Tengo tutto
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Siamo quello che possediamo 69 La disposofobia in letteratura La disposofobia ha una storia illustre in letteratura. Già alcuni scritti del quattordicesimo secolo facevano riferimento a questo disturbo. Dante ha riservato il quarto cerchio dell’Inferno agli avari e ai prodighi (o agli «accumulatori» e agli «spreconi»). Charles Dickens ha creato diversi personaggi che accumulavano, incluso Krook, in Casa Desolata (1852-1853), personaggio che Dickens descriveva come «possessore di scartoffìe» in un negozio in cui «tutto sembrava essere comprato e nulla sembrava essere venduto». Il cugino Pons di Honoré de Balzac (1847), un collezionista di cianfrusaglie, si pensa fosse basato approssimativamente sullo stesso Balzac. Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle viene descritto dal suo aiutante Watson come afflitto da «un orrore verso la distruzione di documenti», nella misura in cui «ogni angolo della stanza era riempito con pacchi di manoscritti». Il novelliere russo Nikolai Gogol ha descritto un classico caso di disposofobia in Le anime morte, scritto nel 1842. Plyushkin era un ricco proprietario terriero che i contadini chiamavano «il pescatore» per la sua abitudine di «pescare» nel vicinato in cerca di «una vecchia suola, un pezzo dello straccio della donna di un contadino, un chiodo di ferro, un frammento di porcellana rotta», tutte cose che stipava nella sua già colma tenuta. Da Le anime morte, la parola «Plyushkin» è stata utilizzata in gergo in Russia per descrivere qualcuno che colleziona oggetti scartati, inutili o rotti. Nella psichiatria russa, la sindrome di Plyushkin è un disturbo in cui qualcuno colleziona e mette da parte oggetti inutili, spesso spazzatura. La disposofobia non è solo un fenomeno occidentale. Nel 2005, il Mainichi Shimbun, un giornale giapponese in lingua inglese, ha redatto una storia che descriveva un uomo di cinquantasei anni a cui è crollato il pavimento di casa per il peso di vent’anni di giornali e riviste. Il termine giapponese per questi casi è Gomi yashiki, o «case spazzatura», il soggetto di una ricerca di Fabio Gygi, antropologo inglese. La disposofobia è stata riscontrata in tutto il mondo, in ogni continente a parte l’Antartide. Sebbene la sua severità possa variare e la natura degli oggetti accumulati possa essere differente in Egitto o in Cina, il comportamento di eccessivo collezionismo e accumulo di oggetti non pare essere esclusivamente una sindrome legata alla cultura di appartenenza. 69 |
Titolo: Tengo tutto. Perché non si riesce a buttare via niente
Autori: Randy O. Frost, Gail Steketee
Traduttore: Sanavio E.
Editore: Centro Studi Erickson
Prezzo: € 15.50
Data di Pubblicazione: Ottobre 2012
ISBN: 8859000564
ISBN-13: 9788859000563
Pagine: 270
Reparto: Medicina > Psicoterapia