Teatro: Anna K-Una vivisezione di me


“Malgrado la solitudine, o in conseguenza della solitudine, la sua vita era molto piena.”   

Pop corn e cellulite. Bulimia e disperato amore per la vita. Desiderio di trasgressione e disillusa realtà. Il senso del tempo che fugge. Una canzone dai remoti anni Sessanta e l’invasiva multimedialità, altra faccia della solitudine.
Vivisezionarsi l’anima. In silenzio. Un’attrice in scena, e non parla. Del resto nell’esistere quotidiano siamo sovente attori muti, se non passivi: oggetti più che soggetti.
Chi è Anna K? L’alter ego della sventurata eroina tolstoiana proiettata nei meandri della contemporaneità il cui ineffabile treno tutti stritola sotto implacabili ruote?
Debora Virello porta in scena nella Cavallerizza del Teatro Litta uno spettacolo perturbante, disturbante, usando il proprio corpo come nel teatro fisico e rinunciando alla parola che invece affida a una voce registrata in tormentate scansioni.
Anche l’ambiente in cui Debora-Anna si muove è ristretto, una claustrofobica lunghezza. Il pubblico come un invisibile interlocutore (“Noi tutti sappiamo cosa sta aspettando, ogni sua singola azione ci è nota, tuttavia dobbiamo accettare l’idea che per lei non sia così e stare a guardare”).
La propria fragilità come un messaggio nella bottiglia. Qualcuno lo raccoglierà: altrove, lontano. Forse.

Alberto Figliolia

Anna K-Una vivisezione di me, liberamente ispirato ad Anna Karenina di Lev Tolstoj. Di e con Debora Virello. Fino all’11 marzo 2018 (ore 21; domenica ore 17). MTM Sala Cavallerrizza-Teatro Litta, corso Magenta 24, Milano.
Info: tel. 02864545; e-mail biglietteria@mtmteatro.it; sito Internet www.mtmteatro.it.

 

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