Il ritorno di Yasmin Brandolini D’Adda


A cura di Augusto Benemeglio

1.L’amico ritrovato.

Mi telefona Nicola Apollonio, Direttore di Espresso Sud, è un sabato di dicembre, roba di ceneri di mare; sai, quei giorni in cui la risacca trasporta un po’ di tutto, detriti, foglie morte, rumore d’ali, e poi contrabbassi, flauti e violini, voci morte, sabbia e piume, lunga scia di nostalgie -“Sto a Roma”, mi dice, “anzi a Fiumicino, con mio fratello Ugo” -, e ti vengono in mente quella squadriglia di pescherecci e i gabbiani tra le sartie, e Baudelaire col suo Albatro, il poeta con l’ali grandi che non servono a niente se non voli, anzi ti sono d’impaccio, fanno ridere i marinai, che ti sfottono. E tu sei stato marinaio, queste cose le conosci…Tanti anni fa ci feci addirittura un filmino su questa antichissima cittadina (oggi Comune autonomo con quasi ottantamila abitanti), che nacque dal minore ramo settentrionale del delta del Tevere. Allora era un borgo di pescatori , coi pescherecci, i gabbiani, le vele, le sartie, il sole, e la voce – magnifica – di Placido Domingo, tra le nuvole , come un dio tenorile, che cantava “I loved you”, e insomma era una cosa che si poteva anche vedere. Ma vuoi mettere Gallipoli, Otranto, e la Torre Mozza di Ugento, Torre Pali, Leuca, Tricase e Castro, dove le donne riparano le reti dei pescatori? Tutte cose allora sconosciute, che vennero dopo…
“Non ci vediamo neppure stavolta?” Ma come non ci vediamo, Nicola mio?…Certo che sì, quanto stai?…”Domani parto”. Ahi, ahi, l’eternità in un attimo da decidere…Ma cos’è l’eternità?, é il mare mescolato al sole. E quindi , eccomi già in macchina alla ricerca del mare , per Campo di Mare . Mi ritrovo sulla via crucis, un mese dopo la morte di mio fratello, i cui funerali sono stati celebrati proprio da quelle parti , nella chiesa di San Francesco D’Assisi, ma valli a ri-trovare quei posti, con il mio senso di assoluto …disorientamento(sic!). Chissà perché durante il viaggio mi vengono in mente i versi di Scotellaro, “M’avete fatto umano/baci dolenti, terre nascoste/ dove un dolore antico era prima del mio arrivo. E poi risento la voce di Dario V. Caggia, mitico fondatore de L’Immaginale, che mi sussurra: la psiche è memoria, una memoria che conserva un passato profondo, assoluto, originario, tracce dell’inconscio. E insomma mi sembra che qui, insieme all’Amico Ritrovato ( sono tre anni che non ci vediamo) , io possa e debba ritrovare quelle immagini archetipiche della mia lontana etnia (da parte paterna) , che è etrusca e maremmana.

