Giorno della Memoria


disegno eseguito a Gusen dal vero nel 1945

disegno eseguito a Gusen dal vero nel 1945

A cura di Alberto Figliolia

Lo puoi scrivere Höß oppure Höss oppure Hoess, ma, se la grafia può leggermente differire, la pronuncia è sempre… orrore. Rudolf Franz Ferdinand Höss, il Comandante di Auschwitz, luogo d’abominio, dove l’umanità è stata uccisa infinite infinite infinite volte. 27 gennaio, il Giorno della Memoria. Testimonianze per non dimenticare, soprattutto in tempi di pericolosi neo-revisionismi e di rinascenti nazismi. E se a parlare, in luogo delle vittime, il cui silenzio è tuttavia più eloquente che mai, se a parlare fosse il boia? E perché un bambino coi suoi sogni si può trasformare in un feroce boia? Perché un uomo tranquillo può mutare in un terrificante ed efficiente aguzzino? Quante zone grigie… la burocrazia dell’assassinio e il registro contabile dei morti… quanto è banale e quanto ancora più temibile il Male… (Chi non ha ancora letto I sommersi e i salvati di Primo Levi lo faccia)
Teatro La Scala della Vita: una realtà culturale molto importante nel panorama metropolitano. Proposte, le sue, non solo di elevata qualità artistica,

disegno eseuito  Gusen

disegno eseuito Gusen

ma anche di alto impegno civile, così come  dimostra il prossimo spettacolo Rudolf  Höss (Comandante ad Auschwitz) di e con Stefano Bernini. La voce del boia, come dicevamo, per raccontare l’inferno. Spiazzante udire la voce del torturatore, captarne il mellifluo violento quasi impersonale pensiero. La morte di milioni di esseri umani codificata con estrema precisione e rigore. L’agghiacciante testimonianza dell’ideologia nazista e del funzionamento dei campi di sterminio attraverso una messa in scena che sconvolge. Ma le coscienze vanno scosse e sconvolte affinché l’orrore possa più non ripetersi.  L’SS Höss per tre anni e mezzo fu il comandante del più tristemente celebre campo di sterminio nazista. Alla fine della guerra fu processato da un tribunale polacco che lo condannò a morte.  Höss in prigione, nell’attesa dell’esecuzione, scrisse un’autobiografia.
“Questa autobiografia descrive con precisione un itinerario umano. Rudolf Höß sarebbe diventato un grigio funzionario qualunque, ligio alla disciplina ed amante dell’ordine, invece si è trasformato in uno dei maggiori criminali della storia umana”, scrisse Primo Levi.
Sabato 25 e domenica 27 gennaio, alle ore 21, e su prenotazione anche lunedì mattina alle ore 10,30,  si potrà assistere in via Piolti de’ Bianchi 47 (Milano) a questo spettacolo a cura del Teatro Aiòn, compagnia stabile del Teatro la Scala della Vita. “In una scena

l'arresto del Muselmann dipinto dopo il ritorno nel 1951

l’arresto del Muselmann dipinto dopo il ritorno nel 1951

scarna ed essenziale, in cui elementi simbolici sottolineano il delirio personale e collettivo del nazismo, l’ufficiale ripercorre la sua vita, ricordando l’infanzia, il difficile rapporto col padre, l’educazione militare ricevuta nel clima profondamente religioso che permeò la sua fanciullezza, i primi conflitti e gli eventi che segnarono la sua psiche e la sua adesione all’ideologia nazista”. Il figlio del commerciante Franz Xaver, il giovane volontario della Croce Rossa, conteneva già in sé il mostro, il futuro utilizzatore dello Zyklon B? Come e perché? Il tema delle responsabilità e delle scelte individuali s’intreccia con quello delle colpe storiche, della società e del sistema.
Spiega Stefano Bernini, deus ex machina del lavoro drammaturgico: “In questo spettacolo diamo vita alle parole di Rudolf Höss, cercando di interpretare i suoi pensieri e di capire le sue azioni. […] mi interessava tracciare un segno nel passaggio tra uomo e mostro, mi interessava capire allora come oggi come sia possibile che un uomo veda un suo simile non come un uomo ma come una cosa, una pericolosa cosa, un fastidioso insetto da schiacciare […] capire come concetti di pulizia etnica siano ancora così presenti nel nostro mondo, che cosa accada nella mente di un hutu o un tutsi, di un croato o di un serbo, di un borghese cattolico o di un proletario musulmano, per cui un individuo venga giudicato dal colore della pelle, dalla religione, dall’etnia anziché dal suo animo”.
Una vicenda svoltasi nel particolare e nello specifico, ma nel contempo tragicamente universale, sempiterna e, ahinoi, ancora radicata nel presente.
Info: tel. 02.63633353,  e-mail lascaladellavitateatro@gmail.com, sito Internet www.teatrolascaladellavita.it.

