Articolo: Gerarchia Distorta dei Valori e Tendenza alla Violenza di Genere


Di Yuleisy Cruz Lezcano

Introduzione

La violenza di genere rappresenta una delle forme più insidiose di violazione dei diritti umani, radicata in una gerarchia distorta dei valori che permea molte culture. Questo articolo esplorerà come le percezioni disfunzionali del ruolo femminile nella società possano alimentare comportamenti violenti, analizzando la catena di rimandi tra disvalori, norme culturali e sistemi di valori differenti.

In un mondo caratterizzato da conflitti e incomprensioni, è essenziale promuovere valori che non riducono gli individui a semplici proiezioni di sé stessi, ma che favoriscano il rispetto e l’empatia. La capacità di decentrarsi, cioè di assumere il punto di vista dell’altro, è fondamentale per costruire relazioni sane e prevenire comportamenti violenti. A seguito della precedente premessa, quest’anno ho pubblicato un libro pensato per dare voce alle donne vittime di violenza. Questo libro dal titolo “Di un’altra voce sarà la paura” è diventato un progetto itinerante, in cui si usa la poesia come strumento.

La poesia ha da sempre avuto il potere di creare spazi di incontro e riflessione, permettendo alle persone di confrontarsi con esperienze e emozioni diverse. In un contesto in cui la violenza di genere è una problematica diffusa, la poesia può svolgere un ruolo cruciale nel favorire il dialogo e la comprensione tra le persone. L’atto di leggere e scrivere poesia offre un’opportunità unica per creare connessioni autentiche. La poesia, come strumento, all’interno di questo progetto, non richiede che tutti arrivino a un pensiero comune; al contrario, promuove la diversità delle voci e delle esperienze. Ogni partecipante porta il proprio vissuto, le proprie emozioni e la propria visione del mondo, contribuendo a un mosaico complesso di significati. La capacità di decentrarsi, come evidenziato dalla psicologia sociale, è cruciale per l’empatia. Secondo il noto psicologo Martin Hoffman, l’empatia si sviluppa attraverso processi cognitivi e affettivi che ci permettono di comprendere le emozioni altrui. Hoffman sottolinea che questo processo non solo richiede una connessione emotiva, ma anche una comprensione intellettuale delle esperienze dell’altro.

Quando le persone si riuniscono per condividere e ascoltare poesia, si crea uno spazio in cui le differenze possono emergere senza paura di giudizio. Questo dialogo poetico diventa un mezzo per esplorare le radici culturali e sociali della violenza di genere, mettendo in discussione i valori distorti che la alimentano. Durante le varie presentazioni e conferenze tenute riguardo all’argomento violenza sulle donne, è emerso una esperienza importante, le storie mi hanno permesso di entrare in contatto con le emozioni degli altri, ampliando la mia comprensione del fenomeno e arricchendo le mie strategie per divulgare le mie conoscenze sull’argomento. Attraverso la narrazione, ho percepito che si sviluppava una maggiore sensibilità verso le ingiustizie sociali e le sofferenze altrui nei partecipanti.

Gli incontri non sono più una semplice presentazione di un libro, ma sono mirati per promuovere un’etica della cura e del rispetto. In questo modo, la poesia è diventa un mezzo per formare valori condivisi e per stimolare un dialogo necessario volto ad affrontare le ingiustizie.

Quando ho iniziato questo progetto itinerante per sensibilizzare verso la violenza di genere, avevo chiaro che le emozioni non sono solo reazioni personali, ma componenti fondamentali della nostra capacità di giudizio etico. Ecco perché la poesia è uno strumento valido per stimolare l’empatia e la comprensione, permettendo alle persone di confrontarsi con esperienze altrui. La poesia ha la capacità di stimolare la riflessione e l’introspezione. Attraverso il confronto con i testi poetici, gli individui possono riconoscere le proprie emozioni, esperienze e pregiudizi. Questo processo di auto-riflessione può portare a una trasformazione personale, in cui le persone iniziano a vedere la violenza di genere non solo come un problema lontano, ma come un fenomeno che riguarda ciascuno di noi.

Studi condotti da autori come Martha Nussbaum, che esplora il ruolo delle emozioni nell’etica, e Judith Butler, che analizza la performatività del genere, dimostrano come l’arte, inclusa la poesia, possa influenzare il modo in cui percepiamo e affrontiamo le ingiustizie sociali. Entrambi gli studiosi sottolineano l’importanza della pluralità dei valori e del confronto, evidenziando come l’arte possa fungere da catalizzatore per il cambiamento.

