Pietro Folena presenta a Genova “Il potere dell’arte”


I perché dello stato di degrado in cui versano i beni culturali in Italia e la strada da seguire per un nuovo rapporto pubblico-privato, fondato sulle potenzialità così grandi del settore culturale e su alcune ricette “provocatorie” perché un nuovo sviluppo si possa fondare – oltreché sulla green economy – sull’industria della cultura.

L’analisi è contenuta nell’ultimo libro di Pietro Folena, “Il potere dell’arte” (edito da Datanews), che verrà presentato domenica, 8 settembre 2013, alle ore 19,00, nell’ambito della Festa democratica in corso a Genova (spazio “Vincenzo Cerami”).

Folena, partendo dalla sua esperienza di “imprenditore culturale”, effettua anche una spietata rappresentazione dei poteri che oggi frenano le potenzialità italiane.

Il potere dell’arte è la formula di un nuovo modello di crescita sostenibile, che riprende la tradizione classica e la cultura del bello in un Paese devastato dagli speculatori, dalla malapolitica e da un’incuria civile diffusa.

Pietro Folena con la formula XXI – in Italia per un euro pubblico investito nella cultura se ne producono 21 privati, e il PIL culturale, oggi calcolabile in 40 miliardi all’anno, potrebbe rapidamente raddoppiare con investimenti pubblici limitati (nell’ordine dei quattro-cinquecento milioni di euro l’anno) – riprende la grande ispirazione della ricostruzione industriale degli anni Cinquanta e Sessanta e la ricolloca, in un contesto europeo e globale, sul piano dell’industria dei contenuti e della conoscenza, a partire da quella che può svilupparsi attorno ad una valorizzazione piena dei beni culturali e del patrimonio artistico italiano.

Questo testo breve e snello, di taglio giornalistico, proponendo in modo assai semplificato dei concetti complessi, come quelli che ruotano attorno all’arte e ai beni culturali, si presta ad essere una specie di guida per tutti coloro che nel settore pubblico – dagli Enti Locali al Ministero dei Beni Culturali – in quello privato-sociale e nel settore profit stanno scommettendo le loro carte sull’Italia come grande potenza culturale del XXI° secolo. A partire da quel vastissimo mondo di ragazze e ragazzi che scelgono professioni culturali, che vogliono fare della cultura la loro ragione di vita o che vorrebbero cimentarsi con un’impresa o un’associazione culturale.

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