Recensione: Fiorella Borin – Rosso da morire


J’accuse
Non si può dire che Fiorella Borin, come persona e come narratrice, sia priva di una particolare attenzione per i meno fortunati, per gli esseri indifesi, e fra questi naturalmente donne e bambini.  In tanti anni che leggo le sue opere, oltre ad apprezzare il suo stile, costituito da una scrittura snella, ma efficace, e da uno svolgimento delle trame senza intoppi o cedimenti, tale da appassionare chi legge, ho potuto verificare la sua straordinaria creatività, che ha applicato pressoché totalmente al romanzo storico, genere in cui veramente eccelle. E’ stato pertanto una sorpresa l’incontro con Rosso da morire, perché si tratta di un thriller inquietante, ambientato in una località di fantasia del litorale veneto. Devo dire che la cosa mi ha incuriosito, anche perché abituato a leggere tanti polizieschi in cui il protagonista è la chiave di volta del successo, tanto che è sempre quello per ogni autore, nel caso di Rosso da morire non credo che Fiorella Borin sia alla ricerca di un personaggio investigativo da riproporre in altri lavori, mentre sono più che convinto che la finalità del libro sia diretta a rivoltare, come un materasso, una certa società, virtuosa in apparenza, ma corrotta e marcia fino al midollo, in questo caso identificata con certi ambienti imprenditoriali del Nord-Est. Quindi, più che romanzo giallo, seppure lo è, si tratta di un “j’accuse” sicuramente condivisibile. Peraltro la trama poliziesca regge dall’inizio alla fine, l’atmosfera di tensione è ben presente, insomma può essere letto anche come romanzo giallo, però io preferisco l’altro fine che non poteva mancare in una persona seria e sensibile come Fiorella Borin. Non intendo scrivere altro, non voglio rischiare di svelare una vicenda capace di creare un vero pathos; preferisco piuttosto fare alcune considerazioni che si possono così riassumere:
1) L’esordio nel genere giallo è senz’altro positivo;
2) si ritrovano tutte le caratteristiche già apprezzate nei romanzi storici;
3) quindi il libro è sicuramente da leggere, ma, forse sono un inguaribile nostalgico, il mio cuore corre sempre ai romanzi storici e in particolare a quel piccolo gioiello che si intitola I ragazzi del ciliegio, che ho avuto il piacere di rileggere agli inizi dell’anno, un libro che è un grande messaggio di umanità, senz’altro il capolavoro di Fiorella Borin.

Titolo: Rosso da morire
Autore: Fiorella Borin
Prezzo copertina: € 12.00
Editore: Solfanelli
Collana: Pandora
EAN: 9788833053677
ISBN: 8833053679
Pagine: 160

Fiorella Borin, nata a Venezia nel 1955, laureata in psicologia, Fiorella Borin per un breve periodo ha insegnato storia e filosofia negli istituti superiori. Nei primi anni Novanta ha iniziato a proporsi come narratrice, vincendo prestigiosi premi letterari e pubblicando più di trecento novelle e alcuni romanzi storici ambientati nel XVI secolo. Ha collaborato con numerose riviste letterarie e con periodici a diffusione nazionale. Per onorare la memoria del padre, reduce di Russia, ha scritto molti racconti sulla seconda guerra mondiale, alcuni dei quali sono confluiti nel romanzo I ragazzi del ciliegio. 1918-1945 (Solfanelli, 2019).
Con Alberto Perdisa Editore ha pubblicato nel 2003 La Signora del Tempio nascosto; con Tabula fati Il bosco dell’unicorno (2004), Il pittore merdazzèr (2007), La strega e il robivecchi (2010), La firma del diavolo (2010) e Christe eleison (2011). Con Edizioni Solfanelli ha pubblicato nel 2012 Il pellegrino spagnolo (Premio Thesaurus 2013, Premio Locanda del Doge 2013) e nel 2014 Le voci mute. Nove storie veneziane (Premio Roccamorice 2015). Con Edizioni Cento Autori l’e-book Premiata Ditta Marina & Piccina (2015). Con Edizioni della Sera il romanzo I giorni dello sgomento (Premio Narratori della Sera 2017, Premio La Girandola delle Parole 2019).
Recentemente ha pubblicato in e-book il breve romanzo di guerra La ragazza del capitano e alcuni lunghi racconti di genere giallo-noir (due dei quali scritti a quattro mani con Rino Casazza) nella collana History Crime di Delos Digital.
Altri racconti sono inclusi nelle antologie edite da Tabula fati Raccontami l’Abruzzo vol. 2 (a cura di Rita La Rovere), L’Ammidia (a cura di David Ferrante), Fantasie d’Oriente (a cura di Adriana Comaschi), Briganti d’Abruzzo (a cura di Valentino Di Persio), Magare (a cura di David Ferrante), nella rivista “Dimensione Cosmica” n. 7 e nell’antologia Enigmi in camicia nera edita da Torre dei Venti nel 2021.

Renzo Montagnoli Sito

 

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.