La Gerarchia Distorta dei Valori

In molte società, i valori tradizionali promuovono una visione della mascolinità che si basa su potere, dominio e controllo, mentre la femminilità è spesso associata a sottomissione e vulnerabilità. Questa gerarchia distorta non solo normalizza la violenza ma la giustifica come un mezzo di affermazione del potere. Le narrazioni culturali che glorificano l’aggressività maschile e marginalizzano l’assertività femminile creano un terreno fertile per atti violenti.

La pluralità dei valori è centrale nella lotta contro la violenza di genere. La poesia può aiutare a mettere in discussione le norme e i modelli culturali che giustificano comportamenti violenti. Attraverso l’espressione artistica, si possono esplorare alternative alla violenza, promuovendo valori di rispetto, empatia e uguaglianza.

In questo contesto, autori come Raewyn Connell, con le sue ricerche sui modelli di mascolinità, e Michael Kimmel, che analizza la cultura giovanile maschile, forniscono strumenti critici per comprendere come i valori di genere influenzino il comportamento. Le loro opere invitano a riflettere su come l’arte e la poesia possano contribuire a costruire una cultura che rifiuti la violenza e abbracci la diversità.

Raewyn Connell è conosciuta per il suo concetto di “mascolinità hegemonica”, che descrive un ideale di mascolinità che domina e marginalizza altre forme di mascolinità e femminilità. Secondo Connell, la mascolinità hegemonica non è solo una caratteristica degli uomini, ma un sistema di valori che sostiene la supremazia maschile nella società. Questo modello promuove ideali di forza, controllo e autorità, a scapito delle emozioni e della vulnerabilità.

La sua ricerca dimostra che le norme di genere non sono fisse, ma variano in base a contesti culturali e storici. Connell invita a considerare le diverse forme di mascolinità esistenti, sottolineando che non tutte le esperienze maschili sono uguali. Le sue opere invitano a una riflessione critica su come le aspettative sociali influenzino il comportamento degli uomini, contribuendo a una cultura che può normalizzare la violenza e il dominio.

Michael Kimmel, sociologo e autore di numerosi studi sulla mascolinità, esplora come la cultura giovanile maschile contribuisca alla formazione dell’identità maschile. Nel suo libro Guyland: The Perilous World Where Boys Become Men, Kimmel analizza il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, evidenziando come i giovani uomini navigano un mondo che spesso li spinge a conformarsi a ideali maschili dannosi.

Kimmel mette in luce come le pressioni sociali, le aspettative dei coetanei e i modelli mediatici influenzino il comportamento maschile. La sua ricerca evidenzia che la cultura giovanile promuove una mascolinità competitiva, in cui l’affermazione di sé è spesso legata all’aggressività e alla sottomissione delle donne. Questo ambiente contribuisce a creare un ciclo di violenza e mancanza di empatia, che può avere conseguenze devastanti.

Disvalori e Catena di Rimandi

Esiste un’intersezione critica dei valori di genere e i due studiosi citati nei paragrafi anteriori si intrecciano nel denunciare come i valori di genere influenzino profondamente il comportamento e le relazioni sociali. Entrambi gli studiosi offrono strumenti critici per analizzare le complesse dinamiche di potere legate alla mascolinità, il suo impatto all’interno delle relazioni e suggeriscono che un cambiamento nei valori di genere è fondamentale per affrontare problemi come la violenza di genere.

I disvalori, come la misoginia, il sessismo e la cultura dello stupro, contribuiscono a perpetuare la violenza di genere. Questi elementi si intrecciano in una catena di rimandi, dove ogni atto di violenza è giustificato da una narrativa che minimizza la gravità della situazione e disumanizza la vittima.

Ad esempio, un commento sessista può sembrare innocuo, ma crea un ambiente in cui le donne sono considerate oggetti piuttosto che esseri umani. Questo ambiente, a sua volta, può portare a comportamenti più gravi, come la violenza domestica o gli abusi sessuali. La catena di rimandi è quindi un ciclo che alimenta e perpetua la violenza, rendendo difficile la sua interruzione.

Chi si occupa di arte e cultura deve comprendere a fondo l’importanza del linguaggio nella comunicazione e deve anche conoscere il potente strumento che ha tra le mani, se usato come possibilità di trasformazione sociale. L’arte può mettere in discussione le norme sociali che influenzano la nostra identità e il nostro comportamento, creando spazi per nuove forme di espressione e identità, perché l’arte non è solo un riflesso della realtà ma ha la possibilità di trasformarla. Attraverso la poesia e altre forme artistiche, è possibile sfidare le convenzioni e dare voce a esperienze marginalizzate ed è questo il tentativo che ho idealizzato con il libro Di un’altra voce sarà la paura.

