“La Zona Cieca” di Chiara Gamberale è un romanzo che affonda nell’interiorità umana, esplorando le dinamiche delle relazioni amorose attraverso la storia tormentata di Lidia e Lorenzo.
Il romanzo è una riflessione sulla non conoscenza e sull’ignoto nella psiche umana, una parte inconscia di noi stessi a cui spesso non abbiamo accesso consapevole. Chiara Gamberale apre uno spaccato sulla “zona cieca” dei protagonisti, mettendo in luce come le persone possano essere intrappolate in schemi comportamentali dannosi a causa di questa mancanza di consapevolezza.
La storia segue Lidia, una conduttrice radiofonica che conduce un programma intitolato “Sentimentalisti Anonimi”, e Lorenzo, uno scrittore narcisista e inafferrabile. Entrambi sono anime tormentate, la loro relazione è caratterizzata da bugie, tradimenti e una ricerca ossessiva di amore, ma è anche intrisa da un profondo bisogno reciproco di essere amati e compresi.
Il libro introduce il personaggio di Brian, un misterioso “sciamano”, che diventa un punto di svolta nella narrazione: attraverso Brian, Lidia e Lorenzo entrano nella loro “zona cieca” in modo diverso, aprendo la strada a scelte e cambiamenti significativi nelle loro vite. La prospettiva di un diverso modo di prendersi cura l’uno dell’altro li aiuta a vedere sé stessi in modo più realistico e a sfuggire all’ideale a cui la necessità di amare può condurre.
Il romanzo è senza filtri, scomoda e tocca le corde emotive, costringendo a riflettere sulle sfaccettature dell’amore e delle relazioni che ognuno di noi vive. La voce interiore di Brian rappresenta la profondità nascosta di ogni individuo, e il suo ruolo nel romanzo è un filtro per comprendere meglio le dinamiche delle relazioni, non solo d’amore.
Per quanto mi riguarda ho trovato interessante l’argomento trattato, meno coinvolgente la penna della Gamberale.
Titolo: La zona cieca
Autore: Chiara Gamberale
Prezzo copertina:
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Data di Pubblicazione: 10 gennaio 2019
EAN: 9788807891670
ISBN: 8807891670
Pagine: 224
Citazioni tratte da: La zona cieca di Chiara Gamberale
È difficile capire perché fra tutte le voci e i modi di camminare e di fare l’amore in cui ci imbattiamo, capita quella, capita quello che ci raggiunge proprio lì, dove fa sempre freddo, e a quel punto non può che rimanere. È difficile capirlo, ma da qualche parte lo sappiamo subito.
È assurdo parlare degli psicotici come di persone fuori di testa. È esattamente il contrario, loro vivono tutti dentro la loro testa. Non possono e non vogliono raggiungerti, non ti faranno mai un’improvvisata, se vuoi incontrarli devi farti avanti tu e anche in questo caso non è detto sia possibile.
Gli esseri umani mi spaventano da sempre. Il carico di malessere, invidia, frustrazione che portano con loro anche e soprattutto quando parlano d’altro, ridono, quando li incontri velocemente in coda alla posta o davanti a un cinema, mi è sempre arrivato addosso con violenza inaudita.
Nel rumore irreparabile che fa la gente mentre esiste, noi avremmo accordato un flauto.
Non esiste soluzione a nessuno stato d’animo, a nessun problema, a nessuna condizione. Esiste solo l’oblio. Il mondo è il sogno di un ubriaco.
Mi sembravano semplificare, parlare per luoghi comuni.
Ma stare male per amore è una semplificazione.
Ce l’ha come sfondo, il luogo comune.
E allora è vero che a quel punto bisogna ricominciare da sé.
Buttarsi sul lavoro.
Uscire, vedere gente.
Iscriversi a un corso di tango.
Partire.
Pensare al tradimento come a un’informazione su chi ce lo ha inflitto, non come a una conferma di quanto ce lo meritavamo noi che l’abbiamo subito.
Pensare all’abbandono come a una possibilità.
È tutto vero.
Anche se pensiamo che nessuno può capire quello che stiamo passando perché nessuno è speciale come noi e nessuno, soprattutto, ha mai incontrato qualcuno speciale come la persona che avevamo incontrato.
– A meno che non ci serva come alibi per qualche nostra incapacità personale, la sofferenza per amore ha una quantità finita, – aveva sentenziato un giorno una sessuologa che avevo coinvolto in una delle tante puntate mandate in onda a uso e consumo di quello che stavo passando.
L’anoressia è solo una delle tante forme della stupidità borghese unita a quella femminile.
Ma non conta la malattia che ha avuto una persona, secondo me conta con chi la malattia ha avuto a che fare.
… perché mai le nostre debolezze potessero trasformarsi nei più feroci ricatti da fare agli altri.
Katia Ciarrocchi
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*Nelle citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché ho ascoltato il libro su Audible.