Eremita in città di Charles Bukowski
(Tratto da Poesie)
Oziando nella foresta della mia stanza
con alberi di tungsteno; la civetta del caffè bollente,
ragnatele brinate d’oro sopra le finestre
lo sguardo fisso all’inferno che c’è fuori;
fiato di sigarette: statue di perfezione,
né impagliate o trascinate via
in cancri di vaniloquio;
ruote e motori strisciano
fino a gassosi arresti lungo il dente di sciabola;
i miei alberi formicolano di rime scimmiesche,
sfondano il soffitto con i rami
rompendo le antenne della TV
e l’urlo cavernoso delle risate in scatola,
dello spirito in scatola, della morte in scatola;
oziando, oziando in questa foresta,
calle, erba, pietra,
l’uniforme pace notturna
senza facce né bombardieri,
e io sogno il sogno di pietra,
il sogno d’erba,
il fiume che mi scorre
attraverso le ossa delle dita
centocinquant’anni fa,
lasciando chiazze di graniglia e d’oro
c radio,
alzato e rivoltato da pesci istupiditi e lasciato cadere, sollevando granelli di sabbia nel sonno…
La civetta sputa il suo caffè,
le mie scimmie illustrano il piano incomprensibile, e i miei muri,
i miei muri aiutano a sopportare il sequestro.