Recensione: Agatha Christie – Assassinio sull’Orient Express


La logica di Poirot
Il famoso treno, proveniente da Istanbul e diretto a Calais, è costretto a fermarsi in aperta campagna in Jugoslavia a causa di una abbondante nevicata. A bordo non c’è molta gente, anzi è poca data la stagione e solo il primo vagone è totalmente occupato. In uno degli scompartimenti viene rinvenuto il cadavere di un ricco americano dallo sguardo poco rassicurante, per non definirlo addirittura tipico di persona malvagia. L’uomo è stato assassinato con numerose pugnalate mentre dormiva nella sua cuccetta. E’ impossibile chiedere il soccorso della polizia locale, dato che il treno è bloccato, ma per fortuna che a bordo c’è anche il più famoso degli investigatori, Hercules Poirot. L’indagine si presenta estremamente difficile perché, sebbene il colpevole non possa che trovarsi sul treno data la materiale impossibilità di abbandonarlo a causa della fitta nevicata, tutti i passeggeri hanno un alibi. Eppure, e Poirot lo sa bene, gli alibi sono fatti per essere verificati e appunto mano a mano che l’investigatore procede a valutarli si accorge che gli stessi stanno in piedi perché reciproci, nel senso che ogni occupante di uno scompartimento lo fornisce a favore dell’altro. Tuttavia, se questo è un buon punto di partenza, la ricerca del reo resta sempre estremamente difficoltosa, mancando il movente e il collegamento fra la vittima e uno o più dei passeggeri.
Poirot procede con una logica ferrea, valuta tutte le possibilità, scarta tutti quegli indizi che sembrano essere messi lì per disorientarlo, e alla fine arriva alla soluzione che non anticipo per ovvie ragioni. Si sappia solo che è molto logica e che nel caso specifico rivela un Poirot sì amante della verità, ma anche compassionevole.
Assassinio sull’Orient Express è con ogni probabilità il miglior romanzo scritto da Agatha Christie, quello che può essere definito un capolavoro, per tutta una serie di elementi che vanno dalla trama intricata, ma avvincente, alla perfetta caratterizzazione dei protagonisti; la struttura poi è particolarmente riuscita, perché forse mai come in questo libro è stata data al lettore la possibilità di vedere la vicenda con gli occhi dell’investigatore, in pratica osservando nella sua mente come procede l’indagine.
Non credo ci sia da aggiungere altro, se non l’invito a leggerlo, ricordando che, così come accaduto per l’altro romanzo della Christie Assassinio sul Nilo, anche questo ha avuto due felici trasposizioni cinematografiche, una del 1974 per la regia di Sidney Lumet e interpretato da Albert Finney nelle vesti Poirot, e uno più recente, del 2017, diretto da Kenneth Branagh, che interpreta anche il personaggio del famoso investigatore belga.

Titolo: Assassinio sull’Orient Express
Autore: Agatha Christie
Prezzo copertina: € 14,00
Editore: Mondadori
Collana: Oscar moderni. Cult
Traduttore: Zazo L.
Data di Pubblicazione: 20 ottobre 2020
EAN: 9788804732532
ISBN: 8804732539
Pagine: 216

Agatha Christie (Torquay, 15 settembre 1890 – Winterbrook, 12 gennaio 1976)  Pseudonimo di Agatha Mary Clarissa Miller. Scrittrice inglese. Di famiglia agiata, viene educata privatamente. Ancora bambina scrive racconti e poesie; alcune di queste vengono pubblicate nel 1908 in «Poetry Review».
Nel 1914 sposa Archibald Christie dal quale divorzia nel 1928.
Il genere letterario con cui raggiunge il successo in campo internazionale è il romanzo poliziesco. I suoi detective, tra i quali primeggiano Hercule Poirot (che compare per la prima volta in Poirot a Styles Court, 1920) e Miss Jane Marple (che compare per la prima volta in una serie di racconti apparsi in rivista e raccolti nel 1932 in l tredici problemi e che diventa per la prima volta protagonista di un romanzo in La morte nel villaggio nel 1930), sono entrambi abilissimi nel risolvere i più intricati enigmi polizieschi. Essi concentrano la loro (e la nostra) attenzione sul comportamento degli indiziati e sulle loro reazioni emotive e verbali.
L’azione ha sempre poca importanza, le prove non sono mai particolarmente significative; ciò che conta sono le motivazioni psicologiche che potrebbero aver spinto al delitto. ln un mondo di buone maniere, di modi raffinati, di anziane signore molto amanti della conversazione e di impettiti colonnelli in pensione, depositari di antichi valori e tradizioni, l’autrice può nutrire l’illusione di controllare il delitto e, grazie all’acume dei suoi detective, di riportare tutto alla normalità.
La “signora del crimine” ha scritto più di 50 romanzi e 100 racconti; da molti di questi sono stati tratti film, commedie e telelfilm. Nei suoi due ultimi romanzi, Sipario, l’ultima avventura di Poirot (1975) e Addio, Miss Marple (1976) l’autrice ha scelto di far morire i suoi due, ormai vecchissimi, detective: i romanzi erano stati scritti anni addietro, la scrittrice scelse di mantenerli inediti sino a poco prima della sua morte.
La mia vita (An Autobiography, 1977), è stata pubblicata postuma.
Fonte: parzialmente tratto da Dizionario Bompiani degli autori (2006) e Dizionario letterario Zanichelli.

Renzo MontagnoliSito

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