Una Natura selvaggia, ma non angosciante. Una presenza umana che non sovrasta: sporadica, umile, marginale ma di grande densità sentimentale ed emotiva. L’immensità dei boschi, la musica del vento, le montagne innevate e laghi, fiumi… L’ascolto del silenzio e il silenzio interiore fatto di ricordi, pensieri… Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord è una pellicola meravigliosa, un viaggio nel Grande Nord del continente americano, fra Canada e Alaska, in cui il grande scrittore, accompagnato dall’amico pittore e illustratore Nicola Magrin, si muove fra suggestioni geografiche, letterarie e, soprattutto, esistenziali.
“E alla fine eccomi lì. La vita a volte è incredibile, dopo lunghissimi giri ti porta al centro esatto della tua storia. Il Magic Bus se ne sta su quella collinetta a ricordare la sua, a testimoniare ciò che è stato, credo, e a veder scorrere due torrenti e le stagioni, senz’altra compagnia che quella degli orsi e gli alci di passaggio”… Il viaggio dei due amici termina nel leggendario bus – rimosso nel 2020 per ragioni di sicurezza – dove trascorse gli ultimi giorni della sua vita Chris McCandless, il giovane di Into the Wild. Un punto di arrivo o l’ennesimo punto di partenza?
Il primo porto d’approdo di quest’avventura è la tomba di Raymond Carver, poi si prosegue sulle tracce di Ernest Hemingway, D.H. Thoreau, Herman Melville, Jack London, passando per fecondi incontri lungo l’itinerario, come quelli con Gianni e Magi Bianchi, la cui dimora è nel bosco ai bordi di un lago alla distanza di due ore da ogni altro essere umano, o con la poetessa Kate Harris, anche lei depositaria di una scelta di vita che l’ha condotta alla vita nel bosco, alla scrittura solitaria – ma con pareti di libri nella sua casa interamente di legno – alla meditazione, allo scavo interiore, che pure non è fuga o rifiuto del consorzio umano. Semmai, una ricerca.
Il film si dipana fra le immagini di un mondo ancora incontaminato, che non può non suscitare profonda nostalgia, che inevitabilmente provoca il confronto con il vivere frettoloso, convulso e superficiale che ormai tocca la maggior parte dell’umanità. Le immagini che si dipanano sono magnifiche, le parole poche ma profonde, mai sprecate, e il silenzio, come detto, è un benefico signore che consente di meglio scrutarsi dentro. E, intorno, lo spettacolo eterno della Natura con le sue imperscrutabili ragioni, che pur ci commuovono.
Alberto Figliolia
Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord, regia di Dario Acocella. Scritto da Paolo Cognetti, Dario Acocella, Francesco Favale. Prodotto da Samarcanda Film con Feltrinelli Real Cinema e con Rai Cinema. Musica di Fabrizio Bondi.
In uscita nelle sale italiane solo il 7, 8, 9 giugno alla riapertura della stagione cinematografica (elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it).
Credo che il senso della vita non sia dato da ciò a cui si aspira, ma da come lo si raggiunge.