2. Yasmin Brandolini d’Adda

Intanto sono arrivato in zona, ma trovare la villa di Ugo, che è, fisicamente, la metà esatta di Nicola, rimane un problema, nonostante le dettagliate indicazioni che lui stesso mi ha fornito via cellullare. Ho la fortuna che due ragazzi che orbitano in quella ex palude di Torre Flavia, in quella “Maremma laziale” dove un tempo c’era tutta l’avifauna migratoria, (centinaia di migliaia di uccelli che vi sostavano ) , mi conducano loro, passo passo nel luogo in questione. E Nicola sta sulla strada , in attesa , con la lanterna di Diogene ( s’è fatto già buio), e dopo un infinito abbraccio m’introduce nella villa. C’è anche Gabriella, sorriso aperto di sole , che è porta, ponte abbraccio e incendio per Nicola, e poi la padrona di casa, la dolce, la soave Anna, coi pasticciotti salentini nel vassoio, ( quanto tempo!) e il grappino aromatizzato , e poi Ugo, impareggiabile prefatore dell’ultimo mio libro, “Ritratti”: ex giornalista, ex docente universitario alla Luiss, ora inseguitore di lucciole con la faccia quieta della sera, ma ancora con l’inchiostro di china nel cuore , ancora palpitante di passioni e memorie, ( “I ricordi, queste ombre troppo lunghe per il nostro breve corpo”) . Parliamo un po’ di tutto, di giornalismo, di acciacchi, di viaggi, di bocce e di teatro, di farmacia e di pittura , di bellezza, d’arte ed ecco un’evocazione , Yasmin!. E chi è? Era un’artista, amica di famiglia, dice Ugo e mi fa strada in una delle tante camere mostrandomi un quadro : ecco , questa è una delle opere di Yasmin , una pittrice di fama internazionale. Era la moglie del conte Brando Brandolini D’Adda, ex Presidente della Readers Digest Italiana , in cui ho lavorato per tanti anni, anche come direttore. Poi ci siamo persi di vista , lui si è ritirato nel suo paese natio , Cison Valmarino, nel Veneto, dove ha fatto il Sindaco per diversi anni. Yasmin , invece, era nata a Città del Capo, aveva conosciuto il conte alla fine degli anni Quaranta a Venezia, dove si trovava per approfondire lo studio della storia dell’arte. Tiziano , Giorgione , Bellini, Tiepolo, Canaletto, Veronese , Marco Polo, Casanova, Otello, i vari Doge della Serenissima , il Bucintoro, le nozze con il mare, le gondole . Fu un amore travolgente, un delirio circolare di passione, ai margini del caos. Il corpo della fanciulla i Yasmin (aveva appena vent’anni) era come un’onda che rinasce da se stessa, in lei c’era un deserto immenso e la fonte segreta del silenzio africano, il suo grembo nell’oscurità era un terreno da abitare , il suo corpo si dispiegava come una vela antica , si ripiegava come la brace, come un cuore strappato dalla notte , il suo sguardo era una lampada che ti guida all’ingresso del sogno. In pochi mesi ci fu il matrimonio, in Sudafrica, poi il trasferimento in Italia , dove Ugo la conobbe, giovanissima e bellissima sposa e madre . Allora , Yasmin lasciò tutto, pittura, pianoforte, musei, serate di gala e si dedicò completamente alla famiglia , al marito e ai suoi due figli, Annibale e Sebastiano. Solo dopo che i ragazzi crebbero e iniziarono a essere autonomi , la contessa si rituffò nell’arte. Ed erano passati più di vent’anni, ma la sua bellezza , fascino ed eleganza rimasero inscalfittibili.

