A cura di Gordiano Lupi
Maurizio Lucidi (Firenze, 1932 – Roma, 2005) è attivo nel cinema sin dagli anni Cinquanta come aiuto regista e soprattutto montatore, visto che proviene da una famiglia di montatori. Come regista troviamo lavori firmati con lo pseudonimo di Maurice Brights, mentre i generi dove si è distinto sono il western, il giallo e la commedia popolare. Ricordiamo tra i migliori lavori La vittima designata (1971), un giallo psicologico inquietante con Tomas Milian e Pierre Clementi. Nella commedia classica con elementi sexy non vanno trascurati Due cuori e una cappella (1975), Perché non facciamo l’amore? (1980) e Il marito in vacanza (1981).
Il marito in collegio (1977) è una delle sue commedie migliori, ispirata al romanzo omonimo di Giovanni Guareschi, sceneggiata da Terzoli e Vaime. Interpreti: Enrico Montesano, Silvia Dionisio, Pino Caruso, Anna Proclemer, Mario Carotenuto, Gastone Pescucci e Franco Lechner (Bombolo), Stefano Amato e Gino Pagnani.
La storia è semplice. Un benzinaio romano (Montesano) si innamora di una nobildonna lombarda (Dionisio), che accetta di sposarlo per ottenere l’eredità dello zio (Carotenuto), per niente nobile ma ricco commerciante di maiali. Il contrasto tra mondo proletario e ambiente aristocratico è evidente ed è proprio da questa situazione che scaturisce la comicità. Il marito è costretto ad andare in collegio per imparare le buone maniere, dopo essere stato bocciato durante un comico esame di galateo a tavola. Pino Caruso si inserisce come variante comico – cialtronesca, perché interpreta un finto nobile, in realtà truffatore a caccia di patrimoni, che vorrebbe sposare la bella Dionisio. Alla fine il marito conquisterà la bella moglie e imporrà ai nobili le sue maniere ben poco eleganti. Lo spirito del romanzo resta, ma l’ambientazione viene calata in tempi moderni e i personaggi si muovono secondo dinamiche ai limiti della farsa.
Il marito in collegio si segnala come una delle poche commedie eleganti del periodo, prive di situazioni eccesive, di battute volgari e di sottintesi erotici. La parte sexy è limitata alla visione del seno di Silvia Dionisio durante un approccio in barca con il marito. Il regista gioca tutte le sue carte sulla simpatia romanesca di Montesano, a suo agio nell’interpretare un imbranato fuori dal suo mondo, e sulla classe di Pino Caruso come elegante truffatore. Molto bravo anche Mario Carotenuto, un gigante della commedia all’italiana, nella consueta interpretazione di un arricchito ben lontano dall’ambiente nobiliare. Silvia Dionisio è molto bella, non ha bisogno di trucco per far risaltare la sua freschezza giovanile e intrigare il pubblico con uno sguardo languido e sensuale. Nel film debutta il caratterista Franco Lechner, in arte Bombolo, ex venditore di piatti e stoviglie, che diventerà famoso con il Bagaglino e come compagno del maresciallo Giraldi nei Tomas Milian movies. Enrico Montesano narra che quando Bombolo non riusciva a convincere un cliente a comprare una padella, alla fine diceva: “E che ce voi dentro? Er pollo?”. Altri caratteristi interessanti sono il diligente Gastone Pescucci, nei panni di un inappuntabile maggiordomo, Stefano Amato (studente) e Gino Pagnani (cliente al distributore). Max Turilli interpreta un professore di galateo con accento tedesco, ricalcando un ruolo abituale nella sua brillante carriera da doppiatore. Stefano Amato diventerà una presenza costante nel sexy scolastico come studente grasso e imbranato, così come Gino Pagnani lo troveremo nel sexy militare e in alcune commedie di serie B.
Il marito in collegio conserva tutta la sua freschezza nonostante il tempo passato, scorre come una farsa, piacevole, divertente e misurata.
Gordiano Lupi
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