Il mondo come volontà e rappresentazione
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Il mondo come rappresentazione, § 7
69 stabilire contemporaneamente anche il soggetto, così non s’accorgeva Fichte che insieme col soggetto (lo chiamasse poi come voleva) aveva già stabilito anche l’oggetto, per¬ché nessun soggetto può esser pensato senza oggetto; e inoltre gli sfuggiva il fatto che ogni deduzione a priori, anzi in generale ogni dimostrazione, poggia sopra ima ne¬cessità, ma ogni necessità si fonda esclusivamente sul principio di ragione. Imperocché l’esser necessario e il derivare da una data causa sono concetti equivalenti1. E gli sfuggì che il principio di ragione non è altro se non l’universal forma dell’oggetto come tale, sì che già presuppone l’oggetto, né può viceversa, vigendo all’infuori e prima di quello, produrlo e farlo nascere conformemente alla propria legge. Insomma, adunque, il partir dal soggetto ha in comune col su esposto partir dall’oggetto il medesimo errore, di ammettere in anticipazione ciò che afferma di dedurre solo in seguito, ossia il necessario correlato del suo punto di partenza. 1 Vedi a questo proposito La quadruplice radice del principio di ragione, 2a ediz., § 49. |
Titolo: Il mondo come volontà e rappresentazione. Ediz. integrale
Autore: Arthur Schopenhauer
Traduttore: Giani G. C.
Editore: Newton Compton
Prezzo: € 7.00
Collana: Grandi tascabili economici
Data di Pubblicazione: Gennaio 2011
ISBN: 8854123838
ISBN-13: 9788854123830
Pagine: XXIII-543
Reparto: Filosofia > Storia della filosofia occidentale > Moderna fino al 1900 d.C.