Favole raccolte, curate e riadattate da Simone
Nelle terre del Nord c’era una volta un re che sentendosi vecchio e sapendo di non avere molto tempo da vivere, fece chiamare suo figlio, il principe Sigurd, e gli disse:
– Figlio mio, i giorni che mi restano ormai da vivere diminuiscono sempre di più, ben presto siederai su questo trono. Ma prima di quel giorno, vorrei vederti sposato, e padre di un principe che ti succeda a sua volta.
Il principe Sigurd gli rispose:
– Riconosco che è giunto per me il momento di prendere moglie ed anch’io non desidero che di meglio che sposarmi. Ma non ho ancora trovato una principessa che faccia al caso mio.
Il vecchio Re allora disse:
– Và oltre il mare ! c’è un paese che ti insegnerò a raggiungere dove abita una principessa bella come il sole, quella sarà tua moglie.
Il principe Sigurd varcò con al sua nave le fredde onde del mare fino a che non raggiunse il paese in cui era stato mandato da suo padre. Là trovò proprio la principessa dei suoi sogni, assai più bella del sole. Ambedue si amarono a prima vista ed il padre di lei sembrava contento del matrimonio, a condizione che Sigurd rimanesse con lui dopo le nozze. Sigurd rispose:
– Posso restare qui tutto il tempo in cui mio padre vivrà, Ma appena mi verrà portata la notizia della sua morte, io e mia moglie dovremo affrettarci a ritornare sul nostro paese.
Il re accettò questa proposta e Sigurd sposò la principessa nel cui regno visse per molti anni. Essa era buona, dolce e gentile quanto era bella; quando ebbero un bambino Sigurd fu l’uomo più contento e felice di tutto il reame.
Quando giunse la notizia che il vecchio Re era morto, il bambino aveva due anni e Sigurd partì subito con la moglie, divenuta ormai regina, ed il principe loro figlioletto.
Navigarono per molti giorni ed avevano già avvistato terra, quando ad un tratto cadde ogni vento. Una strana sonnolenza pervase tutti gli uomini addetti ai remi, ed il re Sigurd e tutto il seguito si addormentarono nelle loro cabine.
La sola persona che non si addormentò fu la giovane regina, che restò sul ponte a giocare con il bambino.
Ad un certo momento scorse sul mare una macchiolina nera che cercava di avvicinarsi sempre di più. Guardando, si accorse che era una barca, e quando la raggiunse la nave, vide con orrore che era fatta di pietra e che in essa si trovava una strega così brutta che la giovane donna per poco non svenne a quella vista folgorante.
Non appena ebbe raggiunto la nave, la strega salì a bordo e si diresse verso la regina, che non riuscì a proferire una sola parola, né per chiedere aiuto, né per avvertire suo marito, il re.
La strega le strappò rapidamente il bambino di mano e lo posò sul ponte, poi tolse alla regina tutti i suoi bei vestiti e si li mise indosso: disse alcune parole magiche, e il suo volto orribile ed il corpo rinsecchito cambiarono a tal punto che nessuno sarebbe stato in grado di distinguerla dalal vera regina, che se ne stava lì, ignuda e tremante, con gli occhi pieni di terrore, ma del tutto incapace di muoversi.
Quando il cambiamento fu completo, la strega mise la regina nella barca di pietra e disse:
– Barca, ti ordino di non rallentare né di mutare rotta finché non avrai portato questa do9nna da mio fratello, il Re dei Troll, che se ne sta nella sua casa sottoterra.
La barca obbedì e partì velocissima sul mare, tanto che ben presto la regina era scomparsa all’orizzonte. Allora la strega raccolse il bambino, ma questi cominciò a piangere e non si calmò in nessun modo. La strega lo portò giù nella cabina e scosse bruscamente il re per la spalla strillando:
– Sveglia ! Non ti vergogni a lasciarmi sola sul ponte mentre tutti dormono ?
Sigurd si meravigliò per il tono della regina, perché fino a quel momento non gli aveva mai parlato duramente. Tuttavia pensò che in questo caso avesse ragione di essere seccata e cercò invano di calmare il bambino.
Nel frattempo prese a soffiare una brezza leggera, i marinai si risvegliarono dal loro sonno incantato e ben presto la nave raggiunse la terraferma, dove il re Sigurd venne portato in trionfo dal popolo, felice ch’egli aveva portato con sé una bella regina ed il principino.
Il bambino però non aveva mai cessato di piangere dal momento in cui era stato separato dalla sua mamma sulla nave, ed ogni volta che la strega si avvicinava piangeva più forte. Infine il re fu costretto a trovargli una bambinaia tra le dame di compagnia della regina, e il piccolo ritornò subito ad essere buono come prima.
Il re Sigurd si era accorto che il carattere della regina durante il viaggio era cambiato in peggio, ma non aveva nemmeno idea di che sorta di cambiamento si trattasse. Ora essa si arrabbiava spesso ed era sempre altezzosa ed ostinata, tanto che ben presto la gente prese a mormorare che il re Sigurd aveva fatto un cattivo matrimonio.
