È qualcosa di serio nonostante non dia l’impressione di esserlo, Fernad Léger
Sculture astratte, che creano paesaggi-ombra, mobili al vento, mutaforma. Densités, sphériques, arcs et mouvements arrêtés… Innumerevoli suggestioni e interpretazioni, in una complessità semplice e, oltre i confini della staticità, dinamica.
Il mio debutto nel campo dell’arte astratta si verificò – racconta Alexander Calder – a seguito della visita all’atelier di Piet Mondrian a Parigi nel 1930 […] il concepire corpi isolati sospesi nello spazio, di diversa grandezza e densità, forse di diversi colori e temperature, circondati e avvolti da flussi allo stato gassoso, alcuni a riposo, altri coinvolti in un movimento eccentrico, tutto questo mi sembra una fonte ideale di forma. Una piccola grande rivoluzione nell’era delle avanguardie sempre così feconda. A Calder, geniale sperimentatore, dedica (fino al 6 ottobre 2024) una splendida ed esaustiva mostra il Museo d’arte della Svizzera italiana nella sede del LAC, a Lugano.
… perché quindi non mettere in movimento le forme plastiche? Non mi riferisco a un semplice moto traslatore o rotatorio, ma a vari movimenti di natura, velocità ed estensione […] Così come si possono comporre i colori o le forme, allo stesso modo si possono comporre i movimenti (ipse dixit, 1933). Ferro, ottone, acciaio, metalli, legno intagliato (spesso dipinti), bulloni, corde, fili per sculture esposte, poi, anche a diverse e inconsuete altezze. Metallo, legno e altri elementi, fra cui l’ineludibile aria, a disegnare constellations, “oggetti cinetici”, figure solide e sottili, aeree, come a voler catturare l’attimo fuggente per eternarlo. E in un continuo dialogo con lo spettatore invitato a entrare nell’opera percependone l’essenza (anche una specie di etereo “zoo” metafisico, che sarebbe piaciuto a Joan Miró…), raccogliendo le sillabe del fare umano e quelle cosmiche, l’eco remota dello spazio-tempo.
Come da consolidata tradizione del LAC, l’allestimento è perfetto creando un prezioso itinerario fra le opere, una sorta di magica immersione: Arc of petals, Black petals, Quatre systems rouges, Yucca, Horizontal Spines, Blizzard, Black Lace, Little Parasite, Triple Gong, Funghi Neri, Croisiére, Big Bird, Little Ball with Counterweight, Eucalyptus… un percorso creativo, una ricerca che copre i decenni Trenta-Quaranta del secolo scorso (lo scultore era nato nel 1898 a Lawton, Pennsylvania, in una famiglia votata all’arte).
Calder ha creato organismi metallici che possiedono le qualità della leggerezza e della varietà in forme biomorfiche sottili, che sono allo stesso tempo resistenti e fragili, dinamici ed estetici, solidi e ipersensibili, spiegano le curatrici della mostra, che si chiude con l’imponente Red Lily Pads nei pressi della vetrata che proietta verso la mobile superficie del lago, perfetto complemento e pendant naturale in un reciproco gioco di armonia.
Alberto Figliolia
Calder. Sculpting Time, a cura di Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge. MasiLugano-LAC, piazza Bernardino Luini 6, Lugano (CH). Fino al 6 ottobre 2024.
Info: @masilugano, www.masilugano.ch.
Orari: mar-mer-ven 11-18; gio 11-20; sab, dom e festivi 10-18; lun chiuso.
Catalogo Silvana Editoriale.