Il fidanzamento di Gianni Grimaldi


Il fidanzamentoA cura di Gordiano Lupi

Gianni Grimaldi (1917 – 2001) nasce giornalista umoristico (scrive sul Marc’Aurelio, vera fucina di talenti), diventa prolifico sceneggiatore di film comici (Totò, Peppino e la dolce vita, I due marescialli, Lo smemorato di Collegno, Totò diabolicus…), spesso in coppia con Bruno Corbucci, lavora per la televisione e per il teatro di rivista. Dirige alcuni film comici, molti dei quali interpretati da Lando Buzzanca, viste le origini catanesi, onesti lavori come James Tont operazione U.N.O. (1965), Puro siccome un angelo papà mi fece… monaco di Monza (1969), La prima notte del dottor Danieli, industriale col complesso del giocattolo (1971), La governante (1975), Il fidanzamento (1975). Un caso di coscienza (1969) è un film insolito nella sua produzione, perché porta al cinema un romanzo impegnato di Leonardo Sciascia. Ben cinque Franco& Ciccio movies portano la sua firma: Il bello, il brutto e il cretino (1967), Brutti di notte (1968), Don Chisciotte e Sancho Pancha (1968), I due deputati (1969) e Principe coronato cercasi per ricca ereditiera (1970). Il suo stile, semplice ed essenziale, si presta a guidare attori comici dalla personalità debordante, che vogliono essere liberi di interpretare il loro repertorio, in certi casi da avanspettacolo, in altri da commedia all’italiana. Lando Buzzanca è un attore dotato di grande personalità che con il suo stesso fisico tratteggia le caratteristiche del maschio siculo, dominatore ed egoista, geloso quanto dispotico padrone.
Il fidanzamento è un’opera insolita nel florilegio di caratteri abbastanza simili che ci regala nel tempo l’attore siciliano, perché basato su un testo d’autore (Parise), solo in parte grottesco, ma in definitiva critico verso un certo tipo di cultura meridionale. Riassumiamo in sintesi la trama. Il fidanzamento di Mirella e Luigi va avanti da otto anni ma l’uomo non parla di matrimonio e la compagna accetta remissiva la sua decisione di procrastinare la data. In compenso il loro fidanzamento non è casto come tradizione sicula vorrebbe, perché Luigi cerca di far l’amore con Mirella in ogni luogo, persino sule scale e in casa dei futuri suoceri, in loro assenza. La madre di Mirella vorrebbe che la figlia si sposasse, anche perché è una nobile decaduta e uno stipendio sicuro in casa aiuterebbe. Un giorno lascia soli in casa i due fidanzati ma rientra sul più bello e li trova nel letto matrimoniale intenti a fornicare. Luigi per non sposare Mirella si fa trasferire a L’Aquila, Mussia fidanza Mirella con un altro ragazzo, ma alcune lettere e telefonate (di Luigi) anonime convincono il futuro sposo che la moglie non è illibata. Luigi torna a casa in occasione della morte del padre di Mirella, viene accolto in casa della fidanzata dietro versamento di una quota mensile e continua a rimandare un fastidioso matrimonio. Finale onirico e grottesco con Luigi che sogna di sposare Mirella tra mille indecisioni, sollecitato dal prete, dai parenti e dalla futura suocera.
Commedia all’italiana in salsa sicula sorretta da un buon testo d’autore, non così cinematografico, interpretata da attori in gran forma, su tutti Buzzanca, Brochard e Proclemer, ma non sono da meno i caratteristi Sposito, Balbo e Abruzzo. Lando Buzzanca è un maschio siculo egoista e maschilista, che si prende gioco di un’intera famiglia, dalla remissiva fidanzata, all’arcigna madre, passando per un mite padre, ex console fascista in disarmo. Anna Proclemer è bravissima nel ruolo teatrale di antagonista, donna di mondo che ha sempre tradito il marito, considerandolo un inetto. La sorella che le dà una mano nella difficile impresa è una discreta Didi Perego, in un ruolo secondario. Carletto Sposito è un perfetto amico imbranato e sessuomane, spalla ideale di un Buzzanca debordante nel suo egocentrismo da conquistatore. Ennio Balco un prete pruriginoso che suda freddo quando Buzzanca racconta le sue avventure sessuali con la fidanzata. Bravo Michele Abruzzo nei panni di un patetico padre che nessuno considera. Martine Brochard è bella e sensuale in molte parti erotiche, caratterizzate dal gioco del si vede non si vede tipico della commedia sexy. Indimenticabile il rapporto sessuale sulle scale del condominio, ma anche lo strip-tease in camera con Buzzanca che la incita a fare la puttana (rapido nudo integrale), per non parlare della masturbazione con sorpresa nella sala cinematografica.
Ottima anche nei panni di una donna remissiva e innamorata che accetta ogni decisione dal suo uomo che ama incondizionatamente. Una tipologia di donna moto anni Settanta, oggi scomparsa, persino nel più profondo Sud. Ruoli marginali per Garrone e Giordano, rispettivamente fratello e cognata del protagonista. Daniela Giordano si vede in un paio di sequenze: la prima mentre gira per casa mostrando le lunghe gambe in un sexy completino azzurro composto da slip e reggiseno; la seconda nel finale grottesco, quando insieme al fratello invita il cognato a dire il fatidico sì davanti al prete. Sottoutilizzata, comunque, e abbastanza pretestuosa la mise in bikini nell’economia della sequenza. Il film è girato a Catania e gran parte del cast artistico e tecnico è composto da professionisti siciliani. Produzione abbastanza ricca di Fulvio Lucisano. Musiche suadenti di Piero Umiliani, che accompagnano a dovere un tema comico – erotico, la cosa migliore è il canto popolare siculo Mi vogghiu maritari, cantato da I Mammasantissima. Ottima la sceneggiatura e la messa in scena di Grimaldi – regista diligente e preparato – che valorizza l’apparato erotico – letterario di Goffredo Parise. In molte parti fa filosofia dell’amore a base di luoghi comuni (Il sesso è importante, La colpa è sempre della donna…), per poi passare a smitizzare la verginità (Quando ama si dà tutto, dice la Brochard) e affrontare senza molta profondità il rapporto padre – figlia e uomo – donna. Non un lavoro epocale, ma una dignitosa commedia erotica, spiritosa e grottesca. Nel film si citano La valle lunga (si vede il poster) e Così sia, un western interpretato da Tano Cimarosa, che i due fidanzati vanno a vedere.

