Recensione: Holly Jackson – Come uccidono le brave ragazze. La trilogia


Non mi aspettavo che una trilogia young adult potesse trascinarmi così dentro un abisso di tensione, domande morali, disagio e rivelazioni, sinceramente avevo sottovalutato questa serie. L’ho iniziata per curiosità, attratta dalla copertina del primo volume e dall’ondata di entusiasmo su BookTok, eppure, l’ho finita con il cuore stretto, la mente piena di interrogativi e un rispetto profondo per la protagonista, Pip Fitz-Amobi.

Primo volume: Come uccidono le brave ragazze

Tutto comincia in un piccolo paese inglese, Little Kilton, dove cinque anni prima è avvenuto un omicidio: la bella e popolare Andie Bell è scomparsa, e il suo fidanzato, Sal Singh, è stato accusato senza un vero processo, poi si è tolto la vita. Caso chiuso. O almeno così sembra.
Ma Pip, studentessa brillante e razionale, non ci crede, e così per la tesina di fine anno, decide di riaprire il caso. Lo fa con metodo, spirito critico e una sete di verità che diventa sempre più ossessiva. Inizia a scavare nelle relazioni tossiche, nelle bugie degli adulti, nei silenzi degli amici di Andie, si allea con Ravi, fratello di Sal, e insieme ricostruiscono un puzzle disturbante. Nulla è come sembra, e nessuno è davvero innocente.
Quello che mi ha colpito di più non è stato solo l’intreccio (ben scritto, incalzante e credibile), ma la struttura narrativa: note, interviste, trascrizioni audio, mappe mentali, una forma moderna, quasi investigativa anche per il lettore. Holly Jackson non racconta solo una storia, ma ti costringe a partecipare all’indagine.
E Pip… Pip è un personaggio che entra sottopelle, perché è tenace, fragile, intelligente, ma non idealizzata infatti sbaglia. È umana. E questo mi ha fatto subito affezionare a lei.

Secondo volume: Brave ragazze, cattivo sangue

Credevamo che, una volta risolto il mistero, Pip sarebbe tornata alla sua vita, invece, nel secondo libro la ritroviamo cambiata, è diventata una piccola celebrità, ha un podcast seguitissimo sul caso Bell, ma non vuole più indagare, finché un ragazzo scompare: Jamie Reynolds. E la polizia, di nuovo, non prende la cosa sul serio.
Pip viene travolta da nuove domande, nuovi indizi e nuove paure, ma stavolta c’è un peso in più, quello della consapevolezza perché quello che ha vissuto precedentemente l’ha segnata. Non è più la ragazza della prima indagine, ora ha paura, dubita, eppure non può restare a guardare.
La storia è più cupa, meno “gioco di logica” e più riflessione su come il potere, il privilegio e il silenzio possano insabbiare tutto. Si parla di bullismo, abusi e soprattutto di omertà. Non è un thriller che cerca il colpo di scena a tutti i costi, è più un racconto che svela la crudeltà dietro le apparenze, in cui la verità non basta più a fare giustizia.
La tensione cresce in modo costante, e anche se a tratti può sembrare più lento del primo, l’empatia con Pip è totale; ho sentita mia la sua rabbia, il suo senso d’impotenza, la sua voglia di non lasciarsi zittire.

Terzo volume: Una brava ragazza è una ragazza morta

Questo terzo libro è un pugno nello stomaco.
Pip ha paura, è perseguitata da minacce anonime, sente di essere osservata, ha attacchi di panico, insonnia. Il podcast è diventato enorme, ma lei non è più in grado di gestire il peso di ciò che ha scoperto. Quando un serial killer torna a colpire tutto precipita. La storia vira verso un thriller psicologico cupissimo, Pip viene rapita, ma sopravvive anche se qualcosa in lei si spezza definitivamente.
Qui Holly Jackson alza il livello, ci mette di fronte al dilemma etico più difficile: fino a che punto siamo disposti a spingerci per la giustizia? E soprattutto: è giusto mentire per punire chi ha fatto del male?
Pip, nella parte finale del libro, fa una scelta che mi ha lasciata sconvolta, decide di incastrare una persona colpevole di altri crimini, ma innocente dell’omicidio per il quale viene accusato. Falsifica prove, inganna tutti, e lo fa con lucidità, non perché è cattiva, ma perché crede che sia l’unico modo per ottenere una giustizia che il sistema non conceda.
E io? Io non riesco a condannarla.
Sono rimasta ferma per minuti, dopo aver ascoltato il finale con un groppo alla gola, Pip ha pagato tutto. Ha perso l’innocenza, la fiducia, la libertà interiore, la sua è una discesa lenta ma inesorabile nel grigio della coscienza umana.

Questa trilogia mi ha lasciato dentro un amaro profondo, è un viaggio nella crescita, nel trauma, nella società che non protegge, è una storia che parte dalla voglia di conoscere la verità e finisce per chiederci cosa siamo disposti a sacrificare per ottenerla.
Ho amato Pip, con tutte le sue contraddizioni, ho amato la scrittura coinvolgente, moderna, senza mai essere banale di Holly Jackson e ho apprezzato il coraggio dell’autrice nel non offrire un finale “facile”, perché Come uccidono le brave ragazze non è una favola. È un urlo di rabbia e consapevolezza.

Titolo: Come uccidono le brave ragazze. La trilogia
Autore: Holly Jackson
Prezzo copertina: € 25,00
Editore: Rizzoli
Collana: Ragazzi Glenat
A cura di: P. M. Bonora
Data di Pubblicazione: 28 novembre 2023
EAN: 9788817186704
ISBN: 8817186708
Pagine: 1440

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

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