Leggere “Racconti dalla casa nel buio” di Andrea Pietro Ravani significa confrontarsi con la realtà più banale trasformata in incubo. Nei racconti di Ravani, pubblicati dall’editore Giovane Holden, attraverso un linguaggio crudo e diretto, l’autore ci guida nelle pieghe del malessere che serpeggia sotto la superficie della normalità. Inoltre, la riflessione sul dolore e sull’esistenza emerge in maniera costante, accompagnata da un’analisi profonda dei comportamenti umani di fronte all’alienazione.
Uno degli aspetti che colpisce della raccolta è la capacità dell’autore di trasformare piccoli gesti, incontri casuali e ambienti familiari in spazi di angoscia e alienazione. Ravani, attraverso una narrazione lenta e riflessiva, sembra voler spogliare ogni esperienza di vita dalla sua patina di normalità, per mostrare il dolore nascosto che ciascun personaggio porta con sé.
L’esperienza del dolore fisico e mentale che affligge i protagonisti di Ravani può essere paragonata al tormento esistenziale presente ne “La metamorfosi” di Franz Kafka. Come Gregor Samsa, che si sveglia trasformato in un insetto, anche i protagonisti di “Il meccanico” e “Mal di testa” si trovano a confrontarsi con una realtà che non risponde più ai loro parametri. Franco si sente spaesato in un mondo che non gli offre più le risposte semplici che cerca, mentre il protagonista di “Mal di testa” è prigioniero del suo stesso corpo, dominato da un dolore che lo isola dal resto del mondo. Come per Kafka, anche in Ravani il corpo diventa un veicolo di alienazione: in entrambi gli autori, il fallimento del corpo rappresenta il fallimento di un’intera esistenza.
Tra descrizioni e dialoghi, i personaggi tormentati di Andrea Pietro Ravani
Il racconto “Mal di testa” presenta un protagonista tormentato da un dolore cronico che diventa il centro della sua esistenza. Vivida e persuasiva, in questo racconto, la descrizione del mal di testa non è solo un sintomo fisico, ma una presenza costante che altera la percezione del protagonista e finanche i sensi di chi legge. Con Ravani, il dolore si trasforma in filtro attraverso cui tutto il resto della vita viene vissuto: le relazioni, i pensieri, persino i piccoli gesti quotidiani. È come se il dolore facesse intimamente parte di ognuno di noi, sempre, anche quando siamo felici e sembra che la vita ci sorrida. In questo senso, Ravani riesce a trasmettere con straordinaria precisione la fatica del vivere con una sofferenza ineluttabile, trasformando “Mal di testa” in una riflessione universale e aulica sul potere del corpo di dominare la mente.
La sofferenza mentale si intreccia con quella fisica, in un crescendo di immagini disturbanti. La descrizione del dolore che si infiltra nella testa, che prende forma come “gomma”, è uno dei passaggi più intensi del racconto. Questo malessere che si accumula e si sposta lentamente all’interno del cranio del protagonista, senza lasciare spazio ad altro, riflette la condizione di molti individui che vivono il dolore cronico come una prigione senza via di fuga. La paralisi del corpo diventa una paralisi dell’esistenza, e il protagonista si trova intrappolato in un ciclo di sofferenza che non concede tregua.
In un altro racconto folgorante, “Il meccanico”, Ravani esplora l’interazione tra un uomo ordinario, Franco Arrivatti, e un meccanico enigmatico che sembra operare secondo logiche estranee alla fretta e alla funzionalità della vita moderna. Franco si presenta con l’aspettativa di una rapida soluzione meccanica, ma quello che incontra è un ambiente surreale dove il tempo si dilata e l’auto sembra disgregarsi sotto i suoi occhi. Il meccanico stesso diventa una figura quasi filosofica, più interessato alla “qualità” dell’intervento che alla rapidità, mettendo in discussione le certezze di Franco su cosa significhi risolvere un problema.
Così, il racconto del meccanico si prostra a diventare una potente metafora della nostra percezione di efficienza e risultato. Come il protagonista, anche il lettore si trova spaesato, costretto a riflettere sulla natura della realtà e sull’inadeguatezza dei nostri strumenti mentali per comprendere appieno il mondo che ci circonda.
In “Racconti dalla casa nel buio”, Ravani riesce a creare un universo narrativo in cui il dolore e la frustrazione diventano potenti metafore dell’esistenza umana. Come Kafka – la quale analogia arriva in automatico appena si legge il primo racconto dell’opera – anche Ravani riesce a trasmettere, attraverso un linguaggio semplice ma preciso, la difficoltà di trovare senso in un mondo che spesso sembra sfuggire alla nostra comprensione. I racconti sono intensi, disturbanti e riflessivi, e offrono al lettore una finestra su una realtà e punti di vista fatti di domande senza risposta e sofferenze ineluttabili.
Chi è Andrea Pietro Ravani
Andrea Pietro Ravani, nato nel 1966 a Locarno, in Svizzera, è un educatore, musicista e scrittore. Dopo essersi diplomato e aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento, ha vissuto in Togo dal 1988 al 1991, lavorando come musicista in un gruppo reggae. Tornato in Svizzera, si laurea in filosofia antica, medievale e scienze delle religioni, frequentando contemporaneamente il conservatorio per studiare chitarra e teoria del jazz. Fondatore del gruppo musicale Le Brave Madri, con cui interpreta brani di sua composizione, dal 2009 vive in Ticino, dove continua la sua attività di educatore e, nel 2019, ottiene il diploma in Counseling professionale generativo. Appassionato di poesia, narrativa, fotografia e musica, ha pubblicato Gli occhi della memoria (2003) e Io, Dio e gli altri (2011).
La sua raccolta Racconti dalla casa nel buio ha ricevuto una menzione speciale della critica al concorso “Massa Città Fiabesca di Mare e di Marmo” ed è stata finalista nella sezione narrativa del Premio Letterario Nazionale “Il Borgo Sospeso”.
Alessia Rossi
Titolo: Racconti dalla casa nel buio
Autore: Andrea Pietro Ravani
Prezzo copertina: € 14.00
Editore: Giovane Holden Edizioni
Collana: Battitore libero
Data di Pubblicazione: 29 febbraio 2024
EAN: 9791254573150
ISBN: 1254573151
Pagine: 168