ArteRecensione: L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata.


Il multiforme paesaggio di una nazione da poco fattasi. Un paesaggio che è un lascito culturale e sentimentale, sedimento di Storia e storie. Le vicende e vicissitudini di un popolo contadino e le aspirazioni e i modi di una borghesia nascente che comincia ad assumere le redini dello sviluppo. L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata è la bellissima mostra che colma i suggestivi spazi del Castello di Novara. 72 opere per 53 autori, divise in 7 sezioni per 10 sale, e un panorama quanto mai esaustivo di quei decenni e di quella temperie artistica. politica e sociale. E le scelte della curatrice Elisabetta Chiodini sono, come sempre, oculate e oltremodo intelligenti riuscendo a tracciare un itinerario coerente e altamente emblematico… “Un viaggio emotivo fra storia, terra e arte. Una nazione sognata dai giovani della prima guerra d’indipendenza.”
Nella prima sezione – Un territorio variegato. Vita rurale tra pianure, valli e monti – si trovano già capolavori quali Sur la route de Castellammare (1875, olio su tela, 54,5 x 74,5 cm) di quel sublime maestro, prematuramente scomparso, che fu Giuseppe De Nittis e Una mattina sull’Arno (1868 circa, olio su tela, 40 x 60 cm) di Telemaco Signorini: luce e colore “osservati e restituiti secondo l’approccio di un naturalismo di respiro internazionale”. Così come esemplari sono La raccolta delle zucche (1873, olio su tela, 78 x 97,7 cm) di Francesco Paolo Michetti, Le risaiuole (1897, olio su tela, 40 x 60 cm) di Angelo Morbelli, pittore dalle venature esistenziali e quanto mai attento al sociale, Les Oiseleurs (1875 circa, olio su tela, 77 x 99 cm) di Alceste Campriani, gli imponenti Giorno di festa (1885 circa, olio su tela, 95 x 180cm) di Uberto Dell’Orto e il toccante sospeso Vespro (1895, olio su tela, 160 x 200 cm) di Arnaldo Ferraguti, La slitta (1908, olio su cartone, 50 x 70 cm) di Cesare Maggi, quasi segantiniano, con l’uomo che trascina e si trascina in un paesaggio innevato, monumentale, possente e sublime, spirituale.
Povertà e bucolicità… ma non inganni l’apparenza talvolta idilliaca, le classi lavoratrici nella loro profonda dignità portano i segni di fatica e sforzi secolari, sebbene con la speranza di un miglioramento delle proprie ataviche misere, se non miserabili, condizioni. Il paesaggio è un personaggio a tutti gli effetti, più che una piacevole cornice. È partecipe delle sorti.
La seconda sezione – Lo sviluppo costiero della penisola e le attività delle regioni marittime – spazia dalle marine siciliane alle viste lagunari, da Caprera al Porto d’Anzio (1878-1880 circa, olio su tela, 46 x 88 cm) raffigurato da Guglielmo Ciardi e alle Acquaiole a La Spezia (1864, olio su tela, 60 x 127 cm), a piedi nudi in un procedere simmetrico e ieratico, di Vincenzo Cabianca, dalla spettacolare Scelta delle moeche (1900 circa, olio su tela, 120 x 180 cm) di Leonardo Bazzaro alla marina e alle popolane capresi, inserzioni umane in un luogo esotico. “E il mare si tramuta quasi in un luogo mitologico in uno dei capolavori di Michetti, Impressioni sull’Adriatico (1880, olio su tela, 75 x 150 cm), dove i popolani sembrano delle reincarnazioni di un passato antico esaltato nella sua grandiosità da una pittura ricchissima di tonalità, riflessi e iridescenze…”, un’opera quasi spiazzante nel suo giro di armonia atemporale.
La terza sezione racconta Il volto delle città. Scorriamo attraverso… l’irriconoscibile Verziere di Milano restituitoci dal sapiente pennello di Filippo Carcano; Circo Agonale o Piazza Navona (1900 circa, olio su tela, 53 x 96,5 cm) un delizioso spaccato romano di Pio Joris, con un affollamento, in apparenza casuale, di tipi umani e bambini con i giochi, una tela dal sapore antropologico o, comunque, di commento sociale, un flash di situazioni disparate e di emozioni; il Po che solca la capitale Torino; Firenze che, eletta capitale provvisoria, muta parte del suo antico volto; Porta Capuana (1907 circa, olio su tela, 82 x 56,5 cm) di Vincenzo Migliaro, un mercato napoletano che più vivace non si può.
Scrivevamo dell’affermarsi di una borghesia colta e intraprendente. La quarta sezione – I riti della borghesia. Il tempo libero in città e in villeggiatura – ne racconta miti e ascesa… “forme di svago e di divertimento che vanno dalla frequentazione del teatro alle serate mondane, in un susseguirsi di grandi feste, balli e concerti. Molti artisti si faranno interpreti di questo modo di vivere  catturandone il fascino seducente ed elegante nei salotti, nei caffè, nei palchi, oppure nella fugacità della vita metropolitana, sul passeggio e tra le vie del lusso”. Sfilano le opere di Giuseppe De Sanctis (Napoli), Luigi Gioli (Livorno), Pompeo Mariani e Vespasiano Bignami (Milano). Si passa dal concetto di villeggiatura a quello di viaggio. Spicca qui il lavoro di Angelo Morbelli che ritrae una giovane donna in gita con il battello sulle acque del Lago Maggiore. Estremamente evocativo e nostalgia pura.
Quinta sezione – L’arte declinata al femminile. Vale a dire i primi timidi segni di emancipazione e l’acquisizione di nuove abitudini da parte delle donne, quali, per l’appunto il turismo, o le attività artistiche, in principio come mere fruitrici poi come creatrici a propria volta, come reso evidente da La pittura (1869, olio su tavola, 81 x 35 cm) di Silvestro Lega.
Ma non tutto è cosi confortante, confortevole o rincuorante. La sezione L’amore venale è un pugno nello stomaco. Non solo il lavoro, seppur marchiato di fatica, in laboratori, officine od opifici, ma anche la tratta delle bianche e la piaga della prostituzione minorile. La serie Venduta! (due lavori, rispettivamente del 1884 e del 1897) di Angelo Morbelli ha un impatto tremendo, sconvolgente. La malattia del corpo individuale e sociale, il degrado rimbalzano negli occhi e nel cuore. Il dramma è in corso, di contro a lussi e agi di pochi la tragedia incombe sui più deboli.
Chiude la visita la sezione Tempi moderni. La vita nella metropoli.  “L’avvento di nuove forme di industrializzazione richiama grandi masse di lavoratori dalle campagne alle città, causando cambiamenti radicali e forti disuguaglianze, soprattutto nella fasce più fragili”. Attilio Pusterla racconterà questa umanità che stenta in Alle cucine economiche di Porta Nuova (1887 circa, olio su tela, 136 x 205 cm), mentre Angelo Morbelli, che ci ha accompagnati con la sua sensibilità, descrive, commosso, gli anziani del Pio Albergo Trivulzio. Il Longoni ci regala La  piscinina (1889-1890 circa, olio su tela, 126 x 71 cm) con un abitino rosa e il cesto di lavoro. Eugenio Spreafico ci presenta il piccolo corteo di donne silenti sotto la pioggia o la neve Quanto sa di sale lo pane altrui (1883 circa, olio su tela, 61 x 75 cm). Luigi Rossi in Alveare (1910-1912 circa, olio su tela, 71 x 62 cm) ci mostra presso una ringhiera una bambina dallo sguardo triste e perduto. Demetrio Cosola dipinge un interno inconsueto, vale a dire La vaccinazione nelle campagne (1894 circa, olio su tela, 66 x 98 cm). Vi sono, tuttavia, anche anche immagini di placida serenità: Ancora un bacio (1885 circa, olio su tela, 105 x 65 cm) di Italo Nunes Vais, Raccoglimento (1906, olio su tela, diametro 112 cm) e La lettura (1910, olio su tela, 174 x 91 cm) di Giovanni Sottocornola,
Decisamente una mostra che coinvolge e istruisce. La nostra Storia. Il primo passato unitario del Bel Paese vi rivive grazie ad artisti di assoluta eccellenza e a opere attrattive, incantevoli e fascinose.

