ENRICO RAVA QUINTET “Tribe” (ECM).
“Tribe” è senza dubbio il lavoro discografico più interessante uscito negli ultimi mesi. Enrico Rava, lo storico jazzista italiano conosciuto in tutto il mondo (vanta collaborazioni con Gato Barbieri, Steve lacy, Carla Bley e altri illustri musicisti contemporanei), prende in mano la sua tromba e mette in fila una serie di brani di grane efficacia musicale, estranei a qualsiasi imposizione commerciale. Atmosfere crepuscolari e romantiche, il suo suggestivo jazz ammalia in ogni istante attraversando lande afroamericane e trascinanti pulsioni di musica post-jazz (Amnesia e Garbage Can Blues).Attalmente è leader di un quintetto di giovani leoni come il noto Gianluca Petrella al trombone e il nuovo talento del pianoforte Giovanni Guidi, Rava improvvisa su situazioni notturne (F. Express), contamina la sua musica con il minimalismo glassiano e il jazz davisiano di “Aura”. Linguaggi aperti, collisioni con il blues si affacciano sul lavoro autentico gioiello di una discografia sterminata, ricca di gemme particolari dal misterioso e affascinante risvolto musicale. Comodamente raccolto in 12 tracce, la sua proposta è influenzata dal jazz scandinavo e da musicisti colti come Kenny Wheelerl con suggestive e personali fusioni di avanguardia-world e indie jazz statunitense. Le splendide Choctaw e Song Tree dai risvolti noir includono bassi profondi e ritmiche neo bop lasciando al resto del quintetto l’operazione di cucire insieme un ambizioso progetto musicale made in ECM, vera formula vincente della pestigiosa etichetta tedesca che non sbaglia un colpo. A metà strada tra il passato free e le nuove pulsioni newyorkesi, Rava disegna il jazz del terzo millennio sconfinando in tenui processi creativi che fanno ben sperare e confermano che ci sono ancora in giro talenti che sanno abitare la musica regalando luce e emozioni.
Giuseppe Maggioli