wunderkinderNon poteva mancare nell’ambito della Giornata della Memoria il contributo della storica Fondazione Cineteca Italiana che al MIC (Museo Interattivo del Cinema, viale Fulvio Testi 121, Milano) presenterà un duplice evento in data 27 gennaio: alle ore 15 e 17, innanzi tutto, in occasione dell’iniziativa I colori della Memoria promossa dal Comune di Milano-Zona 9, la proiezione del film, di produzione tedesca, Wunderkinder.  La vicenda è ambientata negli anni Quaranta e protagonisti ne sono tre bambini… “accomunati da un gran talento musicale, la cui vita e amicizia sarà condizionata dall’ascesa del nazismo. Siamo in Ucraina e l’invasione nazista causa l’interruzione  dei buoni rapporti tra tedeschi e russi. I tre bambini non sono in grado di capire la follia e la brutalità degli adulti, e vedono una sola via d’uscita: aiutarsi l’un l’altro e conquistare i cuori degli adulti attraverso le proprie capacità musicali. Dedicato alla memoria di mezzo milione di bambini che morirono nell’Olocausto, Wunderkinder è un omaggio all’innocenza completamente privo di cliché. Il regista Marcus Rosenmüller ha realizzato una grande testimonianza sul potere trascendente della musica e dell’amicizia in un mondo reso irriconoscibile dagli orrori della guerra, guardato solo ed esclusivamente attraverso gli occhi dei tre bambini. Wunderkinder è basato su eventi realmente accaduti scoperti da Artur Brauner, produttore ora novantaduenne sopravvissuto all’Olocausto, che ha dedicato gli ultimi vent’anni della sua carriera alla produzione di film  sul tema della Seconda Guerra Mondiale”. I bambini ebrei Larissa e Abrascha e il loro violino; Hanna, giovane tedesca, anch’essa dotata per la musica: tutt’e tre vivono a Poltavipa, in Ucraina, l’anno è il 1941… “quando i nazisti iniziano a invadere l’Unione Sovietica, i ragazzi e le rispettive famiglie devono affrontare pericoli mortali. A causa della follia degli adulti in patria e all’estero, il loro mondo è capovolto, e improvvisamente non gli è più permesso di rimanere amici…”. Come finirà?
aldo carpiAlle 21 invece sarà la volta, in esclusiva e sempre al MIC, del Diario di Gusen tra cinema e teatro, in ricordo di Aldo Carpi. La serata a ingresso libero sarà un tributo alla memoria dell’immenso Carpi, uno dei grandi artisti italiani del Novecento, che subì in quanto antifascista arresto e deportazione a Gusen,  “terribile dépendance di Mauthausen”. E là, fra le pieghe e le piaghe del durissimo, implacabile e spietato internamento, scrisse il suo famoso diario. “Alla lettura di brani tratti dal Diario di Gusen si alternerà la proiezione del video Contamination III-La grande KL di Cioni Carpi (terzogenito di Aldo Carpi e geniale videoartista, scomparso nel 2011), costituito da filmati girati in 16 mm nel campo di concentramento di Auschwitz, in cui l’autore ripercorre i luoghi che hanno segnato in modo doloroso l’esistenza del padre: la vicenda privata di Aldo e dei suoi familiari diventa così una riflessione pubblica sul destino che vide coinvolte le vittime dell’Olocausto. Il video, che contiene anche filmati d’archivio sulla liberazione ad opera delle truppe russe, sarà accompagnato dalla proiezione in anteprima di un’intervista all’autore e da due lavori sperimentali sulla guerra, Un giorno in aereo e Point and Counterpoint”.
Aldo Carpi era un pittore colto e un uomo dallo spirito libero. Docente presso l’Accademia di Brera a partire dal 1930 ne divenne direttore alla fine della guerra. “Il Diario di Gusen racconta la lotta di chi si è impegnato a rimanere “uomo”. Una lezione di coraggio e speranza, ma anche un monito a non abbassare la guardia per evitare che gli errori del passato vengano commessi nuovamente”.
Alla lettura dei testi provvederà l’attrice teatrale Milvia Marigliano, con l’accompagnamento della musica di Guido Badoni, fisarmonicista di gran rango.

Info: tel. 0287242114, e-mail info@cinetecamilano.it, sito Internet www.cinetecamilano.it. Obbligatoria la prenotazione per lo spettacolo su Aldo Carpi.

Alberto Figliolia

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