Né “La notte che uccisi Jim Morrison” Luigi Milani ripercorre gli ultimi anni di Jim Morrison, fino a condurre il lettore a vivere gli ultimi giorni del musicista in una Parigi sconosciuta ai molti.
Non mi soffermerò sulla trama del libro, perché magistralmente Milani riesce a fare un sunto perfetto del periodo rock psicodelico in cui Jim Morrison si affermava, in tutto il suo turbinio emotivo, come cantante fondando insieme all’amico Ray Manzarek, tastierista, il gruppo The Doors scrivendo così una buona fetta del rock.
La cosa che più mi ha colpito del narrare di Milani è proprio la capacità di sintesi senza tralasciare sia avvenimenti esterni che tumulti interiori. A fine lettura, rimane viva la credenza che il Re Lucertola non sia morto, ma si sia dileguato nell’anonimato proprio nel momento di suo maggiore malessere.
“La sofferenza mi aiuta a lottare. Finché soffro so che sono ancora vivo. Jim diceva che la morte è bella perché cancella ogni dolore, ma si sbagliava. La morte è… la morte.”
Luigi Milani riesce ad affascinare il lettore tenendolo incollato alle pagine dei sui libri, peccato che “La notte che uccisi Jim Morrison” sia un racconto di solo 53 pagine, avrei continuato volentieri il viaggio con il Re Lucertola nel travaglio dei successi che hanno segnato la storia della musica rock, ma soprattutto nei meandri del poeta maledetto quale era Morrison.
Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro
Titolo: La notte che uccisi Jim Morrison
Autore: Luigi Milani
Prezzo copertina: € 9.90
Editore: Dunwich Edizioni
Collana: Morte a 666 giri
Data di Pubblicazione: giugno 2014
EAN: 9788898361328
ISBN: 8898361327
Pagine: 112