1. Sacco e Vanzetti
John Dos Passos è tornato alla ribalta qualche anno fa , in Italia, con “Davanti alla sedia elettrica”, un pamphlet scritto nel 1927, in favore di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte negli Stati Uniti al termine di un processo a lungo contestato. Il libretto del grande narratore americano è stato tradotto per la prima volta in italiano solo nel 2005 , per le edizioni di “Spartaco”. Dos Passos analizza approfonditamente gli aspetti giuridici del processo. Egli mette in evidenza l’inattendibilità dei testimoni dell’accusa, la mancata considerazione dei testimoni della difesa, le trame del Dipartimento della Giustizia, i preconcetti dei giudici, persino la mancata considerazione di un reo confesso. In base all’analisi della vicenda processuale, lo scrittore statunitense afferma che il processo non è teso ad accertare la verità dei fatti e la colpevolezza o l’innocenza degli imputati, ma è una mera persecuzione politica che si inserisce in “una grande crociata d’odio contro rossi, radicals e dissidenti di ogni sorta”. (p. 77) Poliziotti, agenti di compagnie private, giudici, erano i protagonisti di questa crociata, sostenuti “dall’odio cieco di migliaia di cittadini benpensanti” (p. 118), per i quali anarchici e banditi erano sinonimi. Come disse il giudice Taher, “il delitto di rapina a mano armata era pienamente conforme agli ideali radical”. (p. 96) Lo stesso giudice, che durante il processo non sollevò obiezioni a domande della pubblica accusa del tipo “avete mai discusso di teorie di governo?” e “avete mai discusso di ricchi e di poveri?”, (p. 123) dopo la sentenza affermò compiaciuto: “Avete visto come ho sistemato quei bastardi di anarchici”? (pag. 13) I due immigrati italiani, che parlavano un inglese stentato, fuggiti in Messico per evitare l’arruolamento, che non credevano in dio né nelle istituzioni, erano dei colpevoli ideali per rassicurare l’opinione pubblica più timorosa dei cambiamenti sociali. John vi aveva ricostruito le vicende processuali, smontando i capi d’accusa e raccontando il suo incontro con i due italiani in carcere: infine faceva suo l’appello di molti operai italo-americani e non , per salvarli dalla sedia elettrica. ”Con la loro morte, – affermò – sarebbe morta la fiducia nella giustizia”. E con la morte dei due anarchici italiani morì anche il “sogno americano” di Walt Whitman. L’America non era affatto quella vagheggiata nazione democratica di liberi ed eguali . In realtà vi erano due nazioni ben distinte :l’America dei ricchi e quella dei poveri. La vicenda di Sacco e Vanzetti rappresentava la sconfitta , il fallimento di tutta un’impalcatura retorica , ipocrita e falsa della giustizia , dell’umanità e dell’integrazione degli immigrati . Con Sacco e Vanzetti venne dimostrato che le opportunità non erano uguali per tutti. I nuovi arrivati, o almeno alcuni di essi, in particolare i “mediterranei” e gli slavi, venivano accolti con ostilità razzista.
Il giovane , ma già affermato scrittore , John Dos Passos , convinto che l’artista dovesse assumere un preciso impegno politico , si battè strenuamente per la causa , proponendosi , con questo scritto amaro, rabbioso e graffiante , che risale a più di ottant’anni fa , di attirare l’attenzione dell’opinione mondiale sulla dura esistenza dei diseredati e sugli abusi che il sistema economico capitalistico americano fondato sull’ingiustizia e sullo sfruttamento perpetrava ai loro danni . E venne anche arrestato proprio a causa della sua manifestazione di reiterata protesta – anche con diversi articoli di stampa sui quotidiani – a favore di Sacco e Vanzetti.
2.Ma chi era John Dos Passos ?
