Leggere Oblomov di Ivan Gončarov è un’esperienza sorprendentemente intima e profondamente riflessiva, capace di instaurare un dialogo silenzioso con il lettore. Il romanzo non si limita a raccontare la storia di un uomo inerte, ma mette in scena una condizione esistenziale che attraversa il tempo e continua a parlare con forza anche al presente. Oblomov non è soltanto un personaggio letterario, ma è un modo di essere, una tentazione dell’animo umano, una possibilità che molti hanno sfiorato almeno una volta nella propria vita.
Oblomov vive nel conforto del suo letto, avvolto da sogni, ricordi e nostalgie, incapace di confrontarsi con la concretezza del mondo reale. La sua inattività non appare come un semplice difetto di carattere, ma come una vera e propria condizione umana, osservata da Gončarov con estrema delicatezza e lucidità. L’inerzia diventa così il simbolo di una rinuncia silenziosa, di una preferenza per ciò che è noto e rassicurante rispetto all’incertezza del cambiamento.
Nelle pagine dedicate al celebre “sogno di Oblomov” emerge un mondo ideale, fermo e rassicurante, privo di conflitti e di dolore. È un luogo che genera una nostalgia intensa, nonostante non sia mai esistito davvero. Proprio questa perfezione apparente ne rivela il pericolo: il sogno diventa una trappola, un rifugio che offre protezione ma allo stesso tempo isola, separando Oblomov dalla vita reale e dalle sue possibilità.
L’amicizia con Andrey Stoltz introduce uno dei contrasti centrali del romanzo; Stoltz rappresenta l’azione, l’energia e il movimento continuo, tutto ciò che Oblomov non riesce a incarnare. Nonostante questa distanza, il loro legame è autentico e attraversato da un affetto sincero, fatto anche di ripetuti tentativi, spesso inutili, di sottrarre Oblomov alla sua immobilità. Gončarov offre un ritratto realistico dell’amicizia, intesa come confronto costante e tensione tra modi opposti di vivere.
La storia d’amore tra Oblomov e Olga è forse l’aspetto più delicato e doloroso del romanzo, perché il loro legame nasce sotto il segno della tenerezza e della speranza, ma si rivela presto fragile. Olga intravede in Oblomov un potenziale inespresso, una luce che potrebbe emergere, mentre lui si dimostra incapace di sostenere il cambiamento che l’amore richiede. La loro relazione mostra come, talvolta, non sia la mancanza di sentimento a determinare una fine, ma l’assenza del coraggio necessario per viverlo fino in fondo.
Ivan Gončarov, con Oblomov, realizza molto più di un ritratto individuale, testimone di una Russia aristocratica sospesa tra immobilismo e bisogno di rinnovamento, Gončarov osserva il suo tempo con lucidità critica e profonda sensibilità psicologica. La sua scrittura, limpida e misurata, evita l’enfasi e affida la propria forza alla precisione dello sguardo. Attraverso Oblomov, l’autore costruisce una critica sottile ma radicale a una classe sociale incapace di agire, ma al tempo stesso riflette su una fragilità che appartiene all’essere umano in quanto tale.
Oblomov lascia un segno profondo perché invita a riflettere sul confine sottile tra il vivere e il limitarsi a sognare la vita. Il romanzo suggerisce che l’esistenza autentica passa attraverso la fatica, il rischio e l’accettazione delle sfide, mentre il rifugio nel passato e nell’immobilità, per quanto rassicurante, finisce per sottrarre ogni possibilità di futuro.
Un libro da leggere almeno una volta nella vita.
Titolo: Oblomov
Autore: Ivan Goncarov
Prezzo copertina: € 13,00
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica. I classici
Edizione: 2
A cura di: P. Nori
Data di Pubblicazione: 4 giugno 2014
EAN: 9788807901225
ISBN: 8807901226
Pagine: 576
Katia Ciarrocchi
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