Il castello bianco
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CAPITOLO QUINTO
69 standola di colpi; fece dire al servo che non era in casa; poi, non potendo resistere, mi urlò dietro: era mai possibile ? Chiedevo adesso se fosse vera la voce della malattia ! ? Non vedevo le bare portate via ? Mi disse che avevo paura, me lo leggeva in faccia, e avevo paura perché mi ostinavo ancora nel cristianesimo ! Mi sgridò; se uno vuole essere felice qui, deve farsi musulmano; ma, prima di rintanarsi nell’oscurità umidiccia della sua casa, non mi strinse la mano, né mi toccò. Era l’ora della prghiera: alla vista delle folle che si accalcavano nei cortili delle moschee, preso dall’orrore, mi affrettai a rientrare. M’impregnavano quella stoltezza, quello stupore che s’ingenerano nell’uomo al momento della sciagura. Avevo dimenticato, si sarebbe detto, anche il mio passato: sbiadita la memoria, ero co¬me paralizzato. Vedendo nel quartiere un capannello di gente con una bara sulle spalle, mi inquietai ancor più. |
Titolo: Il castello bianco
Autore: Orhan Pamuk
Traduttore: Bellingeri G.
Editore: Einaudi
Prezzo: € 11.00
Collana: Super ET
Data di Pubblicazione: Giugno 2006
ISBN: 8806183753
ISBN-13: 9788806183752
Pagine: 172
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea