“Il luminoso giorno è finito, ora andremo nelle tenebre”.
La storia di un pazzo è uno di quei libri che è arrivato casualmente tra le mie mani, affascinata dal titolo e dalla copertina, l’ho acquistato: mai speso meglio i miei soldi.
Francis Xavier Petrel dopo un lungo ricovero in un ospedale psichiatrico vive una vita “normale, abitudinaria” aiutato dai farmaci che azzittiscono le voci che hanno accompagnato la sua intera esistenza.
Tutto prosegue bene fin quanto, vent’anni dopo, Francis è invitato a una cerimonia per commemorare la chiusura e la destinazione a museo dell’ospedale. Nell’indecisione di parteciparvi ritornano alla mente eventi traumatici e drammatici. Da qui ripercorre l’intera vicenda scrivendola in modo non usuale, ma non voglio anticipare molto per chi ha voglia di leggere “La storia di un pazzo” di John Katzenbach.
All’interno dell’ospedale è stato commesso un crimine con modi identici a quelle di una serie di omicidi irrisolti avvenuti negli anni precedenti fuori dall’ospedale stesso, i primi a trovare il corpo sono Francis e il Pompiere, un’indagine, una donna procuratore che si stabilirà per un periodo nell’ospedale e una serie d’incidenti-omicidi. Le storie di ognuno si intrecciano in modo perfetto all’interno di una situazione anomala per indagare ed è sconvolgente la capacità di Katzenbach nel riuscire a evocare l’ansia del camminare in bilico tra normalità e pazzia, dove la normalità è sempre manipolata dall’oscuro, e dove a volte la pazzia sembra diventare l’unico rifugio da una realtà che trucida umanità, coscienza e verità.
Le descrizioni emotive dei ricoverati, per quanto avvolte troppo prolisse, sono perfette, la solitudine di pazienti psichiatrici si attacca come una ventosa sulle sfere emotive del lettore che sembra di viverle sulla pelle.
La storia è originale, ed è inevitabile l’affezionarsi ai personaggi che folli e non “combattono” contro un’istituzione che cerca di “seppellire” verità pur di salvare carriere e facce.
Il thriller di John Katzenbach è carico di suspense e le pagine scorrono lisce che è una meraviglia, il lettore ne è talmente avvinto che non riesce a staccarsi tanto è curioso di capire come va a finire nonostante – come scrive Stephen King in On Writing: Autobiografia di un mestiere, nel definire Katzenbach – «quel tipo di romanziere che fa impazzire gli insegnanti di scrittura creativa, uno splendido narratore la cui arte è guastata dall’autoripetizione (un difetto curabile) e un orecchio per il parlato che è gravemente ostruito (un difetto che probabilmente non ha rimedio)».
Mi trovo pienamente d’accordo con King, Katzenbach è uno splendido narratore, purtroppo non dimostra avere la capacità di “ripulitura” del testo, al di là dell’essere prolisso ci sono concetti ripetuti allo sfinimento che annoiano, ma la capacità narrativa nella costruzione del romanzo, nel fare interagire i personaggi mettendone in evidenza il profilo psicologico e nell’intrecciare le storie di ognuno in una simbiosi perfetta fanno si che il lettore sorvoli anche sui difetti fin troppo visibili.
Titolo: La storia di un pazzo
Autore: John Katzenbach
Traduttore: Lamberti N.
Editore: Mondadori
Prezzo: € 9.80
Collana: Oscar bestsellers
Data di Pubblicazione: Gennaio 2007
ISBN: 8804563796
ISBN-13: 9788804563792
Pagine: 546
Reparto: Narrativa
John Katzenbach nasce a Princeton, 1950. Figlio di una psicanalista e di un avvocato, si è laureato in letteratura anglo-americana nel 1972. Il suo primo romanzo venne pubblicato mentre era reporter del “Miami Herald”, dove si occupava di cronaca nera. Nel 1987 divenne scrittore a tempo pieno con il romanzo che in Italia fu pubblicato con il titolo Facile da uccidere. In Italia i suoi libri sono editi dalla Mondadori. Da Maledetta estate e La giusta causa sono stati tratti due film di successo.
Katia Ciarrocchi