Recensione film “Parliamo delle mie donne” di Claude Lelouch
LELOUCH AL TRAMONTO
Lelouch. Una volta era un cineasta col nome sopra il titolo: incassi dal pubblico e smorfie alla critica con icone dei destini incrociati nel nuovo amore romantico, adultero, pluri familiare, della borghesia europea (“Un uomo, una donna”, decise la carriera nel ’66). Illuminato a 80 anni da un guru indiano, padre di sette figli da mogli diverse, qui affida a un patriarca, grande fotografo con la faccia iper tracciata dall’esperienza di Hallyday, il bilancio di una vita che gli assomiglia. Dedito all’arte (e alle donne) e ingrato con le quattro figlie da quattro relazioni, il top reporter si ritrova per la prima volta con la prole in spettacolare villa (tipico per Lelouch lustrarsi gli occhi con l’agiatezza). Che aria d’altri tempi in maldestra sceneggiatura domestica con finale a colpo di scena.
Silvio Danese
Titolo originale: Salaud, on t’aime
Nazione: Francia
Anno: 2014
Genere: Commedia
Durata: 124′
Regia: Claude Lelouch
Cast: Johnny Hallyday, Sandrine Bonnaire, Eddy Mitchell, Irène Jacob, Pauline Lefèvre, Sarah Kazemy, Jenna Thiam, Valérie Kaprisky, Isabelle de Hertogh, Agnès Soral