RecensioniTeatrali: Falaise-Spettacolo in bianco e nero per otto umani, un cavallo e dei piccioni


Uno spettacolo spiazzante e di poetica surrealtà. Una serie di quadri in uno spazio indecifrabile, enigmatico e oltremodo materico: una nera falesia in uno stato di precario equilibrio, quasi post apocalisse. Qui si muovono otto personaggi, un cavallo bianco e vari piccioni, a narrare fra musiche, danza, acrobazie circensi, situazioni paradossali ma mai inquietanti. Felicemente stralunati quelli del Baro d’evel, compagnia francocatalana “affetta” da un felicissimo cosmopolitismo e un afflato, oseremmo dire, similmetafisico (e senza forzature) eppure, come detto, estremamente ancorato alla concretezza della realtà quotidiana in cui siamo, nonostante noi, immersi, che ci travaglia, glorifica, imprime, incide, tatua.
I personaggi della rappresentazione – Falaise-Spettacolo in bianco e nero per otto umani, un cavallo e dei piccioni, con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e Institut français Italia – fanno le loro incursioni in questa scena oscura, quasi tenebrosa, fra yin e yang, il nero che domina spezzato dalla presenza di un cavallo bianco (sapiente nel suo mutismo) e dai voli improvvisi, imprevisti, di piccioni. Non è facile da seguire Falaise, ma le suggestioni sono infinite, costringendo la mente a vagare, interpretare, suggerire.
“Con Falaise la compagnia franco-catalana Baro d’evel ribalta, con poesia e umorismo, i codici del circo tradizionale, dando vita a una nuova complicità tra esseri umani e animali. Attraverso i loro spettacoli, onirici e pieni di poesia, che intrecciano e sovrappongono movimento, acrobatica, musica e parola, Camille Decourtye e Blaï Mateu Trias raccontano un mondo sull’orlo dell’abisso, che abita in cima alla scogliera, la “falesia” che dà il titolo allo spettacolo. In un continuo gioco tra equilibrio e disequilibrio, l’alternanza del bianco e del nero simboleggia la ricerca della purezza ma anche il contagio reciproco dei due colori: tutto è legato, tutto è collegato, tutto si muove tutto si trasforma. Uno spettacolo visivamente sorprendente che mette in discussione il presente del mondo e dell’umanità.”
Come detto, accenti post apocalittici – fra macerie continue incessanti e vernici che turbano/deturpano, coreografie e scenografia fissa e pur mutabile (eccezionale la musica che asseconda il dipanarsi della pièce) – paiono accompagnare le “vicende-vicissitudini” che si susseguono, ma la bellezza in tutte le sue forme e modalità, anche quelle maggiormente inconsuete, funge da splendido collante e soluzione, con l’appendice conclusiva, spettacolare, di un corteo musicale, oltre il palcoscenico, della compagnia, come una banda itinerante d’altri tempi e luoghi. Affascinante e più che  coinvolgente.
Da vedere. E, se non tutto è immediatamente fruibile, i sedimenti e semi che si depositano dentro sono prodromici a impagabili frutti.

Alberto Figliolia

Falaise-Spettacolo in bianco e nero per otto umani, un cavallo e dei piccioni di Camille Decourtye e Blaï Mateu Trias. Con Lucia Bocanegra, Noëmie Bouissou, Camille Decourtye, Blaï Mateu Trias, Oriol Pla, Julian Sicard, Marti Soler, Guillermo Weickert, un cavallo e dei piccioni. Fino al 4 gennaio 2025. Piccolo Teatro Strehler, Largo Greppi, Milano (M2 Lanza).
Collaborazione alla messa in scena Maria Muñoz-Pep Ramis/Mal Pelo; collaborazione drammaturgia Barbara Métais-Chastanier;
scenografia Lluc Castells, assistente Mercè Lucchetti;
collaboratore musicale e per la fonica Fred Bühl; ideazione luci Adèle Grépinet; ideazione costumi Céline Sathal; direzione tecnica Nina Pire; direzione luci Nicolas Zuraw;
direzione di scena Mathieu Miorin e Benjamin Porcedda; suono Fred Bühl e Chloé Levoy; cura degli animali Perrine Comellas. de la Courneuve, 2 Pôles Cirque en Normandie/La Brèche à Cherbourg-Cirque-Théâtre d’Elbeuf.

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