Recensione: Carlo Zuccheri – Il Pellerossa nel Presepe


Carlo Zuccheri e l’indio che fece la storia: una lettura pittorica, teologica e simbolica per i 500 anni di Grão Vasco
Nel panorama delle pubblicazioni dedicate all’arte rinascimentale iberica, Il pellerossa nel Presepe. Storia dell’adorazione dei Magi di Vasco Fernandes di Carlo Zuccheri si distingue per un approccio originale che coniuga rigore storico, sensibilità artistica e uno sguardo contemporaneo sul tema dell’alterità. A 500 anni dalla morte di Grão Vasco (Vasco Fernandes), avvenuta nel 1525, il saggio autoprodotto dall’autore milanese rappresenta un atto d’amore verso una figura chiave della pittura portoghese e un invito a riflettere sulla centralità dell’arte come strumento di comprensione e dialogo interculturale.
Zuccheri – classe 1999, già autore di progetti divulgativi in collaborazione con gli Amici del Museo Poldi Pezzoli – esplora con passione e precisione il significato profondo dell’Adorazione dei Magi dipinta da Grão Vasco nel 1506, oggi conservata al Museu Grão Vasco di Viseu. L’opera colpisce per la presenza inconsueta di un quarto magio, un indio dalle fattezze amerinde, raffigurato con copricapo piumato, lancia cerimoniale e un guscio di cocco contenente pepite d’oro. La scelta, tutt’altro che marginale, permette a Zuccheri di aprire un’indagine a più livelli: storico-artistico, iconografico, religioso, politico.
Il testo si articola in una narrazione accessibile ma colta, che alterna approfondimenti tecnici (sulla scuola pittorica di Viseu, sulla composizione dei 14 pannelli del retablo, sulle influenze fiamminghe nell’opera di Vasco) a excursus storici sulla progressiva definizione della dignità umana degli indigeni americani nella cultura europea. In particolare, Zuccheri inserisce l’opera del pittore portoghese nel dibattito teologico che culminerà nel 1537 con la bolla Veritas Ipsa di Papa Paolo III: un documento epocale che sancisce, per la prima volta in modo ufficiale, l’umanità e la libertà degli Indios.
Questo legame tra arte e storia delle idee è il nucleo più potente del saggio: Grão Vasco, con il suo gesto pittorico, avrebbe precorso la Chiesa stessa, inserendo visivamente l’indio nel consesso dei popoli destinatari del messaggio cristiano. Zuccheri legge quell’aggiunta non solo come simbolo di una sottomissione coloniale, ma anche – e soprattutto – come rappresentazione di una fratellanza possibile, universale, fondata sulla pace e sul riconoscimento. Non a caso, l’opera viene accostata all’immaginario rodariano attraverso la poesia Il pellerossa nel presepe, posta in apertura: un ulteriore ponte tra l’infanzia, l’educazione all’inclusione e la rilettura del patrimonio figurativo.
Pubblicato in occasione del centenario rodariano, ma oggi più che mai attuale, Il pellerossa nel Presepe merita attenzione anche in chiave celebrativa: il 2025, anno del cinquecentenario della morte di Vasco Fernandes, offre l’occasione ideale per riscoprire non solo il maestro portoghese, ma anche la lezione di tolleranza e universalismo che la sua opera sembra consegnarci. Zuccheri ci propone una lettura attuale di un gesto pittorico che fu, al tempo stesso, provocazione, preghiera e visione politica.
Il volume, pur nella sua forma indipendente, si presenta come un contributo prezioso per studiosi, insegnanti, appassionati d’arte e operatori culturali interessati a divulgare in modo nuovo il patrimonio storico-artistico europeo. Un saggio agile ma profondo, capace di restituire voce a un pittore ancora troppo poco conosciuto fuori dal Portogallo, e di mostrarci come anche un “piccolo dettaglio” iconografico possa rivelarsi una chiave di lettura globale sul senso dell’umanità e dell’incontro tra i popoli.

Titolo: Il Pellerossa nel Presepe. Storia dell’adorazione dei Magi di Vasco Fernandes
Autore: Carlo Zuccheri
Genere: Saggio, Critica d’arte

Alessia Rossi

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