Regia: Gianni Grimaldi. Soggetto: Goffredo Parise (romanzo omonimo). Sceneggiatura. Gianni Grimaldi. Scenografie: Enzo Del Prato. Costumi: Marisa Crimi. Direttore di Produzione: Alberto Longo. Fotografia: Mario Capriotti. Montaggio: Daniele Alabiso. Musiche: Piero Umiliani (dirette e composte). Edizioni Musicali: Grandi Firme della Canzone. Canzone: Mi vogghiu maritari (cantano I Mammasantissima). Produttore: Fulvio Lucisano. Casa di Produzione: IIF – Italian International Film. Titolo USA: The Engagement. Interpreti: Lando Buzzanca (Luigi Mannozzi), Martine Brochard (Mirella Guglielmi), Anna Proclemer (Mussia Katiuscia, madre di Mirella), Didi Perego (Elide, sorella di Mussia), Gabriele Antonini (Lucio Davossa), Carletto Sposito (Totò, amico di Luigi), Michele Abruzzo (Edmondo Guglielmi, padre di Mirella), Ennio Balbo (monsignor Solinas), Riccardo Garrone (Vincenzo, fratello di Luigi), Daniela Giordano (Lina, moglie di Vincenzo), Antonia Brancati (Maria Pia), Gina Mascetti (oste), Nino Scardina, Patrizia Pasi, Maria Bertrand, Cosimo Arcidiacono, Daphni Abruzzo.

Gordiano Lupi
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