A cura di Massimo Ghelfi
Sono gli anni che seguono la morte della figlia Paula e Isabel Allende adotta la forma del “diario” per fare la cronaca della famiglia, faticosamente riunita in California. I ricordi si intrecciano alle riflessioni sulla vita, sulla sua opera e sul mondo contemporaneo. Due leitmotiv danno coesione all’insieme: la relazione amorosa con il secondo marito Willie e l’ansia di costituire e difendere una grande tribù familiare. Isabel tiene letteralmente insieme un clan variegatissimo e lo governa come una vera patriarca. Dopo La casa degli spiriti come dubitare di questa inclinazione? E se talora la generosità travalica in esercizio di potere, in deliberato controllo delle altrui vite per modificarne il corso, è pur vero che da questo movimentato ritratto emergono gli indiscutibili pregi della famiglia allargata, come luogo dell’affetto e della comprensione. Se le avventure della tribù e della sua “regina” la fanno da padrone, non mancano le riflessioni sull’incombere del tempo, sulle debolezze di un carattere forte, sulla rivincita del buon senso, sulla capacità di cambiare e in ultima analisi, sul dono di sapersi prendere in giro che dovrebbero sempre accompagnarci nella fatica di vivere. Si esce dalla lettura con la sensazione di aver attraversato una grande galleria di ritratti familiari, di aver vissuto una cronaca di affetti che ci riguarda da vicino. Con intelligenza e autoironia Isabel ci mostra le difficoltà di tenere insieme un clan variegatissimo e di dominarlo; mettendo a nudo le proprie inclinazioni, la scrittrice de La casa degli spiriti ci dice che l’eccessiva generosità rischia di sconfinare nell’invadenza.
La riflessione di fondo che farcisce ogni riga delle meravigliose pagine di questo romanzo, riguarda la vita da scrittrice di Isabel Allende, la vita di una donna costretta a lunghi periodi di solitaria riflessione nell’intento di svuotare su un foglio bianco il pozzo della sua anima. La Allende ne La somma dei giorni si osserva e si descrive, restituendoci l’immagine vivida e vitale di una madre attenta e accentratrice nei confronti della sua famiglia allargata, di una donna che lotta con passione contro il macigno che si porta nel cuore e che le impedisce di abbassare la guardia nei giorni rumorosi della sua vita.
Quel macigno ha il nome di Paula, sua figlia morta a ventotto anni, dopo una lunga degenza in Spagna a causa di una malattia terribile e debilitante, la porfiria. Ed è a Paula che Isabel si rivolge in queste pagine, per raccontare gli eventi che hanno segnato la sua vita e quella della sua “tribù” dopo la sua morte: le vittorie, le paure, le piccole battaglie quotidiane ingaggiate con la sorte, nel tentativo di ricongiungere i figli e i figliastri dispersi tra l’Europa, gli Stati Uniti e l’America Latina.
In queste pagine ascoltiamo la voce di una madre che teme di lasciarsi sfuggire ancora una volta le persone che ama, avvertiamo la paura di perdere quel nucleo centrale di vitalità che sono i figli, i nipotini, i vari nonni e prozii, intorno a cui ruotano gli episodi narrati in queste pagine: il rapporto di coppia con il suo secondo marito, Willie, e le disavventure dei figli di quest’uomo, come Jennifer, una ragazza coraggiosa e fragile, con un cuore carico di amor proprio ma con il sangue avvelenato dalle dipendenze. La vicenda di Jennifer, figliastra perduta di Isabel, apre il romanzo, parallelamente al lutto per Paula, e segna il punto d’inizio di una storia familiare che vedrà pagina dopo pagina germogliare il seme di una grande dinastia ibrida.
Intorno alla casa di Isabel, su una collina di San Francisco in California, si ritroveranno suo figlio Nico con la moglie Celia e i loro tre bambini, la vecchia nonna, ancora convinta di trovarsi in Cile, fidanzate, vedovi, parenti ed “ex parenti”, affascinanti donne africane e amiche New Age del circolo delle Sorelle del Perpetuo Disordine, monache buddiste e bambini con gli occhi carichi di passione. Un mondo luminoso e fragile, in cui Isabel, come un motore immobile, dirige e catalizza le attenzioni di tutti, nel tentativo di tenere insieme un’improbabile tribù postmoderna.
La caratterizzazione dei personaggi, come un alito divino, porta in vita gli amici e gli affetti di una scrittrice la cui sensibilità è in grado di cogliere anche le minime sfumature di una voce, i microscopici spostamenti di uno sguardo. Come in una fiaba animata da personaggi ammalianti, il mondo della Allende circonderà la vita di colui che si accosta alla lettura di questo straordinario romanzo, lasciandolo incredulo e spiazzato dalla constatazione che probabilmente i personaggi che popolano queste pagine esistono davvero da qualche parte nel mondo.
La storia di Isabel Allende, il rapporto con il suo meraviglioso Paese, le vicende familiari e politiche, la morte di Paula, ma anche la genesi di tanti suoi successi da Il piano inclinato ad Afrodita, così come gli aneddoti legati all’uscita del film tratto da La casa degli Spiriti, riempiono le pagine di questo libro.
Tutto l’universo fiabesco, delicato e allo stesso tempo struggente, di questa grande donna dei nostri tempi, fa capolino in queste pagine, per una lettura che saprà segnare i nostri passi e svegliare i nostri sensi di fronte alla meraviglia del mondo.
Massimo Ghelfi
Titolo: La somma dei giorni
Autore: Isabel Allende
Traduttore: Liverani E.
Editore: Feltrinelli
Prezzo: € 8.50
Collana: Universale economica
Data di Pubblicazione: Gennaio 2010
ISBN: 8807721511
ISBN-13: 9788807721519
Pagine: 315
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea