Un giudizio indipendente, sempre e ovunque
Prima di passare alla lettura di questo libro mi sono chiesto quali ne fossero le finalità e perché un ex magistrato abbia voluto tracciare la sua vita con una specie di memoriale. E’ difficile, se non impossibile, entrare nella mente umana, ma in mio soccorso sono venute le prime pagine, dalla dedica alla moglie e al figlio, laddove scrive “anche per tenere accesa la tenue luce del mio crepuscolo” – una frase struggente che posso ben capire anche per la mia non certo fresca età – alla presentazione che è un sentito omaggio a quella città dove così a lungo ha esercitato la sua professione. Certamente è nella natura di ognuno di noi cercare di lasciare una traccia tangibile della nostra esistenza che non sfugga all’implacabile oblio del tempo quando questa è fatta solo dai ricordi in chi dei propri cari resta, nella speranza, spesso inconscia, che un libro, magari ospitato fra tanti in una biblioteca, possa finire nelle mani di qualcuno che ignora e che così viene a sapere. Il presupposto è che ci sia qualcosa da raccontare e nella vita di un giudice sono tante le cose e i fatti che possono interessare i terzi, tanto che io e gli amici più stretti lo abbiamo a suo tempo sollecitato in proposito. All’epoca non promise niente, poi all’improvviso quest’anno l’uscita di questo Senso civico, fatto di tanti piccoli argomenti che l’autore ha preferito suddividere, per omogeneità dei temi, in cinque capitoli. Il fatto che esista una varietà di oggetti fa sì che sia possibile sempre trovarne di quelli che possono interessare, ma in ogni caso questi fatti di vita vissuta rappresentano delle microstorie che bene raccontano di un’epoca.
Il primo capitolo tratta degli aneddoti giudiziari e, trattandosi appunto di aneddoti, non pochi muovono al sorriso, ed è giustamente introduttivo all’opera, mettendo a proprio agio il lettore, timoroso di imbattersi in una scrittura greve e fin troppo professionale, il che per fortuna non è. Una volta che ci si sente ben disposti è il momento di passare alle Cose mantovane, dalla vicenda della vasca battesimale in Sant’Andrea alla trasparenza economica per la Diocesi di Mantova, il che potrebbe far supporre a qualcuno una sorta di anticlericalismo che non c’è, perché sempre si ragiona e si scrive secondo diritto. Varia è pure la terza parte, quella sui magistrati, in cui diverse pagine sono dedicate all’attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio, un ex procuratore le cui decisioni sono oggetto in questi giorni di notevoli controversie. Non manca in questa parte una dissertazione giuridica che condivido pienamente sulla legittimità dell’astensione dal voto sui referendum. A pagina 145 comincia il Capitolo sull’Etica e politica, due termini che nel nostro paese sembrano nettamente in contrasto. E’ forse la parte più interessante, che meriterebbe da parte mia una trattazione assai più ampia, ma è evidente che questo non è il luogo per poterlo fare, per ragioni sia di spazio che di tempo. Di conseguenza mi limiterò a consigliarne una lettura ancor più attenta di quella usata per gli altri tre capitoli; dati gli argomenti sarebbe opportuna una certa conoscenza del diritto, ma sono dell’idea che per l’esposizione snella e per l’assenza di tecnicismi non pochi articoli potranno essere compresi anche da chi non è della materia. La quinta e ultima parte è quasi d’obbligo, perché è l’omaggio a colleghi e avvocati che sono scomparsi, persone con cui si era instaurato un rapporto di amicizia, normale nel caso di altri magistrati del locale tribunale, meno frequente per gli avvocati del Foro di Mantova.
Il libro si legge facilmente e invita sovente a riflessioni, non solo di carattere giuridico, ma anche etico, ed è in grado di costituire un accrescimento culturale, un vantaggio per niente trascurabile, perché in tutta sincerità spesso non è riscontrabile in opere di memorialistica, destinate più a incuriosire che a istruire; a Senso civico invece si può benissimo attribuire la famosa locuzione latina jucunde docet e questo è già bastevole per renderne consigliabile la lettura.
Titolo: Senso civico. Ricordi e pensieri di un giudice mantovano
Autore: Giovanni Scaglioni
Prezzo copertina: € 15.00
Editore: Sometti
Collana: Biografie
EAN: 9788874958870
ISBN: 8874958870
Pagine: 224
Giovanni Scaglioni, nato a Mantova nel 1937, dopo essersi laureato nel 1961 in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna, ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di materie giuridiche ed economiche negli istituti superiori e ha insegnato diritto in queste scuole. Superato l’esame di procuratore legale presso la Corte d’Appello di Brescia è stato iscritto all’albo degli avvocati di Mantova. Negli anni 1964-65 ha espletato il servizio militare di leva come ufficiale di complemento nell’arma di Artiglieria. Nell’aprile 1965, vincitore di concorso, ha iniziato la sua lunga carriera in magistratura svolgendo le funzioni di sostituto procuratore della Repubblica a Milano. Nel 1968 ha ottenuto il trasferimento a Mantova dove, da Pretore, ha svolto funzioni sia civili che penali. Nel 1972 è passato al tribunale di Mantova in cui ha ricoperto gli incarichi di giudice civile, di giudice del lavoro, di giudice penale, di presidente della Sezione penale e, negli anni dal 1997 al 2008, di presidente del Tribunale. Indi si è trasferito alla Corte d’Appello di Milano perché nominato Presidente della Prima Sezione penale. Ha chiuso la propria carriera collocandosi in pensione nel 2010.