Sistemi di Valori e Percezione del Ruolo Femminile

Le differenze culturali giocano un ruolo cruciale nella definizione dei valori e delle norme sociali. In alcune culture, le donne sono viste principalmente come custodi della famiglia e della tradizione, il che può limitare le loro opportunità e giustificare la violenza come mezzo di controllo. In altre, la spinta verso l’uguaglianza di genere ha portato a una ridefinizione dei valori, in cui le donne sono riconosciute come pari ai loro omologhi maschili.

Tuttavia, anche in contesti più progressisti, possono persistere elementi di violenza di genere. La lotta per la parità dei diritti è spesso ostacolata da resistenze culturali e sociali che mantengono in vita l’idea di superiorità maschile. La percezione del ruolo femminile, quindi, varia enormemente e influisce sulla forma e sulla gravità della violenza di genere all’interno di ogni cultura. Davanti a tutto questo, In questo senso, l’arte può diventare un potente strumento di resistenza, capace di promuovere una maggiore inclusione e di stimolare una riflessione critica sulle dinamiche di potere che alimentano le ingiustizie sociali.

 

Conclusione

Negli ultimi decenni, il dibattito sui modelli di mascolinità ha guadagnato sempre più attenzione, grazie agli studi di importanti sociologi come Raewyn Connell e Michael Kimmel. Le loro ricerche offrono una comprensione critica di come i valori di genere influenzino il comportamento maschile e come queste norme culturali possano contribuire a fenomeni come la violenza di genere e la crisi di identità maschile.

La gerarchia distorta dei valori e la tendenza alla violenza di genere sono fenomeni complessi e interconnessi, influenzati da disvalori, norme culturali e sistemi di valori differenti. È fondamentale riconoscere e affrontare questi fattori per promuovere una società in cui il rispetto e la dignità per tutte le persone siano al centro dei valori condivisi. Solo attraverso una riflessione critica e un cambiamento collettivo possiamo sperare di rompere la catena di rimandi che perpetua la violenza e costruire un futuro più equo e giusto.

Adottare il punto di vista dell’altro ci aiuta a vedere il mondo attraverso i loro occhi, riducendo il rischio di malintesi e conflitti. Questo approccio è particolarmente importante nel contesto della violenza, dove spesso le azioni violente scaturiscono da una mancanza di comprensione e dall’incapacità di considerare le esperienze altrui.

La poesia, con la sua capacità di creare incontri e contaminazioni, rappresenta uno strumento potente nella lotta contro la violenza di genere. Non si tratta di arrivare a un pensiero comune, ma di uscire trasformati da esperienze condivise. In un mondo in cui le differenze possono facilmente diventare motivo di conflitto, la poesia offre un terreno fertile per la comprensione e l’empatia. Attraverso la valorizzazione della pluralità dei valori, possiamo lavorare insieme per costruire un futuro, in cui vengano proposte iniziative culturali che promuovano il confronto e la condivisione di esperienze personali; possiamo aiutare a costruire ponti tra diverse comunità, abbattendo le barriere e promuovendo la coesione sociale.

L’arte è un valido strumento perché sviluppa la capacità di decentrarsi per assumere il punto di vista dell’altro. Questa pratica è essenziale per promuovere valori di rispetto e empatia, fondamentali per prevenire la violenza.

Attraverso un’educazione che incoraggi la comprensione interculturale e il rispetto delle differenze, possiamo costruire una società più giusta e pacifica. Solo riconoscendo la complessità dell’esperienza umana e abbracciando la pluralità dei punti di vista possiamo realmente sperare di evitare comportamenti violenti e favorire un futuro in cui tutti possano convivere in armonia.

Si rende necessaria una riflessione critica per promuovere un cambiamento collettivo. Agendo su più fronti possiamo sperare di costruire una società più giusta e inclusiva, in cui tutti, indipendentemente dal genere, possano esprimere la propria identità senza paura di essere giudicati o discriminati.

Fonti
“Guyland: The Perilous World Where Boys Become Men”; Michael Kimmel; 2008
“La società della performance”; Byung-Chul Han: 2015
“Angry White Men: American Masculinity at the End of an Era”; Michael Kimmel; 2013
“Gender and Power: Society, the Person and Sexual Politics”; Raewyn Connell; 1987
“Masculinities and Globalization. Men and Masculinities”; Connell, R.W. ; 1995
Cultura e Violenza”; Judith Puget; 2003

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