. Dieci anni di convivenza burrascosa
E furono oltre dieci anni di convivenza burrascosa e intensa (lui era un ragazzo di ventisei anni, ma viveva da vecchio, era sempre vissuto da vecchio, lei aveva superato i trentadue, ma era piena di energia e vitalità e focosa come una “pasionaria”), ma tutto sommato quel “ menage” complesso e tormentato, da cui scaturì un epistolario infinito, fu provvidenziale per la salute creativa musicale di Chopin. Il loro fu un vero romanzo, un drammone d’epoca tra odori di melograni aloe aranci e limoni e le piogge interminabili di Majorca ; tra le rocce, il mare, la certosa abbandonata , il vecchio cimitero teutonico e i primi sbocchi di sangue che tormentarono il povero Federico ; tra le aquile che volavano sulle loro teste e i cataplasmi, tra il cielo turchese il mare di lapislazzuli e le strazianti ballate… Il vero amore che ti prende anima e corpo, che ti brucia dentro e sulla pelle, durò poco, sei mesi, non di più. Poi rimasero insieme soprattutto come amici, avevano camere separate, facevano vita “casta”, ma le loro liti divennero proverbiali e se le passavano di albergo in albergo. Era soprattutto lei “che portava i pantaloni” e vessava il musicista in mille modi…Ma in fondo rimase sempre dell’affetto sincero fra di loro e l’atteggiamento di Amandine –Lucie Aurore , questo il nome completo, era più che altro di maniera, faceva parte del ruolo del suo personaggio. La cosa continuò fino a quel giorno in cui Chopin aveva interrotto il concerto provocando scandalo fra i convenuti ed Heine era caduto al laccio.

7. Mi portereste quella cioccolata calda?
Quello che avvenne in seguito non lo conosciamo. Sappiamo che successivamente Heine tornò dalla sua Matilde e la sposò, facendo una vita piuttosto tormentata. Sappiamo che Aurore, ormai ultraquarantacinquenne , ricca di onori, di fama e di quattrini, si ritirò a vivere in campagna con i figli e divenne religiosissima , non volle mai più mettere piede nel mondo dorato di Parigi. Sappiamo pure che di lì a poco Chopin partirà per l’Inghilterra , su esplicito invito di una sua giovanissima ammiratrice e allieva, Jane Stirling , che si era segretamente innamorata di lui. Ma intanto, subito dopo il fatto, Chopin sembrava contentissimo delle corna che George Sand gli faceva pubblicamente . Era come sollevato e ogni volta che la incontrava (e non era infrequente , alloggiavano nello stesso albergo) le diceva sorridente ” State veramente bene, Aurora, non siete mai stata così bella”. E lei, un pochino costernata, con qualche rimorso, rispondeva: ” Anche voi state bene…Ma… Federico…” diceva Aurora….”Voi sapete?….” “So, so. ma vi perdono di cuore, Aurora. Continuate pure così… Però una cosa sola vi chiedo…” “Dite, dite, Federico” ” Se non vi secca troppo, neh!…” “Dite, dite, Federico…” ” Al mattino…mi portereste quella cioccolata calda calda che sapete far così bene?” ” …cioccolata, Federico?…” ” Sì, quella che solo voi sapete fare così…bene…ma fate con comodo, neh!” ” E va bene”, disse George Sand, un pochino delusa. ” Grazie, Aurora. Voi siete proprio un’amica”. E fu così che uno sbandierato grande amore si trasformò in una affettuosa amicizia.

8. Il cuore di Chopin
Nell’ultima sua lettera, datata luglio 1847, George Sand scrive a Chopin, afflitto da una tubercolosi galoppante: “Addio, amico mio, possiate guarire rapidamente da tutti i vostri mali ed ringrazierò Iddio di questo vostro bizzarro modo di liquidare nove anni di amicizia esclusiva. Datemi ogni tanto vostre notizie . E’ inutile ormai tornare a parlare del resto” Non si videro mai più, ne si scrissero. Federico Chopin morirà a Parigi due anni dopo, povero e straziato dalla tubercolosi . Il 17 ottobre 1849 , poche ore prima di morire, tracciò di suo pugno queste ultime parole sul taccuino che la sorella Luisa custodì , fino alla sua morte, come una reliquia: “Quando questa terra mi soffocherà, vi scongiuro di far aprire il mio corpo, per non essere sepolto vivo”. Gli furono tributate grandiose onoranze funebri e fu sepolto a Parigi, accanto a Bellini e Cherubini, musicisti che Federico amava moltissimo. Successivamente il suo cuore fu portato in Polonia, nella chiesa di Santa Croce a Varsavia. 9. La morte di Aurore Aurore , nel frattempo , dopo la grande delusione del fallimento della rivoluzione del 1848, si era già ritirata nella sua casa di campagna , a Nohant, dove visse rusticanamente il resto dei suoi giorni scrivendo una serie di romanzi “campestri” tra cui “Francesco il trovatello”, “La piccola Fadette”, “La Palude del Diavolo” e la storia della sua vita in cui parla soprattutto dei suoi amori con de Musset, non certamente con Chopin. Si spense serenamente quasi trent’anni dopo la morte di Federico. Era l’inizio della primavera del 1876 , il ciliegio del suo giardino era in fiore ed ella aveva compiuto appena settantadue anni. Era una bella età, a quel tempo…

Augusto Benemeglio

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4 commenti su “Chopin, George Sand e la cioccolata

  • George

    Buongiorno ! grazie per questo articolo !
    George Sand ha scritto un romanzo ispirato dalla sua storia con Chopin, é “Lucrezia Floriani”.
    Dopo 1848, George Sand a scritto multi libri diversi in cui ha parlato della libertà della donna e non solo dei romanzi campestri. George Sand ha vissuto anche a Gargilesse non solamente a Nohant e ha continuato a viaggiare in Francia !

  • augusto

    Grazie delle notizie , caro George , magari un giorno mi occuperò esclusivamente di George Sand ( che era molto amica di Flaubert, eterno malinconico ) e ti chiederò qualche lume.

    Ciao.

  • augusto 43

    Gentile Joelle, non ho una bibliografia sicura, probabilmente le ho lette su qualche libro o rivista,
    sono passati un sacco d’anni da quando ho scritto l’articolo, non me lo ricordo con esattezza. Ma io non sono uno storico, e non ho nessuna pretesa o aspirazione di esserlo. Che Chopin e la Sand fossero amanti lo sanno tutti, ci hanno fatto anche dei (brutti) film, ma che a lui piacesse tantissimo la cioccolata non è dato saperlo.

    Un saluto.