I Legnanesi, autentici artefici e alfieri di un teatro genuinamente popolare
Colmare di buon umore con la più intelligente sapidità, questa da sempre è una delle missioni de I Legnanesi, autentici artefici e alfieri di un teatro genuinamente popolare. Non fa eccezione l’esilarante nuova commedia – I Colombo viaggiatori – ennesima perla di una meravigliosa collana, in scena al Teatro Nazionale di Milano.
Nel gioioso “mistero” delle loro rappresentazioni en travesti (anche i ruoli femminili sono interpretati da attori) si cela l’irresistibile macchietta che ciascuno di noi può essere, ma nel comico dipanarsi delle piccole vicende e vicissitudini della Teresa (madre: volitiva donna di casa di ringhiera e “capofamiglia”), del Giuàn (padre: naso rosso, baffoni spioventi, parlata e camminata incerte, anche per via dell’amore per il vino) e della Mabilia (figlia: piacentissima “zitella” con velleità da soubrette) fa capolino anche l’aspetto drammatico della vita, incluse l’indigenza, la paura della povertà, l’insoddisfazione quotidiana.
Questa volta, tuttavia, ai tre inossidabili Colombo si spalancano le insperate porte di una rivincita economica ed esistenziale… Un loro antico figlio adottivo – a distanza, in Brasile – ossia Paolo Roberto José Amarildo Santos do Nascimiento, detto Gegè, ha fatto fortuna e, dopo esser venuto a trovare i suoi “genitori” e la “sorella” in terra lombarda, li conduce a Rio (e con loro l’immarcescibile minuscola cugina Pineta). Insomma ne succedono di tutti i colori…
Le gag sono infinite, il fuoco di fila delle battute altrettanto, il divertimento più che assicurato. Se la trama è ridotta all’osso, così come i luoghi in cui gli eventi accadono – il celeberrimo cortile in primis, con tutte le sue figure e maschere, Milano con il Duomo sullo sfondo, Rio, la gigantesca nave da crociera – gli spunti offerti alla verve dei protagonisti in scena sono davvero sterminati, in un formidabile pastiche linguistico, fra italiano e dialetto lombardo (legnanese con inserzioni di milanese), contaminazione e continue reinvenzioni, assecondati da una mimica senza pari.
Gli inserimenti nell’attualità sono frequenti, felicemente irrefrenabili le divagazioni e improvvisazioni dei tre (con l’adeguato contorno), straordinarie per effervescenza e spontaneità (che cela invero un gran lavoro di scrittura e una dura preparazione).
Come sempre, si ride catarticamente, sovente a crepapelle. Così la pensano i 105mila spettatori che hanno affollato nella stagione 2015-16 le oltre 100 repliche della precedente commedia in 31 teatri (fra i 10 più visti in Italia, e un successo che va avanti dal 1949, allorché la Compagnia fu fondata da Felice Musazzi).
Non mancano gli intermezzi musicali nello stile e nella tradizione del varietà e della rivista italiana, ma, diciamocelo, il pezzo forte, anzi fortissimo, hinn semper lor tri: la Teresa, ul Giuàn e la Mabilia. Impagabili!
Alberto Figliolia
I Colombo viaggiatori. Con Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Luigi Campisi. Teatro Nazionale, Piazza Piemonte, Milano. Fino al 19 febbraio 2017.
Orari: da martedì a venerdì 20,30; sabato 15,30 e 20,30; domenica 15,30.
Info e prenotazioni: tel. 0200640888, siti Internet www.ilegnanesi.it, www.ticketone.it e www.teatronazionale.it.