I primi a scoprire parte della verità furono due giovani che solevano giocare a scacchi presso la porta della camera della regina. Ma in un primo tempo ebbero troppa paura per raccontare a Sigurd l’accaduto. Ecco quanto successe: mentre giocavano a scacchi furono sorpresi da certi rumori che provenivano dalla camera della regina. Nonostante sapessero che era sola, la udivano spesso parlare e talvolta pareva loro di sentire, oltre alla sua, un’altra voce, che rimaneva dura e crudele come quella di una bestia.
Alla fine decisero di spiare quanto accadeva, e scoprirono una fessura nella parete, attraverso la quale potevano vedere ed udire tutto quello che avveniva nella camera. Prima di tutto sentirono la regina che diceva chiaramente:
– Quando sbadiglio un pochettino, sono una bella fanciulla; quando sbadiglio un po’ di più divento una strega; ma quando sbadiglio a gola spiegata non sono altro che un Troll.
Ciò dicendo, aprì la bocca in un enorme sbadiglio e divenne un Troll così brutto e terribile che i due giovani tremavano dalla paura.
Non appena la regina si fu trasformata in Troll il pavimento si aprì e ne uscì un Troll brutto come lei, che portava in mano un enorme recipiente di carne cruda.
– Salve compagna ! grugnò il nuovo arrivato – ti ho portato la cena.
La regina si limitò a grugnire per tutta risposta e si mise a mangiare, divorando la carne fi9no all’ultimo pezzettino, con grande meraviglia dei due che spiavano.
Quando il recipiente fu vuoto il Troll l’afferrò e ritornò da dove era venuto, la regina sbadigliò e riprese l’aspetto umano.
Poco tempo dopo anche la bambinaia che si prendeva cura del bambino assisté ad uno strano spettacolo. Una sera, dopo che aveva acceso una candela e se ne stava col bambino al collo, improvvisamente si formò un’apertura sul pavimento e ne emerse una donna bellissima, tutta vestita di bianco, che rassomigliava tantissimo alla regina.
Ma intorno alla vita portava una cintura di ferro, alla quale era attaccata una pesante catena di ferro con una pesante catena che sprofondava in terra dietro di lei.
La donna si avvicinò alla bambinaia, le prese il bambino, se lo strinse al seno baciandolo amorosamente, glielo restituì sospirando e sprofondò di nu9ovo nell’apertura che si richiuse dopo che fu passata. Il metallo quasi fondeva …
La bambinaia si spaventò moltissimo, ma il principino non dimostrò paura alcuna. La sera dopo successe la stessa cosa. Ma andandosene, la strana donna singhiozzò improvvisamente sussurrando:
– Due son trascorse, e ora non ne rimane che una…
Questa volta la bambinaia riferì l’accaduto al re Sigurd, poiché comprese che le parole della donna misteriosa si riferivano alle sue visite.
La sera dopo Sigurd si recò nella stanza e si sedette con la grande spada a portata di mano. Poco dopo il pavimento si aprì e uscì fuori la donna in bianco, con la cintura di ferro e la catena, come nei giorni precedenti e prese il principino tra le braccia.
Non appena la vide, Sigurd si accorse che era la sua amata sposa e balzò in piedi con un grido di sorpresa. La regina allora si volse verso di lui e gli disse: Sigurd ! mio amato signore, salvami !
Mentre parlava la catena si tese improvvisamente e la trascinò verso l’apertura che si spalancava per terra. Ma Sigurd balzò in avanti, alzò la spada fin sopra la testa, e con un colpo solo recise nettamente in due la catena.
Dall’apertura per terra si udì un grido terribile ed un fracasso che scosse l’intera città: ma i colpi e i gemiti si allontanarono sempre di più, fino a quando tacquero.
– Sono salva ! . mormorò la regina, aggrappandosi a Sigurd – era il re dei Troll, la strega che ha preso il mio aspetto è una sua adepta. La sua barca magica di pietra m’ha trasportato nel regno dei Troll e poi lungo il fiume sotterraneo, fino alla loro dimora che è nelle viscere della terra, proprio sotto questo palazzo. Il re dei Troll voleva fare di me la sua regina, ma io ho rifiutato. Allora mi ha chiuso in una prigione sotterranea piena di talpe e di rospi giurando di non lasciarmi più uscire se non avessi acconsentito a sposarlo. Alla fine ho promesso di far come voleva se mi avesse lasciato visitare tre volte mio figlio sulla terra.
Ero certa che avresti trovato il modo di salvarmi. Egli ha accettato, ma ha voluto venire con me, tenendomi legata a questa catena. Stanotte era la mia ultima occasione per sfuggirgli: avevo una paura terribile che tu non venissi. Ma sei venuto, e quando hai tagliato la catena il re dei Troll deve essere ricaduto giù la caverna e forse s’è ucciso.
Il Re Sigurd comprese allora perché la finta regina avesse acquistato un gran brutto carattere, e perché il principino si metteva a piangere ogni volta che essa gli si avvicinava; inoltre i due cortigiani gli raccontarono quanto avevano visto attraverso la fessura nella parete della camera della falsa regina.
Così la mandò a chiamare e nonostante che questa si tramutasse prima in una strega e poi in un Troll, la fece chiudere in una botte piena di chiodi arrugginiti e la lasciò cadere giù nell’apertura del pavimento perché andasse a raggiungere i resti del re dei Troll, negli abissi sotterranei.
L’apertura venne poi richiusa e da quel giorno la vera regina ed il re Sigud vissero per sempre felici e contenti.
Simone
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