A cura di Massimo Ghelfi
Vitali ci trasporta sempre nei suoi luoghi, il lago di Como, le nebbie che sfumano il paesaggio, le persone semplici che vi abitano. Ma in questo romanzo, il primo vero giallo dello scrittore, tutti sembrano essere diversi, e peggiori, di quanto appaiano. L’elemento biografico, al di là dei paesaggi, è anche presente nella professione del protagonista: medico di base anche lui (come Vitali) alle prese con l’ambulatorio e i mille malanni degli anziani.
Ma le analogie si fermano qui e come chi conosce bene questo scrittore troverà molti elementi di novità, pur nella scrittura “sussurrata” a lui abituale.
Il romanzo si apre con un morto, un caro amico del medico chiamato nottetempo a certificarne la scomparsa, il dottor Carlo Lonati. Si tratta della morte improvvisa del notaio Luciano Galimberti che, gravemente malato di cuore (tanto quanto il suo amico medico) non faceva però presagire una così rapida fine.
C’è qualcosa che non torna però a Lonati che pure certifica la morte per infarto: uno strano odore di fritto che proviene dal cadavere, delle tracce di scarpe infangate che portano dalla porta d’ingresso alla camera da letto… Eppure a detta della neovedova nessuno era uscito la piovosa sera precedente. Ma ciò che mette davvero in allarme il medico è il manifesto di lutto che appare nelle strade e che sottolinea come la morte del notaio sia venuta “dopo lunga e penosa malattia”.
Ma come è possibile un’affermazione del genere? la morte è stata improvvisa e imprevista: c’è qualcosa davvero di oscuro in tutto ciò. C’è molto più di un sospetto quando poi si viene a sapere che le pillole per il cuore, trovate sul comodino del defunto, messe in tasca dal Lonati e fatte analizzare dall’amico farmacista, in realtà sono semplici zuccherini.
Telefonate anonime e silenziose, un po’ di indagine, conversazioni clandestine con la figlia fanno scoprire l’esistenza di un’altra donna nella vita del morto. I sospetti del medico cadono subito sulla moglie del notaio… Ma fermiamo qui il racconto della trama perché è davvero ben congeniata, è capace di spiazzare il lettore e di tenerlo sulle spine fino all’ultima riga (e in un certo senso anche un po’ oltre!).
Cerchiamo di analizzare invece il metodo che, a nostro avviso, ha guidato Vitali. Prima di tutto fornire al lettore delle tracce, degli spunti che lo inducano a farsi un’opinione. E lavorare su questi per buona parte del libro, rafforzando sempre di più alcune certezze. Qualche dubbio, qualche indizio che devia il percorso apparentemente logico viene comunque lasciato trapelare, ma è facile che sfuggano al lettore.
Un protagonista che non è professionalmente un investigatore e che quindi può cadere nei tranelli che gli vengono tesi; una figura fragile, piena di dubbi e perplessità con un rapporto forte con la moglie con cui ha condiviso un’intera vita e a cui mente con molta sofferenza, e solo per proteggerla. Una serie di figure di secondo piano delineate con cura, uomini e donne come se ne possono trovare a decine in un paese del nord.
Il paesaggio, sempre così importante in Vitali, che crea un’atmosfera di freddo inospitale e di oscurità (tante le scene notturne) anche interiore.
Dopo tanta ironia, dopo tanta leggerezza di toni, questo Vitali sconosciuto convince i lettori, e convince il passaggio a un genere ormai tanto affermato nel panorama letterario italiano, interpretato in modo originale e perfettamente calzante con le caratteristiche del suo autore.
Massimo Ghelfi
Titolo: Dopo lunga e penosa malattia
Autore: Andrea Vitali
Editore: Garzanti Libri
Collana: Narratori moderni
Prezzo: € 14.60
Data di Pubblicazione: Novembre 2008
ISBN: 8811686520
ISBN-13: 9788811686521
Pagine: 176
Reparto: Gialli