A cura di Katia Ciarrocchi
Quando la parola è il proseguimento dell’immagine e viceversa.
Sono due i Vitali, Andrea scrittore e medico di base, Giancarlo pittore di fama consolidata, si incontrano e con maestria danno origine a una collana (iVitali) di libri d’arte.
Qui l’arte esprime il suo significato più ampio: è l’arte che riesce con messaggi a trasmettere emozioni e che nonostante l’interpretazione soggettiva, di ognuno, congiunge le anime in un solo linguaggio, quello della creatività.
I Vitali, fondono parole e arti visive realizzando Silhouette; un libro dove Giancarlo propone schizzi, disegni, carboncini, predominanza di volti soffusi, che iniziano dall’artista proseguendo nella mente di chi osserva creando le più ampie interpretazioni; Andrea da voce al lavoro di Giancarlo, con parole che non raccontano, ma suggeriscono, suggestionano, invitano a immaginare ed ecco allora la pittura come espressione di realtà interiori, e la parola come manifestazione a tutto il meglio che la creatività umana può concepire.
“Che non fosse un esperto del luogo lo capii immediatamente perché se ne veniva sul lungolago. Camminando controvento. Di tutto punto vestito, con tanto di cappello a tesa larga. Un invito, una provocazione. Infatti una scuffia ben assestata glielo svelse dal capo. Mi sorpresi di non vederlo animarsi in una scoordinata corsetta da cittadino al recupero del copricapo. Lo guardò e basta invece. Solo quando una pausa del vento lo lasciò in pace, vicino a una panchina, l’uomo lo raccolse. Anziché rimetterlo in capo lo gettò nel lago, con un gesto di addio, come se fosse un ricordo inutile o fastidioso. Poi il vento riprese scomponendogli un riporto di ben studiate geometrie.”, Andrea con queste parole descrive un uomo in frak e cappello, dal volto oscurato, non vi sono occhi, naso, particolari, ognuno può “trovarsi” nell’immagine ma soprattutto nella non capacità a distaccarsi da quel bagaglio che faticosamente ci portiamo dietro, in realtà come esseri umani siamo attaccati all’inutile e lo difendiamo nonostante la fatica di quel fardello sempre più pesante, la metafora del cappello che invece il protagonista lascia andare via con il vento.
E così un po’ come Magritte, che dipingeva una pipa e sotto ci scriveva «Questa non è una pipa», i Vitali proseguono in Silhouette a descrivere e illustrare stati d’animo e momenti, a volte solo un punto interrogativo a dar “forza” a quell’intensità caratterizzata dalla pittura.
“Si, è pazzia, senza dubbio, / uscire dal mondo e, quasi che tutto il suo / interno fosse già chiaramente / conosciuto, frugare all’esterno: come se, poi, / potesse tracciare la misura di / qualcosa chi è ignaro del suo, o lo spirito / dell’uomo sapesse scorgere / ciò che nemmeno il mondo riesce a contenere.” (Plinio)
Sempre Magritte diceva, in Les mots et les images, che: “In un quadro le parole sono della sostanza delle immagini” cosa che Andrea e Giancarlo riescono a convalidare rafforzando, insieme, il pensiero di Hugo “Nel poeta e nell’artista c’è l’infinito”.
Andrea Vitali è nato e cresciuto a Bellano, sulla sponda orientale (quella “lecchese”) del lago di Como, con altri cinque fratelli. Dopo aver frequentato quello che lui stesso definisce «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, rinuncia alle sue inclinazioni verso il giornalismo e, per soddisfare le aspirazioni paterne, si laurea in medicina all’Università Statale di Milano nel 1982. Sposato con Manuela, da cui ha avuto il figlio Domenico, vive da sempre ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale.
La mai sopita passione per la lettura e la scrittura, tuttavia, lo spinge a cimentarsi in campo letterario, dove esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore (Premio Montblanc per il romanzo giovane) ispirato da vicende narrategli proprio da suo padre. Nel 1996 vince il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il vero successo giunge nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane Cavour e Premio Bruno Gioffrè 2004), romanzo corale e polifonico le cui affabulazioni, ricche di stilemi del linguaggio parlato, coprono cinquant’anni di vita paesana fino ai turbolenti anni settanta. L’immaginario narrativo di Vitali si colloca sulle sponde del lago e racconta una provincia fatta di personaggi comuni e nel contempo esemplari, sulla scia di scrittori come Mario Soldati e Piero Chiara. Tuttavia il medico di Bellano, pur riconoscendo i propri debiti nei loro confronti, preferisce rifarsi soprattutto all’arte di “raccontar storie” di Giovanni Arpino.
Nel 2004 gli è stato assegnato il Premio Dessì, sezione narrativa, per il romanzo La signorina Tecla Manzi. Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà, che è stato finalista anche al Premio Stresa. Nel 2008 ha vinto il Premio Boccaccio per tutta la sua produzione narrativa e in particolare per La modista, con cui ha ottenuto anche il Premio Hemingway. Il suo ultimo romanzo, Almeno il cappello, ha vinto il Premio La Tore Isola d’Elba ed è stato tra i finalisti sia allo Strega che al Campiello 2009.
I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Serbia, Grecia, Romania, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Ungheria.
Giancarlo Vitali nasce a Bellano, sul Lago di Como, in una famiglia di pescatori il 29 novembre 1929. Inizia a dipingere a quindici anni, dopo un periodo di lavoro all’Istituto d’Arti grafiche di Bergamo.
Espone la sua prima opera all’Angelicum di Milano nel 1947 in occasione della Biennale d’Arte Sacra.
1949, partecipa alla stessa Biennale con due opere, Visitazione e Cena in Emmaus e riceve calorosi apprezzamenti da Carlo Carrà. Rinuncia alla borsa di studio all’accademia di Brera vista l’impossibilità da parte della famiglia di mantenerlo a Milano. Per Vitali pittore si apre a questo punto una lunga parentesi di silenzio.
Inizia l’attività d’incisore nel 1981 su sollecitazione del figlio Velasco, anch’egli pittore.
È il 1983 quando Giovanni Testori avendo visto per caso la riproduzione di un coniglio squartato, gli fa visita. Nasce da questo incontro un rapporto di reciproca stima che si trasforma presto in una grande amicizia. L’anno successivo Testori gli dedica un articolo sulla terza pagina del “Corriere della Sera” e organizza a Milano quella che si può considerare la prima personale. Da quel momento espone in molte sedi pubbliche e private, pubblica numerosi cataloghi e cartelle di incisione.
Alla fine degli anni Ottanta, esegue alcune opere pubbliche e tra queste, i ritratti di benefattori dell’Ospedale Maggiore di Milano per la quadreria della Ca’ Granda.
Katia Ciarrocchi
Titolo: Silhouette
Autore: Andrea Vitali
Illustratore: Vitali G.
Editore: Cinquesensi
Prezzo: € 15.00
Collana: iVitali
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8897202039
ISBN-13: 9788897202035
Pagine: 78
Reparto: Studi letterari > Raccolte antologiche