Recensione: Leonardo Lastilla – Incantesimi


“Prima del sonno/è sacro/misurare dolcemente/l’elettrocardiogramma naturale/del mio cuore/poggiato sopra il tuo.”. I versi sono contenuti nel libro di Leonardo Lastilla “Incantesimi” (GPM Edizioni, 2025 pp.100 € 11.99) e diramano la loro direzione emotiva nel seducente sortilegio della vita. Leonardo Lastilla sostiene l’esercizio della parola poetica come l’arte di accompagnare all’incanto dei versi la volontà di richiamare l’evocazione di una entità, capace di descrivere una ritualità di suggestioni nell’effetto della conversazione con l’altro, destinatario della corrispondenza introspettiva. Rinnova la formula alchemica delle intenzioni, influenza il percorso dell’anima, muovendo il labirinto sinuoso della felicità e la tortuosità lucida del dolore, nella persistente oscillazione tra l’ambiguità del comportamento psichico,  l’esortazione della mente e il disinganno del cuore. “Incantesimi” racchiude le dinamiche umane nelle metafore dei desideri, nell’identità dell’immaginario e nello scarto con il reale, ospita il senso della consapevolezza, il valore intrinseco e ambivalente di ogni rimedio simbolico, medicamento per lo spirito, che allevia i dolori dell’uomo ma contamina la sua integrità. L’autore analizza la dualità filosofica dell’essere, dosa i suoi versi nell’affascinante percezione della verità, plasmando le conseguenze imprevedibili della finzione, oltrepassando la mistificazione affettiva, enfatizza l’indomabile smarrimento della coscienza esistenziale, imprigionata nella manipolazione degli atteggiamenti effimeri e nell’inconsistenza delle convinzioni, elabora il senso morale delle azioni per riflettere lucidamente sulla natura della conoscenza e sull’enigmatica inclinazione altruista. La poesia di Leonardo Lastilla si nutre del gioco dialettico, attraverso un linguaggio colto e ricco di sfumature speculative, nella scia letteraria retorica e saggia dei contenuti, analizza l’effetto ironico e dirompente infiammando le composizioni poetiche in una parabole sensibile che affonda le sue radici nello stupore di uno sguardo cinico sul mondo, nel respiro di ogni meraviglia che è similmente segnale di sollievo e di sgomento.  Leonardo Lastilla esplora la condizione interiore attraversando i contorni indefiniti del nichilismo, evidenzia la sfiducia nelle relazioni sociali tracciando indizi contemplativi sulla sofferenza, sulla malinconia, e sul disincanto, tralasciando il solco della speranza nella frontiera di una sospensione della delusione e della sfiducia, l’inesorabilità del vuoto e l’annientamento delle illusioni. Il libro presenta al lettore profonde chiavi di lettura nell’estetica di una mimesis che interroga la fragilità e la solitudine, la misteriosa profondità dell’io e la celebrazione del paradigma sublime, annuncia la cognizione del limite, assorbe la custodia degli attimi fuggenti sugli ostacoli e le incognite delle attese. Il poeta traduce l’ineluttabile fluire del tempo, la sua inadeguata imperfezione, descrive l’intesa attrattiva della propria voce, comprende l’origine sovrana della persuasione comunicativa. Rende l’opportunità elegiaca di una rivelazione poetica tra lusinga e inganno, nella sfumatura della parola, libera di conquistare il lettore.

Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

Titolo: Incantesimi
Autore: Leonardo Lastilla
Prezzo copertina: € 11,99
Editore: StreetLib
Data di Pubblicazione: 28 aprile 2025
EAN: 9791223928752
ISBN: 1223928756

Testi sceltri tratti da: Incantesimi di Leonardo Lastilla

Trasparenza

Ho chiesto ai tuoi occhi
che colore fossero i miei
mentre ti guardavo.
Troppa luce
altera le percezioni.
Davanti alla nitidezza
tutto si fa sincero.
Le sfumature diventano orizzonte.
Riconoscersi disorienta l’identità.

Pensaci

Inutile parlare di emozioni
se sono contraffatte
dalla zecca dell’opportunismo.
Chiedere di ricordarsi
ha il valore
di numeri di serie imitati
sul palcoscenico delle caricature.

Pace

Estatico
come il tuo sguardo
sporto dal finestrino in corsa
su una campagna immacolata.
Affondare gli occhi
nell’humus della terra
restituisce la gioia perduta
tra gli artificiali gingilli.
Solare e caldo
come il tuo stupore innocente
germogliato tra i campi dell’imprevedibilità
dove aro pensieri e aspetto ricompense.

Certamen

Certamente la certa mente
mente, certa di impunità
da arrogante rogatoria
così lontana dalla sterile rotatoria
di pensieri a vuoto
a salve, buongiorno:
saluti inevasi
per assenza del destinatario,
destino senza più gentilezza
solo gente olezza
nella carta assorbente di sé.

La magia era l’altra

Sparita, senza peso,
come la valigia
sul nastro del check in,
dietro un’anonima scenografia,
senza riconsegnarti poi all’arrivo.
Bagaglio smarrito
di un viaggio mai finito,
forse sei rimasta a terra
dove strisci a piacimento.
Il trucco doveva essere
apparire insieme sul palco della vita
e non questa codarda illusione.
Il prestigio lo dà l’amare
e non il gioco
di rimanere nascosta
nella soffocante botola.

Commiato

La faccia lavata dal mare
è il solo risveglio possibile
nel fascino frastornante della baia.
A picco fuochi emotivi
incendiano la bellezza non ritoccata
nel dialogo comprensibile
tra cielo e terra.
Che non ne faccia parte
è l’unico equivoco
da risolvere
con tuffi ad occhi aperti
dentro l’abisso della vita.

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