Un libro che mi ha lasciata perplessa smuovendo la mia fede, lasciando senza risposte le molte domande che hanno affollato la mia mente; ma partiamo dalla base e riporto da Wikipedia:
L’ipnosi regressiva è una metodologia non scientifica utilizzata da alcuni psicoterapeuti che, secondo i suoi sostenitori, sarebbe in grado di fare affiorare durante la trance ricordi rimossi di eventi traumatici che influenzerebbero la vita di un soggetto provocando in lui problemi di ordine psicologico.
Secondo tale ipotesi, il termine “regressiva” indicherebbe l’intenzione di stimolare nel soggetto in trance la capacità di ricordare esperienze rimosse dal conscio facendo “regredire” lo stesso soggetto nello stato ipnotico capace di indurlo a recuperare suoi ricordi rimossi di eventi passati e, grazie a questo recupero, di eliminare i suoi problemi psicologici.
L’ipnosi regressiva è considerata dalla maggior parte degli specialisti e più in generale dalla comunità scientifica una procedura metodologica pseudoscientifica che crea dei falsi ricordi: la fonte dei ricordi, presentati come frutto di vite passate, è costituita da racconti creati dal subconscio sotto l’influenza delle informazioni e dei suggerimenti forniti dal terapeuta. I ricordi creati sotto ipnosi non sarebbero inoltre distinguibili dai reali ricordi e potrebbero apparire più vivi di quelli reali.
Non voglio approfondire “l’ipnosi regressiva” perché non è questo il luogo, ma soprattutto non è l’argomento trattato che mi ha lascito perplessa, ma ho bisogno di capire quando può essere sottile quel filo che divide le credenze dalle allucinazioni visive e uditive. Quanto la convinzione di essere stato, in una vita precedente Gesù, figlio di Dio, possa creare disordine e scompiglio nella mente di un essere umano. Impossibile, a mio avviso, non rimanerne sconvolto e soprattutto che tale “informazione” lasci la persona indifferente e possa continuare la sua vita psichica senza traumi alcuni. Allora mi chiedo: Ma la regressione non nasce per aiutare chi i problemi li ha, senza crearne altri?
Era Gesù? Alla scoperta del Dio che è in noi è un libro interessanti sotto l’aspetto umano: “Volevo che gli uomini comprendessero che l’unico modo di liberarsi dal proprio egoismo era liberarsi del potere e non dal potere di turno che li soggiogava per poi prendere il suo posto. Perché la società non si cambia con le armi, ma modificando il pensiero dei singoli.”
Saggi sono gli insegnamenti che l’autore nel narrare impartisce, piccole perle che se tutti riuscissimo ad applicare porterebbe alla resurrezione, una nuova vita per l’intero pianeta.
L’autore rievoca fatti storici toccando argomenti attuali, il Gesù ritornato sulla terra è un personaggio rivoluzionario, è per la condivisione dei beni e il rispetto del nostro pianeta: casa che ci accoglie e che dobbiamo salvaguardare.
Ci incita al raccoglimento interiore, alla preghiera e al contatto con Dio per poter trovare la strada del benessere interiore e collettivo.
La narrazione di Raco è interessante, un connubio perfetto tra romanzo e saggio tratto da un’esperienza vera, e come dicevo all’inizio, non lascia indifferenti.
Nonostante tutti i miei dubbi e le mie perplessità sono concorde con il messaggio principale: amore, accoglienza, rispetto e il ritornare ad apprezzare le piccole cose è l’unica strada per ritrovare noi stessi e creare un mondo migliore.
Titolo: Era Gesù? Alla scoperta del Dio che è in noi
Autore: Alex Raco
Prezzo copertina: € 13.00
Editore:Mondadori
Collana:Oscar bestsellers misteri
Data di Pubblicazione:aprile 2021
EAN:9788804739241
ISBN:880473924X
Pagine:168
Citazioni tratte da: Era Gesù? Alla scoperta del Dio che è in noi.
Siamo esseri umani e siamo abituati a comportarci così sin da piccoli, quando colpevolizziamo i nostri genitori per scelte che noi stessi abbiamo fatto oppure quando pensiamo che, se abbiamo sbagliato, sia colpa di qualcun altro.
Consideriamo la nostra felicità un bene relativo, mentre essa è qualcosa di infinito, divino e assoluto.
Io sono venuto qui per dimostrare a tutti che può essere davvero incredibile ciò che un uomo solo può fare quando crede in se stesso.
Le nostre vite sono simili a un puzzle che segue un disegno divino nel quale tutte le tessere devono incastrarsi perfettamente affinché la figura finale possa manifestarsi nella sua interezza.
Il ruolo di un familiare non dev’essere quello di condizionare le nostre scelte o la nostra evoluzione, altrimenti rischiamo di non essere liberi di compiere il nostro destino. Spesso l’affetto toglie anziché dare. La paura intrinseca dell’individuo non fa progredire la specie.
Per vivere, e per poterlo fare devi liberarti dagli obblighi.
Come esseri umani soffriamo perché ci sentiamo inadeguati. La stessa forma che ci incarna ci limita. Tu sei un essere spirituale e il corpo ti impedisce di essere chi sei veramente e quindi sei costretto a interpretare il personaggio di un’opera teatrale. Passi tutta la vita a pensare di essere quel personaggio e ti scordi chi eri veramente.
Tutti gli esseri umani sono figli di Dio e dell’Universo. Sono tutti parte di un’unica energia e non sono singoli individui. Sono componenti di una vibrazione, di un flusso, di un fiume, di un granello di sabbia. Dell’acqua del mare, dell’aria del vento.
Non esiste il cattivo tempo ma solo un cattivo equipaggiamento. (Detto scozzese?)
Il possedere gli oggetti e le persone, possederle e non amarle, e sentirsi vincolato da esse, provoca un appesantimento della nostra essenza. Condiziona il nostro modo di essere e ci impedisce di esprimere al massimo le nostre potenzialità. Non siamo noi a possedere le cose ma sono loro a possedere noi.
Ritengo che il nostro stato di benessere quotidiano dipenda in maniera sostanziale dall’equilibrio che riusciamo a stabilire tra il nostro Io interiore e il nostro Sé superiore.
Katia Ciarrocchi
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