Un’era irripetibile. Anni Sessanta-Settanta, quando la trasgressione e il desiderio di rivoluzione, di ribaltare le marce strutture del potere in balia del quale era il mondo, si vestivano di un nuovo abito: di ideali e di un pacifismo nutrito di forza creativa senza pari. Figura emblematica, fra tante altre, quella di John Lennon. Non solo il John di Liverpool e dei Beatles, ma anche il John in coppia con Yoko Ono: uniti nella vita, nella giusta protesta e richiesta di una società più equa, nella potenza immaginativa e artistica.
One to one: John e Yoko è una pellicola del Premio Oscar Kevin MacDonald che, dopo la presentazione al Festival di Venezia e al Sundance Film Festival, sarà proiettata nelle sale cinematografiche italiane dal 15 al 21 maggio (elenco in nexostudios.it). L’evento al cinema è distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Studios in collaborazione coi media partner Radio Capital e MYmovies.
“Un manifesto sull’amore, la musica, la rivoluzione” è stato definito questo docufilm fatto tutto di materiale inedito che comprende spezzoni televisivi, filmati nell’intimità domestica di J & Y o relativi a concerti, manifestazioni, interventi di agitatori intellettuali, attivisti e poeti (come Allen Ginsberg, esponente di spicco della Beat Generation), interviste, conversazioni, persino registrazioni telefoniche.
Un visionario era John, ben dentro il presente e proiettato nel futuro, come la propria compagna, come i compagni di viaggio di un’epoca che sembra tanto remota, quasi scacciata e accantonata nelle soffitte dell’oblio, eppure tanto carica di fermenti, suggestioni, proposte, voglia di mutare il triste corso degli eventi (vedi le proteste contro la stupida guerra in Vietnam che infiniti addusse lutti…).
Impossibile non commuoversi riudendo John eseguire la sua Imagine, così poetica, così struggente, simboli e significati in una commistione di pura armonia e serenità, non farsi travolgere dal ritmo di Come Together o non avere l’istinto di danzare alle note di Give Peace a Chance, una esaltante dichiarazione d’intenti. Peace and love, in un genuino moto dello spirito (proprio e dei tempi).
Così come è bello riscoprire le capacità di Yoko, a suo tempo troppo bistrattata, dipinta come una spaccarapporti, invero un’artista oltremodo versatile, intelligente, a tutto tondo. Spettacolare, da brividi, la sua interpretazione della canzone dedicata a Kyoko, la figlia sottrattale per alcuni anni e poi ritrovata (molto dopo la tragica scomparsa di John).
Un film che certamente scatena la nostalgia, facendo recuperare brani di memoria – una nostalgia tuttavia non sterile, bensì fattiva, imbevuta di bei propositi e suscitatrice di profonde riflessioni – e che dovrebbe essere visto dalle giovani generazioni: per sapere, per accendere.
“In concomitanza con l’uscita nelle sale del documentario prende vita una collaborazione esclusiva tra Nexo Studios e Fondazione Luigi Rovati. Presentando alle casse il biglietto del cinema, sarà possibile accedere con tariffa ridotta alla Fondazione Luigi Rovati e visitare il museo e le sue esposizioni. Proprio in queste settimane, inoltre, in Fondazione Rovati a Milano è possibile visitare la mostra gratuita “Echoes. Origini e rimandi dell’art rock britannico. La mostra rappresenta un viaggio visivo e sonoro tra arte e musica nella Gran Bretagna degli anni ’60 e ’70: dalle copertine dei Beatles e dei Pink Floyd alle visioni oniriche dei Genesis e all’identità frammentata di Peter Gabriel. Un’immersione nell’immaginario che ha definito l’art rock e ne ha amplificato l’eredità artistica e culturale e che comprende anche il video Smile (1968) con cui Yoko Ono presenta un ritratto intimo di John Lennon. Viceversa, i visitatori della Fondazione potranno accedere con tariffa scontata alle proiezioni del documentario presso le sale cinematografiche aderenti. Un’occasione unica per esplorare, tra cinema e arte, l’universo visivo e musicale di un’epoca che ha rivoluzionato il nostro immaginario collettivo.”
Il film è tutto ambientato negli States, dopo il trasferimento dall’Inghilterra a New York da parte del celeberrimo duo… “sono la coppia d’oro della controcultura, il loro impegno politico e sociale è incessante in quei mesi”… Precipitati in una realtà in cui si mescola, con inediti spazi e squarci di libertà, la conservazione ideologica più retriva, J & Y non rimasero affatto inerti. Fu una grande battaglia intellettuale quella combattuta da entrambi, in perfetta sinergia; sapevano parlare ai giovani, alla gente, con la musica, con l’esempio. Ciascuno è accompagnato dalla propria ombra, anche J & Y, ma la luce in loro sfolgorava e si trasmetteva: con l’arte musicale, con la parola non mistificata.
“Nel loro piccolo appartamento, che è stato fedelmente riprodotto per il film, la tv è la finestra sul mondo: le immagini della scena politica e sociale con gli orrori della guerra in Vietnam e le prime crepe del Watergate si rincorrono sullo schermo, alternandosi a jingle pubblicitari spensierati, come sorrisi forzati che non bastano a nascondere il malcontento del popolo che insorge.”
E l’attenzione della coppia era assolutamente desta su ogni tema sociale, grande o piccolo che fosse. Come ben dimostra l’organizzazione dell’evento benefico One to One Benefit Concert: due concerti – 30 agosto 1972 (pomeriggio e sera) – al Madison Square Garden di New York insieme con la Plastic Ono Elephant’s Memory Band (il solo live completo di Lennon dopo i Beatles). L’occasione era stata loro offerta da un’inchiesta sui bambini del Willowbrook State School, che versavano in uno stato di abbandono e colpevole e pietoso degrado.
“Fin dall’inizio ho deciso – racconta Kevin MacDonald – che non sarei andato a cercare vecchi uomini sui loro letti di morte per ottenere un aneddoto su John Lennon, che probabilmente avevano già raccontato […] Ho pensato: c’è abbastanza materiale qui, che potremmo semplicemente lasciarli parlare da soli, permettere al pubblico di origliare rendendo questo parte del gioco.”
Operazione magnificamente riuscita. Esci dalla sala e sei permeato di una corrente di empatia, di energia e di bellezza. E, dentro, il desiderio, bambino e invincibile, di voler contribuire a mutare in positivo, ognuno con il proprio talento e impegno, le sorti di questo stranito e confuso mondo.
Grazie, John and Yoko.
Alberto Figliolia