Recensione: Roberto Marri – Primavere promesse


Primavere promesse. Nel gioco della consonanza c’è tutta la serietà della poesia di Roberto Marri, veronese, insegnante. Imparare dagli alberi/ fare spazio/ dare sole/ a ogni parte di sé.
In apparenza dai modi semplici, la poesia del Marri cela e invero tratta temi complessi, come dimostra una delle poesie d’apertura della silloge, quella dedicata al parigino Cimetière Père-Lachaise e ai suoi abitanti: Se potessero tornare/ anche un giorno soltanto/ a primavera i morti/ e uscire ai fiori intorno/ di cui già sanno solo le radici,/ se potessero…/ in calzoni corti/ tornerebbero a giocare/ dimentichi del tempo/ a illudere la sorte/ a salire la collina/ in corse smisurate/ senza fiato e pensieri/ fino all’ora della cena,/ quando sera è solo attesa/ per il gioco di domani. Par di scorgere echi di Edgar Lee Masters o d’intravedere una sorta di “bucolicità” in un argomento così duro da affrontare quale la morte è. È una nostalgia feconda quella che popola questi versi, dove il “dolore del ritorno” si mitiga con quiete (e sovvengono anche le conclusive immagini bergmaniane de Il settimo sigillo). Il lessico è ricco, ma nel contempo chiaro e limpido; Roberto Marri maneggia con levità profonda e sapienza il mezzo linguistico.
In Primavere promesse compaiono varie pagine bianche, che fungono da intercalare nella sequenza delle poesie, come a voler sottolineare la forza del vuoto-silenzio. Ed è ancora serena meditazione… Non finiamo/ dove arrivano le nostre dita/ dove portano i passi/ dove vanno parole.// C’è qualcosa di noi/ che continua a sfuggirci.// Come un sogno/ al mattino// un riflesso/ sul fondo// uno sguardo/ tra le nuvole a sera.
Di eccellenti studi è il poeta, potendo quindi attingere alla fonte dei classici per un’originale rielaborazione, come ne Il ritorno di Virgilio (Ma cos’è il tempo/ quando il viaggio è profondo?), nel Controcanto di Lucrezio (tra gli atomi inclinati/ che vagano nel vuoto/ finché una cosa nasce) o in Ulisse (Cantiamo nuovi canti/ su dove sia approdato/ nell’ultimo suo viaggio:/ ancora da Calipso,/ in vista di quel monte/ o in mezzo alle città/ vestito da nessuno). Perché in fondo Ulisse è ciascuno di noi.
E c’è l’amatissimo Rilke: Nel tuo monolocale/ c’è tutto in pochi passi./ Ognuno parla/ lingue diverse/ o forse traduzioni./ E tu ascolti./ Ascolti e versi/ ma solo il tuo bicchiere/ si vuota e riempie e vuota./ […] E ancora ascolti e versi/ e ascolti i versi e bevi/ e forse piangi.// La notte tarda/ ti sveglia sul divano./ Tutti i bicchieri sono vuoti/ hanno aloni di vino/ come i segni di un’alluvione./ Ti sei assopito/ al canto dei poeti/ e sono usciti piano/ perché stavi dormendo./ Hanno lasciato i libri.
Ma non è certo mero sfoggio erudito, semmai una sensibilissima e acuta rielaborazione. Splendida poesia peraltro.
Eppure il poeta è attento a ogni particolare della quotidianità: la prima neve, la brina che brilla, il baluginio delle stelle, un campetto di quartiere dove… Corre ognuno/ con la sua nuvola/ di polvere… le persiane chiuse dove s’ infila il primo sole./ I raggi si distendono/ come corde di un’arpa./ Li sfiori con le dita/ io resto ad ascoltare. Che irresistibile forza vive sotto le forme di tale sublime delicatezza!
E per magnifica chiusa la poesia intitolata MemoriaLa rosa che hai piantato fuori/ tra le viti al limite dell’orto/ fiorisce oggi e ricordo il canto/ di quando la piantavi e il pianto/ di quando tu sei morto.
Primavere promesse mantiene le sue promesse: un volume piccolo – 34 “sole” poesie –  ma oltremodo prezioso. E come lettori siamo grati a Roberto Marri per averci donato scorci di infinito. Con energia, con soavità.

Alberto Figliolia

Titolo: Primavere promesse
Autore: Roberto Marri
Prezzo copertina: € 8.00
Editore: Prospero Editore
Illustratore: Ruta A.
Data di Pubblicazione: marzo 2018
EAN: 9788885491427
ISBN: 8885491421

 

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