A cura di Katia Ciarrocchi
I fuoriusciti è l’ultimo lavoro di Michele lupo, una raccolta di racconti “Storie di fughe, ritorni e trascurabili vendette”, nei quali descrive personaggi non troppo “fuori” dalla norma, perché il mondo è pieno di “disadattati” sociali, fobici chiusi in una stanza che si rifiutano di vivere. Citando Michael Connelly “Il mondo è pieno di gente che non è capace di andare oltre. Non c’è fine o non c’è pace. La libertà non ti libera…”
I personaggi di Lupo non riescono ad andare oltre. Sono imbottigliati in un tormento psicologico che non permette loro di uscire al di fuori delle proprie “masturbazioni” mentali, riducendoli così a sopravvivere una vita logora e pesante. Come in “Cimitero del tempo libero” ove il protagonista perso il lavoro di libraio si “accomoda” vendendo porta a porta. Se prima amava il suo lavoro perché amava i libri, oggi si adegua vendendo di tutto per sbarcare il lunario, ma in fondo è stabile, nel suo non essere ma tirare avanti, e anche quando il passato si ripresenta “Una vita morta e sepolta che torna a galla come una bestia immonda”, concedendo forse un riscatto, lo lascia andare senza muovere paglia. Tutto sembra scivolargli di dosso.
Lupo racconta l’espressione tipica del moderno vivere nel sentirsi impotenti e schiacciati da un’evidente ostilità, provocando l’inadeguatezza a ciò che ci circonda, inadeguatezza descritta egregiamente in “Congedo” ove la disperazione fa da padrona e la vita pian piano viene meno “…non è una bella storia quella in cui sei sempre lì sul punto di farcela e non ce la fai mai”, dove la protagonista è assorbita totalmente non tanto da ciò che realmente accade, quanto da ciò che avverte.
I racconti che compongono “I fuoriusciti” hanno, quindi, come filo conduttore il disagio nel più ampio significato della parola ed è mirabile come Lupo è riuscito a penetrare i meandri più intimi, toccando sfiorando e tirando fuori il meglio (peggio) della psiche umana.
C’è una differenza sostanziale di narrazione, e questo se per alcuni potrebbe essere una pecca, io lo trovo sicuramente un punto a favore di Lupo che riesce a dimostrare la capacità di scrittura mettendo in pratica i vari stili narrativi, quindi si passa da una narrazione lineare che troviamo né “Gatti del sud” (si può leggere integralmente per gentile concessione dell’autore) a un monologo interiore (che io amo definire flusso di coscienza) in Ego te absolvo dove un sacerdote si confessa con angoscia nella certezza della propria inadeguatezza per il ruolo che veste.
Nessun artefatto, ne giri di parole le storie si avvicendano, catturano e fanno incazzare.
Insomma Michele Lupo ci regala un bel libro e a differenza dei suoi personaggio riesce ad andare oltre. Scavalcandolo.
Titolo: I fuoriusciti. Storie di fughe, ritorni e trascurabili vendette
Autore: Michele Lupo
Editore: Stilo
Collana: Nuovelettere
Prezzo: € 10.00
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 886479025X
ISBN-13: 9788864790251
Pagine: 132
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea
Leggi l’intervista a Michele Lupo
Michele Lupo è nato a Buenos Aires.
Ha scritto uno studio su Boccaccio, il romanzo L’onda sulla pellicola (Besa Editrice, 2004), la raccolta di racconti I fuoriusciti (Stilo Editrice di Bari)
Un secondo romanzo (Rosso In Fuga) è previsto per aprile-maggio con Cult Editore; entro il 2011, dovrebbe uscire anche un racconto lungo nella collana “La nave dei folli” presso Edilet.
Collabora con diverse riviste, www.lankelot.eu, www.paradisodegliorchi.com e altre.
Vi scrive, non senza vis polemica, di libri altrui, scuola e disastri italiani diffusi.
Vive a Tivoli e insegna materie letterarie.
Il suo blog è michelelupo.blogspot.com
L’indirizzo e–mail: michele.lupo@tin.it
Katia Ciarrocchi