ArteRecensione: Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori


Un assemblaggio fantastico. Una Wunderkammer che mette insieme splendidi manufatti d’arte, sovente realizzati con tutti i materiali ed elementi che Madre Natura sa offrire all’uomo, qui nella sua veste di prediletta e privilegiata creatura, e preparazioni d’ogni sorta, oggetti ed elaborazioni d’ogni specie.
Il Sarcofago di Spitzmaus e altri tesori è una di quelle mostre che si possono ben definire epocali, stanti la varietà, la quantità e lo splendore dei pezzi e reperti esposti, con accostamenti cromatici e tematici quanto mai indovinati e oltremodo suggestivi. Lo spazio della Fondazione Prada e il percorso fra vetrine e pareti in un sapiente gioco di luci e penombre aiuta il visitatore a immergersi in questa atmosfera di scoperta, stupore e meraviglia.
Si trascorre così dai “ritratti irsuti” a un Tiziano (Ritratto del Duca Giovanni Federico, Elettore di Sassonia, 1550-51), dagli occhiali protettivi degli Inuit del Kalaallit Nunaat orientale – un incredibile lavoro, ante 1906, di artigianato dalla qualità estetica superba (amica della funzionalità): si direbbe un oggetto da design contemporaneo – alle statuette egizie e alle miniature, dai giochi alle armi, sino al sarcofago del toporagno, una scatola di legno egiziana che contiene la mummia di un piccolo mammifero del IV secolo a.C., che dà il titolo alla mostra.
“La mostra si espande nel piano terra del Podium per creare un ambiente ispirato alla tradizione del giardino all’italiana con la presenza di elementi che evocano siepi e padiglioni allegorici tipici del parco rinascimentale. Il principale riferimento storico di questa nuova configurazione concettuale e visiva è il Castello di Ambras a Innsbruck, residenza progettata dal 1570 dall’architetto Giovanni Battista Guarienti, sul modello delle grandi corti italiane, per ospitare le collezioni dell’Arciduca Ferdinando II di Asburgo e della moglie Philippine Welser. Oggi Ambras è parte del Kunsthistorisches Museum ed è considerato come il museo più antico al mondo. Uno dei suoi edifici, il cosiddetto Castello Inferiore, è stato concepito con l’intento di condividere con gli ospiti e i visitatori un patrimonio artistico che fino ad allora era destinato unicamente al piacere e all’educazione del sovrano e della famiglia reale”.
La selezione operata dal cineasta Wes Anderson e dall’illustratrice e scrittrice Juman Malouf ha consentito di prelevare 538 manufatti e oggetti dal Kunsthistorisches Museum e dal Naturhistorisches Museum di Vienna. “I due musei gemelli inaugurati nel 1891 sono tra le istituzioni culturali più rilevanti in Austria e in Europa. Il primo raccoglie più di 4 milioni di opere collezionate dalla famiglia degli Asburgo e poi dalla Repubblica d’Austria a partire dal Duecento-Trecento. Il secondo, uno dei più grandi musei di scienze naturali al mondo, riunisce più di 20 milioni di oggetti”.
Dal materiale meteoritico al coccodrillo in legno nero e pigmento datato 1974 e creato in Papua Nuova Guinea è un viaggio attraverso le ere storiche: Isabella d’Este by Peter Paul Rubens; ushabti dell’epoca tolemaica; perle a forma di disco infilate, 3000 a.C., Antico Egitto; una maschera di Teotihuacan; la Salomé con la testa di Giovanni Battista (1525-1530) di Bernardino Luini; un amuleto ebraico e statuette ottomane; un idolo femminile del 1450-1200 a.C. dell’Età del bronzo cipriota; il set per il trucco di Hubert Marischka, tenore, regista e sceneggiatore austriaco; il bicchiere di Napoleone con custodia (vetro a piombo, legno, pelle con decorazioni in oro, tessuto, carta, lega di rame); un contenitore per intestini dell’Antico Egitto; una stupenda fiaschetta per polvere da sparo del XVII secolo, Germania, in avorio, filo dorato e seta; Lucas Cranach il Vecchio; un revolver Gasser a percussione centrale a sei colpi; una mazza maori, patu kotiate, del 1858 circa; un dipinto di Jusepe de Ribera, Uomo con tartarughe; due paesaggi con caccia (oli su pietra arboraria e legno, 1600 circa) di Antonio Tempesta; un recipiente a forma di baccello della Cultura Moche, preincaica; custodie disparate dall’Uzbekistan e dall’Iran; la stupefacente Donna anziana, dipinto su tela del 1721 per mano di Balthasar Denner, della quale è scrutata ogni minuta ruga, un effetto iperrealistico incredibile, un ritratto che ci fissa negli occhi, che parla e ci penetra; la grandiosa Primavera (1600 circa) di Maartens De Vos,  una tela dal divertito assembramento di giochi ai piedi del musico, la parola Amor incisa sul tronco, un trionfo vitalistico senza pari; l’elmo a forma di volpe (1526-1529) appartenuto a Ferdinando I.
Il Sarcofago di Spitzmaus e altri tesori è una riflessione sulle motivazioni che guidano l’atto di collezionare e sulle modalità con le quali una raccolta è custodita, presentata e vissuta. Guardando al passato e ispirandosi al modello della Wunderkammer, la mostra sfida i canoni tradizionali che definiscono le istituzioni museali, proponendo nuove relazioni tra queste e le loro collezioni, tra le figure professionali e il pubblico dei musei. La scelta delle opere, effettuata seguendo un approccio non accademico e interdisciplinare, dimostra non solo una conoscenza approfondita dei due musei da parte di Anderson e Malouf, ma testimonia anche risonanze e corrispondenze inattese tra i lavori raccolti e gli universi creativi dei due artisti. Il percorso espositivo è costituito da gruppi di opere: dagli oggetti di colore verde ai ritratti di bambini, dalle miniature agli strumenti di misurazione del tempo, dalle scatole agli oggetti in legno, dai ritratti di nobili e gente comune a soggetti naturali quali il giardino, meteoriti e animali presentati come reperti scientifici o come rappresentazioni artistiche”.
È chiaramente un elenco per difetto.
Munitevi di pazienza nella visita: non meno di due ore. Due ore che fuggono lievi, leggere e oltremodo colme di emozioni e fantasticherie della mente.

Alberto Figliolia

Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori. Fondazione Prada, Largo Isarco 2, Milano. Fino al 13 gennaio.
Informazioni e visite guidate: tel. +39 0256662612; e-mail visit.milano@fondazioneprada.org; sito Internet www.fondazioneprada.org.
Orario: lunedì/mercoledì/giovedì, 10-19; venerdì/sabato/domenica, 10-21. Chiuso il martedì e l’1 gennaio. La biglietteria rimane aperta fino a un’ora prima della chiusura.

 

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