Recensione: Silvia Ferreri – La madre di Eva


Parlavamo del tuo futuro e della tua vita, lui mi diceva: «Non fare progetti perché sarà lei a decidere chi sarà, cosa sarà, solo lei». Non è vero, avrei dovuto dirgli, non sarà lei a decidere perché la vita e la natura hanno già scelto le carte e a noi non resta che scoprirle e giocarle nell’unico modo che ci è dato. (pag 54)

La vita è l’insieme dei processi biologici, esperienze, emozioni e relazioni che caratterizzano l’esistenza di un essere vivente”, questo è stato il pensiero che ha accompagnato l’intera lettura di “La madre di Eva” di Silvia Ferreri, un romanzo che mi ha toccato nel profondo perché esplora con grande maestria le profondità delle relazioni familiari e le sfide dell’identità personale.
Mi sono chiesta come avrei reagito se mia figlia avesse voluto diventare uomo o se mio figlio avesse desiderato affrontare l’intervento per diventare donna. Finora, non ho mai avuto problemi con l’idea che i miei figli potessero essere gay; la loro felicità è sempre stata la mia priorità assoluta, tuttavia, il pensiero che un figlio debba affrontare un intervento così profondo e importante come il cambio di sesso mi riempie di ansia e comprensione.
La narrazione di Silvia Ferreri si concentra su Eva, una giovane ragazza che lotta con un profondo malessere interiore legato alla sua identità di genere. Eva sente di non appartenere al corpo in cui è nata e decide di intraprendere un coraggioso percorso di transizione per diventare maschio. Questo viaggio di trasformazione non solo cambia la sua vita, ma anche quella della famiglia, in particolare di sua madre.
La narrazione ci guida attraverso la complessità dei legami familiari e il coraggio necessario per affrontare sfide così personali e delicate.
Silvia Ferreri affronta il tema dell’identità di genere con grande sensibilità e profondità, il percorso di Eva è descritto con autenticità, mostrando non solo le difficoltà esterne, come il giudizio sociale, ma anche le battaglie interne che lei affronta: la transizione non è solo un cambiamento fisico, ma un viaggio verso l’accettazione di sé come uomo.
La madre di Eva è un personaggio centrale che vive un tumulto di emozioni, dal dolore alla confusione, dalla speranza al sostegno incondizionato; l’amore per Eva è la forza trainante che la spinge a superare le proprie paure e soprattutto i pregiudizi. L’evoluzione da una madre spaventata a una figura di sostegno è una delle parti più toccanti del libro.
La storia mette in luce i sacrifici che tutta la famiglia deve fare, trattando questo tema con grande empatia e mostrando il lato umano di queste scelte difficili. Esplora la dinamica familiare in profondità, mettendo alla prova le relazioni tra i membri della famiglia e mostrando come le sfide possano rafforzare i legami, nonostante tutto.
Silvia Ferreri utilizza uno stile di scrittura lirico e avvolgente che cattura immediatamente l’attenzione del lettore, la prosa è ricca di immagini vivide e metafore suggestive che creano un’atmosfera intensa e coinvolgente.
La struttura del libro, è organizzata in modo efficace, alterna il presente e il passato attraverso flashback e ricordi dei personaggi.
“La madre di Eva” è un romanzo coinvolgente che ci spinge a riflettere sulla forza dell’amore incondizionato.
Un libro da leggere!

Titolo: La madre di Eva
Autore: Silvia Ferreri
Prezzo copertina: € 15.00
Editore: Neo Edizioni
Collana: Iena
Data di Pubblicazione: 24 ottobre 2017
EAN: 9788896176511
ISBN: 8896176514
Pagine: 195

Citazioni tratte da: La madre di Eva di Silvia Ferreri

«E tu cos’hai costruito oggi? Come va questo cantiere? Abbiamo finito gli occhi? Abbiamo messo a punto i piedini? Ci vuole tempo» (…) «ci vuole tempo e ci vuole dedizione per portare a termine un progetto così perfetto». (pag 22/23)

Se una cosa ha rischiato di dividere me e tuo padre negli anni è stata la diversità di approccio al mondo: lui del mondo si nutriva, io dal mondo mi difendevo. (pag 35)

All’inizio nel grembo delle nostre madri siamo tutti esseri identici. Siamo Esseri imperfetti perché incompleti e nuotiamo felici nell’acqua amniotica incoscienti di quello che la scelta del caso porterà per noi. Non siamo né uomini né donne.
Pesci ignari e appagati. Fino al secondo mese, la gonade è indifferente. Non le importa che tu sia maschio o femmina. Le importa che tu sia lì con tutte le sue potenzialità di divenire.
Quale caso, quale destino decidono per te? Dallo stesso spicchio di pelle si possono formare i testicoli o le ovaie. E da lì a discendere, millimetro per millimetro, la roulette della vita. (pag 47)

Non è vero che l’amore per i figli ti apre al mondo. Io dal giorno della tua nascita sono diventata un animale sospettoso che annusa. Detestavo chi ti si avvicinava e non aveva un buon odore. (pag 63)

Essere figlia non è un mestiere facile. Sapere di essere completamente dipendente dalle decisioni di qualcun altro è una sorta di schiavitù a cui è giusto ribellarsi. (pag 70)

E ripensai a mia madre che diceva che gli uomini sono esseri fragili che si smarriscono facilmente, che le donne sono piante dalle radici solide attaccate alla terra. (pag 98)

Le cicatrici servono a ricordare. (pag 126)

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

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