Negli anni ’90 era stato fatto conoscere al grande pubblico italiano soprattutto da Alessandro Baricco , nelle sue trasmissioni televisive “Circolo Picwick “Nato a Chicago nel 1896 da una famoso avvocato di origine portoghese , Dos Passos aveva trascorso la maggior parte della sua prima infanzia in Europa , in compagnia della madre. Al suo ritorno in America , l’undicenne John frequentò una scuola privata e si iscrisse all’università di Harvard , dove venne a contatto con l’estetismo di giovani collaboratori del “The Dial” e conobbe Thorstein Veblen , rimanendo conquistato dalla “sua elaborata ironia e dall’attacco distruttivo alla facciata istituzionale del capitalismo “ Nel 1916 , appena fresco di laurea ad Harvard, se ne andò in Spagna per studiare architettura, ma qui venne sorpreso dalla guerra e fece un po’ come Hemingway ,( tra i due non ci sarà mai grande simpatia) : s’arruolò nell’esercito francese come autista di ambulanze e successivamente transitò nel corpo sanitario italiano . A seguito di tali esperienze , mentre Hemingway scriveva il suo famoso “Addio alle Armi” , Dos Passos scrisse due libri , “One Man’s Initiation ,(1920) , storia di un conducente di ambulanze durante il conflitto , e “Three Soldiers “(1921), che narra del mondo della guerra e i suoi effetti su tre tipi di personaggi. Poi scrisse un volume di poesie , un libro di viaggi e alcuni saggi su scrittori spagnoli, degni di un certo rilievo . Ma il successo vero e proprio arrivò con “Manhattan Transfer” (1925) , in cui trovò il suo primo “grande personaggio corale” : la metropoli moderna , ad un tempo realtà sociale concreta e simbolo di quella nuova e tragica condizione
umana di cui egli aveva intuito da qualche anno i suoi elementi essenziali: “Ciò che c’è di più tremendo a New York è che quando ne avete fin sopra i capelli , non sapete più in quale posto andare . E’ il tetto del mondo. La sola cosa che ci rimane è girare e girare come lo scoiattolo in gabbia” , che dimostra tutta la sua classe di narratore , il suo stile , il suo ritmo fluente , il linguaggio nuovo , conciso, vivido , ironico e tragico insieme , com’è il destino di tutti i suoi personaggi diseredati , – vessati , sfruttati , di cui il sistema economico fa uso e abuso , sottoposti alla feroce ingiustizia del vivere quotidiano , senza alcuna speranza di riscatto.
3. Il sogno americano rovesciato
In quello che è stato definito “uno studio sinottico ” , Dos Passos rovescia radicalmente il concetto di “ sogno americano” , che diventa piuttosto un “ incubo quotidiano” . La città è vista come luogo fisico “infernale” che s’imprime nella mente e nei sensi di coloro che vi vivono , come atmosfera che condiziona emozioni e modo di vita . Non a caso Manhattan Transfer , il viaggio in metropolitana, è il simbolo centrale e la chiave dell’opera. Essa compendia la vita di città, fatta di folle, di perfetti estranei costretti a vivere insieme, fatta di indifferenza, isolamento, spersonalizzazione, solitudine. A sua volta la città diventa epitome dell’intera realtà americana su cui si esercita l’ironia della scrittore. In questo mondo dissociato e nevrotico non c’è posto per la famiglia né per le relazioni umane, dato che le esistenze dei singoli sono subordinate alla struttura della vita cittadina. I personaggi hanno tutti, in certo qual modo, vite parallele, in cui ciascun personaggio è pronto a cogliere il balenare della singola irripetibile esperienza, nonostante la certezza della frustrazione. .
Di lui rimane , oltre quel libro , rimane sicuramente la “trilogia” : U.S.A. , 42° parallelo, Un mucchio di quattrini, che rappresenta la polivalenza dell’esperienza storico-sociale americana , in cui si racconta la storia di dodici personaggi principali e di molti secondari durante i primi trent’anni del 1900, con una struttura originale e assai complessa , alternando quattro diverse linee di racconto . Le singole storie dei personaggi sono inframmezzate da “biographies” , “ camera eyes” e “news-reels” ( cinegiornali) , consistenti in un montaggio di titoli di giornali, canzonette e slogan pubblicitari , che commentano l’azione dall’esterno e forniscono una pungente satira dell’immagine che l’America ha costruito di sé stessa. Si tratta di innovazioni , espedienti narrativi , conditi da citazioni letterali di effetto potentemente evocativo , che influenzeranno tutta la narrativa americana e , in parte , europea ( p.e. Sartre)
