“La vegetariana” di Han Kang è un’opera che penetra l’anima e vi rimane dentro per molto, moltissimo tempo. La storia ruota attorno a Yeong-hye, una donna sudcoreana che decide improvvisamente di diventare vegetariana dopo aver avuto un sogno inquietante. Questa decisione, apparentemente semplice, diventa il catalizzatore di un drammatico sconvolgimento nella sua vita e in quella delle persone a lei vicine.
Il romanzo è strutturato in tre parti, ciascuna narrata da un punto di vista diverso: il marito di Yeong-hye, suo cognato e sua sorella, espediente narrativo che permette al lettore di ottenere una visione sfaccettata della vicenda, esplorando le reazioni e i sentimenti di chi sta attorno a Yeong-hye e offrendo una comprensione più profonda della sua condizione.
Uno dei temi centrali del libro è la malattia mentale: la decisione di diventare vegetariana non è semplicemente una scelta alimentare, ma rappresenta un sintomo di una crisi psicologica più profonda. Il suo rifiuto del cibo animale si evolve in una progressiva alienazione dalla realtà e da se stessa, portandola a comportamenti sempre più estremi e autolesionisti. La narrazione di Han Kang riesce a catturare con precisione e sensibilità le sfumature della malattia mentale, mostrando come essa influenzi non solo la vita di chi ne soffre, ma anche quella delle persone che cercano di comprendere e aiutare.
In parallelo, il libro esplora anche i disturbi alimentari: la relazione di Yeong-hye con il cibo diventa sempre più problematica e ossessiva, fino a raggiungere un punto di rottura. Il suo rifiuto del cibo diventa un mezzo per esprimere un disagio interiore profondo e inarticolato, un modo per esercitare controllo in un’esistenza che sembra sempre più fuori dal suo controllo. Han Kang tratta questo tema con una rara sensibilità, evitando stereotipi e cliché, e offrendo invece un ritratto autentico e struggente della sofferenza di Yeong-hye.
Il marito, un uomo pragmatico e convenzionale, è incapace di comprendere il cambiamento della moglie e la considera una deviazione inspiegabile e inaccettabile. Il cognato, un artista, vede in Yeong-hye un’ispirazione per le sue opere, ma la sua ossessione per lei lo porta a sfruttare la sua fragilità piuttosto che sostenerla. La sorella di Yeong-hye è l’unica che cerca veramente di capire e aiutare Yeong-hye, ma anche lei è sopraffatta dalla complessità della situazione.
“La vegetariana” è un libro ben scritto e bilanciato, che riesce a trattare temi difficili senza risultare opprimente o sensazionalistico.
Personalmente, ho trovato la lettura di questo romanzo singolarmente coinvolgente, mi aspettavo che mi provocasse maggiore angoscia, dati i temi trattati, ma la narrazione è così ben equilibrata e credibile che è stato impossibile non rimanere attanagliati nella storia.
“La vegetariana” è un libro che invita a riflettere su molto, ma anche sulle difficoltà di stare vicino a chi soffre.
Titolo: La vegetariana
Autore: Han Kang
Prezzo copertina: € 12.00
Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Traduttore: Ciccimarra M. Z.
Data di Pubblicazione: 30 maggio 2019
EAN: 9788845934018
ISBN: 8845934012
Pagine: 192
Citazioni tratte da: La vegetariana di Han Kang
All’improvviso si rende conto di quanto si sia assuefatta ai malati mentali. (…) a volte sono le strade tranquille, piene delle cosiddette persone «normali», ad apparirle strane. (pag 140)
Se solo i nostri occhi non fossero visibili agli altri, pensa. Se solo si potesseroro nascondere i propri occhi al mondo. (pag 148)
La vita è così strana, pensa dopo aver smesso di ridere. Le persone anche dopo che gli sono successe certe cose, non importa quanto terribili, continuano comunque a mangiare e a bere, ad andare la bagno e a lavarsi – in altre parole, a vivere. E a volte ridono perfino di gusto. E probabilmente hanno questi stessi pensieri, e quando succede si ricordano tutta la tristezza che erano riuscite per breve tempo a dimenticare. (pag 164)
È il tuo corpo, puoi trattarlo come ti pare. L’unico territorio in cui sei libera di fare come preferisci. Ma anche questo non va come volevi. (pag 171)
Katia Ciarrocchi
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