A cura di Augusto Benemeglio
1. Da Cechov a Caproni , l’inchiostro scorre
“L’ospite indocile” di Lucianna Argentino , Passigli editore, 2012 , è una raccolta di poesie religiose , ma di una religione cechoviana del tempo che passa e ripassa in una sinfonia da “tragico” quotidiano , in una continua attesa del nulla , con quel peso sordo, quel dolore di cupe gallerie che risuona dentro l’anima, col cuore che si fa cenere e se ne va in una discesa in pianissimo verso il nulla; ma lei , – Lucianna , marcheziana sentinella celeste e stanca che ha nostalgia dei morti , e che vive insieme ad angeli domestici e ai presagi , con una “certa fatica di raccogliere , adunare /e lavorare un canto – si nutre di dubbi che sempre più l’assillano , una specie di ricerca caproniana dell’essenza-assenza di dio , quasi una sfida con dio e la sua fuga abissale ; il suo è uno spartito musicale , in totale assenza di retorica, che s’aggrappa a contrappunti raffinati e chiari per suggellare una preghiera bianca , oppure è un messale , in cui la sacerdotessa concelebra il rito della vita all’altare del Foglio Bianco, con un inchiostro che è sangue, e le parole cibo, particole consacrate: L’inchiostro scorre/ e si rapprende come lava/ fa fertile il foglio/ fa anse all’ansia spicca il vuoto alle cornici/ ai cornicioni chiede la vertigine/ per il salto nel pieno della vita.
2. Un inospite inatteso e inquietante
Il nostro è, insomma, un inospitale andare , con cadute, graffi, ferite , dolori , sia nella carne che nello spirito, un po’ di pietà nell’ombra e un po’ di disperazione . Tutto ciò mi fa pensare a un bel film ,“L’ospite inatteso” , di Tom Mc Charty , in cui il protagonista scopre che ha un cuore che batte al ritmo del tamburo africano, e dove la presenza della morte assume un valore di accoglienza e libertà; in una vicenda apparentemente tranquilla, quasi banale , fatta di “abbracci vuoti /senza niente in mezzo” , che vive in realtà di correnti sotterrane e agitate come “ vita sottratta alla morte //aratro sulla carne a scavare solchi complici/del potenziale elettrico del cuore”(pag.61),strani universi e destini borgesiani , convergenti e paralleli , “piccoli e in fioritura/in genesi di grammatica /o nella sintassi delle porte”. – .
Ma il titolo della silloge richiama anche “L’ospite inquietante” di Umberto Galimberti in cui vi sono i giovani allo sbando e l’ombra di Nietzsche , “custode delle dolorose ubiquità /della scrittura a farla una e trina” che diceva, “L’anima dell’uomo, congedatasi da ogni orizzonte di senso, prese a navigare in compagnia del più inquietante tra tutti gli ospiti , il nichilismo”. Ed ecco Lucianna , nell’ombra del silenzio , affermare quasi con una punta d’orgoglio : “Scrivo di nascosto da Dio/ che nella bocca voglio parole mie”
3. Da Montale a “na cria”
C’è anche un che di ironico in questo libro di geometriche sottrazioni , di “ Voce rimasta a vibrare/ in qualche punto determinato” , di quasi montaliana memoria, la dove “le parole chiederanno al loro utente di morire una volta per tutte”, in cui
il tema della creazione va a braccetto con quello per così dire cimiteriale , e non a caso, come dice la stessa autrice, questo ospite indocile che è la morte , l’ha mutata ,
l’ha trasformata , “scontornata” in uno specchio che è ” un abisso che da noi proviene/ e ci sovrasta…”.
Non è che l’Argento voglia questo oblio della sua parola , ma dà per certo il fallimento di ogni impresa, di ogni sentiero, di ogni possibilità d’incontro: “ qui stanno gli anni, le storie inconcluse,/ gli sguardi senza più coraggio,/ le assenze dentro i sogni/ o le troppe presenze ancora/ ancora senza degna sepoltura.
Non sembra esserci più via d’uscita , il silenzio si è fatto più fitto, le parole avvizziscono/ ci rimane il vuoto ( Dice che non c’è addio nelle asole/ e asola allora sia: poca materia intorno e vuoto).
C’è tutta una filosofia del vuoto , della oscillazioni ondose della coscienza, del potere della sospensione . “C’è un canto cosmico dentro questo vuoto in cui accade la creazione. Che è continua e impermanente” ,- scrive Anna Maria Fabbri , ma soprattutto c’è quella vasta sapienza che è l’oro del cuore , con le sue intermittenze ,le sue passioni, le sue lacrime calde che rifanno la nostra storia recente di lutti e di guerre: “No cry nonna no cry/ passati ormai a un’altra storia/ a un’altra guerra di tutto il lascito / ce ne resta na cria”. Ecco , forse basterebbe quella goccia, quella lacrima, quella “cria” di fiducia per rifare le nostre architetture interiori e guardare con speranza al futuro , bisognerebbe credere “ nel tempo dell’attesa/nutrito di digiuni” , nello svanire della frontiera tra materia e idea , vedere gli scenari che si sciolgono , si liquefanno dal proprio recondito miraggio, per capire la coincidenza col nulla , lo squagliamento delle chiacchiere , le parole che si sfanno nell’aria , la ricerca della perduta divinità , la sola che può restituire una luce del senso e del gusto degli eventi , la “ferita dell’essere” di cui parlava Mario Luzi.
4. Un atto di fede
Il mondo , qualunque mondo rimane sempre un atto di fede ( “E’ un castigo /lo stare sempre a guardare/il vuoto, la mancanza/ in perdita di luce…”) , e la necessità di leggerezza rimane forse l’unica grazia possibile che ci è concessa , l’unica vera unità per tutti gli essere creati , o non ancora creati, ma la vera pienezza di esistere ci rimane preclusa da spesse cortine dei limiti del corpo e dell’intuito , dall’incapacità di cogliere la luce attraverso minimi respiri, così come l’eternità , quella striscia sottile di mare mescolata al sole , è solo “una voce che mai tace,/ è abisso di luce”: Si tenta il precipitato chimico per ritrovare il senso del divenire , ed ecco clandestini echi di sillabe che si sgranano in parole o grumi , che filtrano significati : “ E’ bellezza , che si fa scrittura /e non ne muore “
Roma, 2 febbraio 2012 Augusto Benemeglio
Titolo: L’ ospite indocile
Autore: Lucianna Argentino
Editore: Passigli
Collana: Passigli poesia
Prezzo: € 12.00
Data di Pubblicazione: Dicembre 2012
ISBN: 8836813496
ISBN-13: 9788836813490
Pagine: 96
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