4. La riabilitazione morale e storica.
Scrittore straordinario , spregiudicato innovatore del linguaggio narrativo , Dos Passos attende tuttora che la sua opera venga studiata partitamene in vista di una valutazione complessiva della sua personalità letteraria . Per le nuove generazioni , che nulla sapevano di Dos Passos, è stata molto utile , come ho accennato all’inizio , l’iniziativa Alessandro Baricco, che lo ha proposto ( e continua a farlo, me par) nei suoi spettacoli culturali, così come lo è stata l’iniziativa editoriale dell’editore “Spartaco” , che è ‘ la ricostruzione di una grande manipolazione, una falsa inchiesta giudiziaria con false deposizioni e false ricostruzioni da servire all’opinione pubblica debitamente preparata a temere il pericolo rosso. Due perfetti capri espiatori, due anarchici e per di più stranieri, due poveri cristi venuti nel Nuovo mondo perché in Italia non c’era nulla , o per il grande amore per le macchine e le meraviglie meccaniche americane, vennero sacrificati.
Dos Passos fu uno di quelli che non si rassegnò fino all’ultimo all’idea che una tale ingiustizia venisse consumata. Sapeva, lui come le menti più geniali di quel tempo, che una tale ferita avrebbe continuato a sanguinare per decenni perché il sangue innocente non si secca. Scrisse: «Gli stanno scavando la fossa giorno dopo giorno: l’odio cieco di migliaia di cittadini benpensanti e il meccanismo sovrumano, tortuoso, subdolo, senz’anima della legge li spingono inesorabilmente verso la sedia elettrica».
E pensò che per quei poveri cristi innocenti non potesse fare molto più di nulla per sottrarli alla orribile fine della sedia elettrica, ma si battè fino all’ultimo grido, fino all’ultimo stilla di sudore. “Lo giuro, per Dio , mi batterò fino in fondo per la giustizia, per la faccia umana della Giustizia che da qualche parte ci deve pure essere” . Ma anche la penna di un grande narratore , il suo accorato appello per salvarli dalla sedia elettrica, la puntigliosa ricostruzione della contestata vicenda processuale, il racconto toccante dell’incontro in carcere con i due anarchici, l’accusa ai giudici di essersi mossi in un clima di furore ideologico e la richiesta di revisione del processo, la raccolta di numerose firme , comprese anche quelle di grandi personaggi come Thomas Mann e Albert Einstein in favore dei due italiani, la formazione e la mobilitazione morale di un vasto movimento di opinione , in tutto il mondo, non valsero a salvare i due martiri italiani. Che furono riabilitati solo nel 1977 , dopo la morte dello scrittore ( che era stato tra i promotori sia del Comitato di Difesa che quello di Riabilitazione) . I due italiani furono riabilitati sia come memoria morale che storica . Fu il governatore del Massachusetts, nel cinquantesimo anniversario dell’esecuzione, che proclamò il 23 agosto Sacco and Vanzetti memorial day.
Roma, 3 giugno 2013 Augusto Benemeglio
Un uomo raro, come ce ne sono pochi purtroppo, disposto a battersi a fianco dei perdenti nella vita, di solito gente onesta.
Molto più comodo saltare sul carro del vincitore di turno e vivere nella penombra d’una sbiadita luce riflessa.
Grande merito per Dos Passos, tanto più che era nato sul versante “giusto” del mondo, quello dei ricchi e benestanti. Cursus honorum impeccabile ( a parte il concepimento adulterino ): scuola d’élite, Grand Tour per la Bildung accompagnato dall’istitutore, Harvard Uniiversity: cosa si vuole di più? Eppure, si va a schierare con Sacco e Vanzetti, a sfidare l’establishment perbenista di un’America che, dai livelli egemoni a quelli della provincia più becera, è sempre stata e continua a essere una nazione scatologica e per nulla escatologica.
Soprattutto in tempi come questi, che appaiono ripiegati sul peggio, è indispensabile che scrittori come Dos Passos siano rivalutati, a edificazione valoriale di una gioventù che sembra avere il nulla come unico obiettivo.