Un affresco profondo della società sarda del primo ‘900
Grazia Deledda, la prima donna italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia letteraria con il suo romanzo “La madre”. Pubblicato per la prima volta a puntate, il libro fu poi pubblicato integralmente nel 1920 dalla casa editrice Treves, e da allora ha continuato a suscitare interesse per la profonda analisi psicologica e la vivida descrizione dell’ambientazione sarda.
La storia ruota attorno a Maria Maddalena, madre del parroco del paese di Aar, Paulo. La tranquillità della donna viene sconvolta quando scopre la relazione segreta tra il figlio e Agnese, dando inizio a un conflitto interiore devastante per la madre, costretta a confrontarsi con doveri morali, desideri personali e le aspettative sociali del tempo.
La scrittura di Deledda, seppur datata, trasuda un forte realismo, consentendo ai lettori di immergersi completamente nella vita quotidiana di Aar. La mancanza di capitoli, sostituita da capoversi separati, contribuisce a mantenere un ritmo incalzante e a sottolineare i momenti cruciali della narrazione.
I personaggi sono dipinti con maestria, con Maria Maddalena che emerge come una figura femminile emblematica dell’epoca, costretta tra la tradizione e il desiderio di vedere suo figlio felice. Paulo, il parroco diviso tra i doveri religiosi e la sua umanità, offre una prospettiva complessa sulla lotta tra la fede e l’amore.
Il tema della duplicità permea il romanzo in modo subdolo, Dio e il diavolo, bene e male, confliggono nelle anime dei personaggi, creando un contesto simbolico che amplifica le tensioni emotive e morali. La presenza sfumata di Dio si scontra con l’influenza palpabile del Diavolo, manifestato nel vento che soffia attraverso le vie di Aar, simbolo delle tentazioni che affliggono i personaggi.
“La Madre” è un capolavoro letterario intriso di intensità emotiva, un romanzo che continua a catturare il cuore dei lettori per la sua capacità di esplorare le complesse sfaccettature dell’animo umano in un contesto ricco di tradizione e conflitto. Grazie a questa opera, Grazia Deledda conferma il suo status di autrice immortale nella letteratura italiana.
Titolo: La madre
Autore: Grazia Deledda
Prezzo copertina: € 14.50
Editore: Catartica Edizioni
Collana: Raichinas
Data di Pubblicazione: 16 novembre 2022
EAN: 9788885790919
ISBN: 8885790917
Pagine: 144
Citazioni tratte da: La madre di Grazia Deledda
«Voi potete aver ragione» disse, sempre più umile ed addolorata, ma adesso con un po’ di finzione; «io sono una povera donna ignorante e non capisco nulla; ma una cosa certa so: che Dio ci ha messo al mondo per soffrire».
«Dio ci ha messo al mondo per godere; ci fa soffrire per castigarci di non aver saputo godere, questo sì, idiota d’una donna. Dio ha creato il mondo con tutte le sue bellezze e poi lo ha regalato all’uomo perché se lo godesse: peggio per chi non lo capisce. Del resto non m’importa di convincerti, come tu pensi. M’importa di cacciarvi lontani da qui, tu e il tuo Paulo. Peggio per le vostre viscere se avete voluto venire a star qui». (pag 22)
…e ti dico che il peccato è una malattia peggiore di ogni altra Perché intacca all’anima. (pag 26)
Era così; ed era così perché la natura dell’uomo è questa: soffrire, amare, congiungersi, godere, soffrire ancora: fare e ricevere il bene, fare e ricevere il male: questa è la vita dell’uomo. (pag 31)
Eppure sentiva bene che questa sicurezza in fondo non era ferma: ma che cosa c’è di fermo nella nostra vita, Dio mio? Neppure le radici dei monti, neppure le fondamenta delle chiese, poiché un tremito della terra le può sollevare… (pag 78)
L’istinto non ci inganna mai. (pag 82)
Katia Ciarrocchi
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