Alberto Figliolia

L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata. Mostra organizzata da METS Percorsi d’Arte congiuntamente a Comune di Novara e Fondazione Castello di Novara, con il patrocinio di Regione Piemonte, Commissione Europea e Provincia di Novara  Fino al 6 aprile 2026. Piazza Martiri della Libertà 3, Castello di Novara.

Info: tel. 03211855421, sito Internet www.ilcastellodinovara.it.
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) | lunedì chiuso. Aperture anticipate: ore 9 domenica 29 marzo, sabato 4 aprile, domenica 5 aprile e lunedì 6 aprile (la biglietteria chiude alle 18).
Aperture straordinarie: lunedì 8, venerdì 26 e lunedì 29 dicembre 2025; giovedì 1, lunedì 5, martedì 6 e giovedì 22 gennaio; lunedì 6 aprile 2026.
Chiusure: mercoledì 24, giovedì 25 e mercoledì 31 dicembre.
Biglietti (in biglietteria mar-ven 10-18): intero € 15, open € 17 (ingresso flessibile a data aperta), ridotto € 13 (weekend e festivi), ridotto feriale € 11 (da martedì a venerdì, esclusi i festivi), ridotto Ragazzi € 6 (dai 6 ai 19 anni). E-mail per gruppi: gruppi@vivaticket.com. Prenotazioni visite guidate e aperture serali (compresa prevendita dei relativi biglietti): e-mail info@adartem.it, Call Center +39 026597728 (da lunedì a venerdì 9-13 / 14-16).
Audioguide comprese nel prezzo del biglietto.

 

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.