NAPOCALISSE DI FEDERICO SALVATORE NEL VIDEO PRODOTTO DA LUIGI ZACCHEO 1


A cura di Alessia e Michela Orlando

Elegante. Vero. Crudo. Così è ciò che stiamo vedendo. È come dovrebbe essere sempre nelle intenzioni dell’Autore ogni immagine che si rifletta nella musica e nelle parole. A che servirebbe declinare con approccio bugiardo le radici, le origini, le mete sfiorate attraverso le esperienze di vita e le proprie prospettive artistiche, gli approdi?

Il videoclip ufficiale del brano NAPOCALISSE, ultimo lavoro di Federico Salvatore, prodotto da Luigi Zaccheo per ARANCIA RECORDS è una sintesi di suggestioni, evocazioni, echi mai sopiti che dilagano in un futuro prossimo venturo. Poi? Poi nessuno potrà dire cosa accadrà. Nessuno è davvero in grado di leggere pagine ancora non scritte.  Se la conclusione, ovvero le sensazioni che restano dopo aver visto l’ultima immagine, lascia sospesi, come in attesa di altre parole e immagini, non occorre fare altro che riavviare il video. La seconda visione fa emergere una sensazione patinata, elegante, di velluto sfiorato. Nero. Passa in secondo piano il senso del tragico che permea le parole e l’intenso volto di Federico Salvatore. Quando scuote la testa (è sempre soltanto la seconda volta che lo si nota) dice già ben oltre quel che l’immagine sembrerebbe voler narrare. Potrebbe essere una resa al peso degli argomenti che di lì a un attimo affronterà? Sospendi la risposta. Devi capire meglio. Ti ricordi di quel che dice Mimmo Iodice della fotografia in bianconero. Condividi l’idea che il B/N sia essenziale per liberare l’immaginazione. Con il nero e il bianco non si vuole documentare le cose ma suggerire diverse letture. È una delle chiavi possibili per entrare nel mondo della fantasia, della creatività. Il colore? Non aiuta essendo descrizione della realtà percepibile. Percezione: non c’è nulla di univoco tra il modo di percepire di un essere umano e quello degli altri. L’artista ti può condurre verso una chiave di lettura più ampia, facendoti superare l’idea che ogni cervello sia tribunale. Federico Salvatore, con le immagini del video prodotto da Luigi Zaccheo, va oltre. Ti porta per mano in una dimensione che induce a navigare tra vicende e significati che lasciano il segno. La traccia, essendosi ancora alla seconda visione del video, è ancora potenzialmente in evoluzione. Pertanto ti chiedi quale possa essere il messaggio e ragioni sul nero/nera che è, oltretutto, la parola più ricorrente. Ti chiedi: Ma il nero è o no un colore? Per definizione no, semplicemente è una lunghezza d’onda che assorbe tutte le altre. Se, però, la parola NERO è pronunciata da un napoletano con la storia di Federico Salvatore tutto cambia. Emergono i colori di una città, le contraddizioni, le violenze subite, le ingiustizie che se fossero divine sarebbe difficile ritenerle giuste. L’espediente narrativo dominante sarà individuato da ognuno in base alle proprie esperienze. Di certo non potrà sfuggire che Federico Salvatore si toglie la maschera ed è scalzo. Pare chiaro che voglia essere nudo davanti a chi guardi, per dirgli la Verità. Lo fa scalzo, come volesse dire: Sono qui, davanti a voi, nudo. So chi sono e non perdo il rapporto con Madre Terra, attraverso la nudità dei miei piedi.

C’è una sintonia tra musica, voce, immagini che non potrà condurre a equivoci. Messaggi inequivocabili eppure da rivedere, risentire, senza mai smettere. Si ha la sensazione che ci sia altro. Forse si capirà meglio, tutto, quando si potrà ascoltare le altre canzoni.        

Alessia e Michela Orlando

Share This:


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Un commento su “NAPOCALISSE DI FEDERICO SALVATORE NEL VIDEO PRODOTTO DA LUIGI ZACCHEO

  • roberto rosini

    a parte i complimenti che ti meriti ti seguo da sempre da AZZ.ce lò in cassetta non sò se dopo anno fatto il cd. Però se nei video ci fosse la traduzione in italiano sarebbe meno faticoso ascoltarti, per me romano e settantcinquenne lo è.Lunga vita artistica e successo internazionale. ciao roberto