3. Etelia

Io non sono un critico d’arte, – continua Ugo – ma ti posso dire che dipingeva con grande impegno e serietà, realizzando quadri come questo che vedi, Etelia, che è un collage molto originale, facendo uso della carta di lettere di antenati dei Brandolini che risalivano al 1564. Lo guardo a lungo , questo ritratto di donna un po’ espressionistico, un po’ metafisico, già sulla via dell’informale , ed è bello come una stella caduta nell’infinitudine dell’opale sanguigno, come la rosa di Milton, l’immarcescibile rosa che è fragranza, che risorge dalla tenere cenere per l’arte dell’alchimia , l’ardente e cieca rosa senza canto. E’ un quadro che già prelude verso l’astrazione, lo stile a cui Yasmin sembra predestinata, che perseguirà con assoluto rigore e convincimento , considerando tale pittura un universo espressivo illimitato . Etelia è il suo autoritratto , e appare disinvolto, disinibito, lirico orgoglioso e cieco, come lo sono tutti i veri piaceri della vita. E Yasmin era un talento naturale che da sempre cercava l’avanguardia ;aveva già realizzato , in precedenza, nella sua prima giovinezza una sorta di opera alla Warhol , da pop art, “Mammelle in volo” che aveva richiamato l’attenzione di un critico e scrittore come Gillo Dorfless ( “Si osno liberate nell’aria/le candide mammelle/ navigano verso un empireo/di sole le due navicelle/ spalancate all’azzurro). In effetti Yasmin visse gli ultimi suoi quarant’anni d’artista da avanguardista, facendo mostre ovunque , da Roma a Milano, da New York a Parigi , e più recentemente dal Palazzo dei Diamanti a Ferrara alla Casa del Mantegna , a Mantova; le sue opere sono tuttora presenti in molto gallerie private, in Italia e all’estero, in Inghilterra, Francia, Sudafrica e negli Stati Uniti. Nel 1987 Yasmin , con il marito , si era trasferita nel trevigiano , a Cison Valmarino , nella villa di famiglia dei Brandolini D’Adda, dove il conte , su insistenza pressante degli amici e dei cittadini, accettò di fare il sindaco dal 1990 al 1995, mentre Yasmin , donna di vasta cultura fece sodalizio con un altro artista aristocratico , Valeria Bellati, un pittore informale. Mentre lei rimase fedele al dettato kandiskiano , lavorando in progetti in cui si realizzava l’ensamble tra poesia , pittura e musica, dove si integrava l’aspetto visivo e letterario. Kandisky, -diceva Yasmin- , ha rivoluzionato la pittura come Einstein ha rivoluzionato la scienza e Schonberg la musica . Yasmine ha vissuto a lungo a Milano , dove ha conosciuto tutti i grandi personaggi della cultura degli anni settanta e ottanta. Amava ripetere spesso che la direzione culturale , che è stata sempre in mano ai burocrati e dei preti, avrebbe dovuto essere affidata agli intellettuali . “Sono gli artisti, -diceva, – che devono gestire la cultura nel suo duplice aspetto di produzione e di consumo. Ma rimase inascoltata . De resto non è stato facile per una donna come lei, bella , affascinante, aristocratica , appartenente al jet set , essere accettata nell’ambiente artistico come pasionaria indomita che voleva percorrere nuovi sentieri. Racconta il figlio Sebastiano che ci sono stati diversi incontri-scontri con artisti e critici di una certa rinomanza , ma alla fine i fatti ( le sue opere) stanno lì a testimoniare la validità della sua creatività artistica . L’arte non è decantazione o approfondimento della visione che si ha del reale, ma processo formativo dell’esperienza visiva. Allo stesso modo potrebbe dirsi che la poesia non è quintessenza ma processo formativo del linguaggio. La sua tecnica di base, che io vedo rappresentata in due opere , “Etelia” e in “Figura seduta”, si rifà al primo Klee, al primo Kandinskij , con una sua originalità , un retaggio , inconscio forse, dell’arte antica degli egizi , una sorta di elegia funeraria , la patetica nostalgia del sonno e del riposo come momento di grazia supremo che gli dei concedono all’uomo nei momenti in cui dimenticano il giardino, il profitto, il fango, la new age e il futuro. Ci sono stati critici di una certa rinomanza e scrittori come il citato Dorfless , Dino Buzzati ,Giuseppe Marchiori che hanno scritto cose bellissime su di lei. Nei suoi quadri c’è lo spazio trasfigurato di un gesto misterioso e occulto , un viaggio a lungo sognato nel luogo dei luoghi, un eden mosaico formato da tessere incediate dalla meraviglia. E alcuni studenti universitari hanno fatto delle ricerche e tesi di laurea sulla sua opera .

4. Dov’è Yasmin?

Ma dov’è ora Yasmin? Si è spenta , serenamente, poco tempo fa, nella propria casa di Milano , a 82 anni, mentre sul sedile in ombra del sofà guardava dalla veranda le luci disperse della città. Era di venerdì, il 7 agosto 2012, la sua salma è stata trasportata nel castello di Cison , nella tomba di famiglia : «La ricordo come una signora distinta e molto cordiale- disse il Sindaco – . Amava l’arte ed aveva una grande passione per ciò che faceva , amava vivere e amava la vita. Ora riposa per sempre qui da noi , accanto al marito Brando, scomparso nel 2001.
Ormai s’è fatto tardi, devo andare. Ma Ugo mi porta nel suo giardino, mi fa vedere le sue luci natalizie, che fanno una sorta di pleiade in un silenzio addormentato, mi fa sentire l’odore del gelsomino, l’arco dell’androne. E poi è tutto un abbraccio da fine d’anno con Anna , Ugo, Gabriella, Nicola , un sedimento di eternità, un sapore del mondo . Eccolo l’amico di sempre , che mi fa da alfiere e da ansiosa guida fino all’imbocco delle luci dell’Aurelia. Ciao, Nicola, ci rivedremo ancora presto, per convertire di nuovo l’oltraggio degli anni in una stretta di mano , in un sorriso, in una nuova luminaria a Campo di Mare, dov’è tornata a vivere , per un attimo, l’affascinante Yasmin.

 Augusto Benemeglio

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